Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


giovedì 11 luglio 2013

SREBENICA

  • 11 luglio 2013
  • 14.40
Il memoriale Potočari di Srebrenica, in Bosnia Erzegovina. (Dado Ruvic, Reuters/Contrasto)


L’11 luglio, in Bosnia Erzegovina, i musulmani commemorano il genocidio di Srebrenica, 18 anni dopo il massacro in cui sono stati uccisi dalle milizie serbobosniache circa ottomila uomini e ragazzi. Stasera saranno seppellite 409 vittime, identificate solo quest’anno.
L’11 luglio 1995, qualche mese prima della fine del conflitto nell’ex Jugoslavia (1992-1995), le milizie serbobosniache, guidate dal generale Ratko Mladić, attaccarono Srebrenica, enclave musulmana, dichiarata nel 1993 “zona protetta dall’ONU”, dove si erano rifugiati migliaia di musulmani durante il conflitto.
In pochi giorni sono stati uccisi circa ottomila uomini, i loro corpi sono stati trovati in diverse fosse comuni nel giro di diversi chilometri. Non si esclude che altre fosse non siano ancora state individuate.
“Quanto successo a Srebrenica 18 anni fa è stato descritto come la peggiore atrocità commessa in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale ed è stato riconosciuto come genocidio dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia”, ricorda Amnesty International


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PROTESTE IN TURCHIA, UN ALTRO MORTO

Mercoledì 10 Luglio 2013 12:58 



Un'altra vittima della repressione del governo Erdogan e dei suoi liberal-islamisti: Ali Ismail Korkmaz, 19 anni, pestato il 3 giugno da una squadraccia non ancora identificata e morto oggi dopo settimane di coma.

Si registra oggi una nuova vittima della repressione delle forze di sicurezza turche contro milioni di persone scese in strada a protestare contro il governo Erdogan e le sue politiche turbo-liberiste.
Il 3 Giugno scorso, nella città di Eskisehir - sud-ovest della Turchia - durante una delle tante manifestazioni convocate contro il progetto di speculazione governativa nel Gezi Park di Istanbul e contro gli arresti scatenati dalla polizia, un giovane dimostrante, Ali Ismail Korkmaz, di appena 19 anni, viene circondato da alcune persone in abiti civili e picchiato selvaggiamente con delle mazze di legno. Dopo l’aggressione lo studente universitario fu portato all’ospedale dove però viene obbligato a recarsi in commissariato per ‘sporgere denuncia’. Solo il giorno dopo il pestaggio quindi Korkmaz riesce a farsi visitare dai medici, che gli riscontrano una emorragia cerebrale. Il giovane viene trasferito all’ospedale di Osmangazi ed operato immediatamente, ma il ritardo nei soccorsi gli è stato fatale. Il 4 giugno è entrato in coma e dopo una lunga agonia oggi i sanitari hanno dato la notizia della morte del ragazzo.
La famiglia dello studente ha annunciato una denuncia contro l’ospedale di Eskisehir mentre polizia e magistratura proprio non ‘riescono’ a identificare gli assassini nonostante molte telecamere avessero registrato immagini dell’aggressione subita da Korkmaz. Che a questo punto diventa la quinta – o sesta, o settima, a seconda dei diversi bilanci forniti da diverse istituzioni – vittima della repressione del governo Erdogan contro il proprio popolo. 

Ultima modifica Mercoledì 10 Luglio 2013 13:05 



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