Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


venerdì 14 febbraio 2014

ARRESTATI DIVERSI COMPAGNI A ROMA PER LA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 31 OTTOBRE PER IL DIRITTO ALL'ABITARE. ARRESTI ANCHE A NAPOLI PER I PRECARI BROS.





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Qui alcuni articoli su Infoaut:





LA CORTE COSTITUZIONALE DICHIARA ILLEGALE LA FINI-GIOVANARDI

La Corte Costituzionale dichiara la Fini-Giovanardi sulle droghe del 2006 incostituzionale. Ora svuotiamo le carceri e apriamo una battaglia per una nuova legge antiproibizionista.
La Corte Costituzionale si è finalmente espressa: la legge Fini-Giovanardi è incostituzionale. La dichiarazione di illegittimità della legge si fonda sul fatto che la legge Fini-Giovanardi venne infatti inserita, nel 2006, nella legge di conversione del decreto sulle Olimpiadi di Torino, assieme a numerosi altri emendamenti, per garantirne una rapida approvazione. A sollevare la questione di costituzionalità era stata, com’è noto, la Corte di Cassazione.
Cosa cambia però in concreto per i consumatori? In primo luogo la sentenza della Corte Costituzionale abolendo la Fini-Giovanardi riporta in vigore la precedente legge Jervolino-Vassalli, ristabilendo la differenza tra droghe “leggere” e “pesanti” Ciò comporta una riduzione delle pene per il possesso di hashish e marijuana: nella Fini-Giovanardi la pena prevista andava dai 6 ai 20 anni per il possesso di qualunque sostanza, con la Iervolino-Vassalli la pena per il possesso di droghe leggere va dai 2 a 6 anni. In secondo luogo cambia il regime dell’“uso personale” – depenalizzato dal referendum del ’93 – che non è più esclusivo ma può essere, in linea teorica, anche di gruppo.
Elia De Caro, avvocato e membro dell’associazione Antigone, in una bella intervista di ieri fa però notare come la sentenza della Corte porti con sé novità positive ma anche numerosi problemi, che riguardano, ad esempio, l’inasprimento delle pene per il possesso di droghe pesanti e la possibilità di venire condannati due volte per il possesso di due sostanze diverse – una “leggera” ed una “pesante”.
Altro elemento da prendere in forte considerazione sarà la revisione delle pene per i reati legati all’ormai defunta Fini - Giovanardi. L’ammontare delle pene sarà dunque rivalutato a partire dalla normativa vigente. Se questo da un lato ci solleva, dall’altro ci porta a pensare a tutte quelle persone che, in questi otto anni, hanno pagato con un prezzo troppo alto, mesi o addirittura anni di carcere, a causa di una legge ora definita incostituzionale. Loro non potranno chiedere indietro il tempo trascorso in qualche disumano penitenziario del paese ed è anche per loro che, attraverso la campagna “legge illegale”, abbiamo voluto riportare al centro del dibattito pubblico le tematiche antiproibizioniste.
Il grande risultato che oggi ci troviamo di fronte, al quale le mobilitazioni di questi mesi ed anni hanno senza dubbio contribuito, porta quindi con sé anche forti ambivalenze. Da questo punto di vista la palla passa di nuovo ai movimenti e alle lotte antiproibizioniste, alla loro capacità di attivare, a partire da questa sentenza, un processo in grado di aprire nuovi spazi di libertà. Sappiamo che la sfida che ci si pone davanti è ambiziosa ma crediamo che, nel corso del cammino che ci ha portato fin qui, siamo stati in grado di costruire strumenti collettivi capaci di sostituire la parola “repressione” con tanti altri vocaboli: uso terapeutico, prevenzione, riduzione del danno, lotta alle narcomafie, amnistia e indulto ma, sopra a tutte, LIBERTA’.
Una sola importante nota a margine che è bene rilevare: per questo risultato non dobbiamo certo ringraziare le forze politiche del sedicente centro-sinistra che hanno provato, in tanti e diversi modi, ad occultare questa data. I movimenti antiproibizionisti hanno lunga memoria (a dimostrazione che il consumo di cannabis non determina il deterioramento delle funzioni cognitive) e sanno che, tra quelle poltrone, non si sono seduti personaggi “amici” in questi anni. Per questo motivo, da oggi, ognuno si assuma le proprie responsabilità, senza finti autocompiacimenti.
La nostra responsabilità ora è quella di rimetterci in moto per ripensare e riscrivere in maniera complessiva, e dal basso, le politiche sull’uso e sulla detenzione delle sostanze psicotrope.
CHI SEMINA ANTIPROIBIZIONISMO RACCOGLIE BUONI FRUTTI
Oggi raccogliamo con gioia questo risultato e portiamo avanti la grande festa iniziata sabato 8 Febbraio per le strade di Roma. Ricarichiamo energie, pronti a seminare nuovi frutti di libertà. 



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domenica 9 febbraio 2014

GLI ATTIVISTI NO MUOS, CONTINUAMENTE DENUNCIATI, PREPARANO DUE MANIFESTAZIONI: IL 22 FEBBRAIO CON IL COMITATO NO MUOS DI CATANIA, IL 1 MARZO MANIFESTAZIONE NAZIONALE ALLA SUGHERETA

Ingresso non autorizzato in una struttura militare, interruzione di pubblico servizio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Sono i reati contestati in questi mesi agli attivisti contrari alla costruzione dell’impianto di antenne satellitari dell’esercito Usa a Niscemi. Ieri, a Catania, hanno parlato dei propri problemi legali alla presenza di alcuni avvocati. E pianificato una prima manifestazione per giorno 22 febbraio, «per denunciare il paradosso di una attività repressiva, mentre sono state commesse violazioni nel cantiere».

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Dall’ingresso non autorizzato in una struttura militare, reato punibile con sanzione amministrativa, passando per l’interruzione di pubblico servizio, fino ad accuse ben più gravi, quali resistenza e violenza a pubblico ufficiale. «Reati per i quali molti di voi sono indagati, ma è difficile al momento fare ipotesi sull’iter», chiarisce l’avvocato Goffredo D’Antona ai militanti No Muos, ieri sera a Catania per fare il punto su una situazione giudiziaria dagli esiti ancora incerti. E non solo per quanto riguarda gli attivisti, ma anche per l’oggetto delle loro manifestazioni: l’impianto di antenne satellitari della marina militare Usa da poco concluso a Niscemi.
D’Antona fa parte del pool di legali che assiste i manifestanti, provenienti da tutta la Sicilia, raggiunti in questi giorni da decine di notifiche dalle procure di Caltanissetta e Gela per i reati che avrebbero commesso nel corso delle varie manifestazioni dell’ultimo anno contro la base Usa niscemse. «C’è un paradosso tra questa attività, repressiva, e le violazioni commesse nel cantiere», afferma l’avvocato Paola Ottaviano. «Un impianto costruito in area protetta, con illegittimità nell’iter autorizzatorio, mancanza del certificato antimafia per alcune ditte che vi lavorano. E anche profili di incostituzionalità», afferma il legale, che sta portando avanti un ricorso al tribunale amministrativo regionale, «sull’abusività della costruzione, il cui esito è atteso per il 27 marzo e che, se accolto, potrebbe cambiare realmente il quadro della situazione», afferma.
Nell’attesa, i militanti sono concentrati nell’organizzazione di due manifestazioni: la più grande sarà giorno 1 marzo e si svolgerà in contrada Ulmo, arrivando alla base militare che si trova dentro l’area protetta della Sughereta. «Giorno 22 febbraio ci sarà invece una mobilitazione a Caltanissetta, che arriverà fino in prefettura», ricorda Alfonso Di Stefano, del comitato No Muos di Catania. Sarà «un momento di denuncia della situazione, a Caltanissetta, dove non si agisce sui rilievi anche penali della costruzione», continua Ottaviano.
«La manifestazione sarà in contemporanea a quella nazionale contro la costruzione della Tav, andremo a informare la cittadinanza su quanto accade», afferma Elvira Cusa, uno dei membri più attivi del comitato No Muos di Niscemi. E’ venuta a Catania anche lei per esporre ai legali il suo caso, con varie denunce accumulate e una perquisizione e il sequestro di una macchina fotografia e del computer, nei giorni scorsi, in casa. «Anche un altro compagno ha subito una perquisizione», ricorda ai presenti. «Nuove denunce continuano a arrivare agli attivisti, soprattutto per l’ingresso in massa nella base del 9 agosto. Al momento siamo sette i legali a fare supporto ai denunciati, divisi tra Niscemi, Catania e Messina», conclude Ottaviano.

[Foto di Fabio D'Alessandro]




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Attilio Manca: se questo è un suicidio

manca-famiglia-bigPubblicate le foto-choc del cadavere del giovane urologo

di Lorenzo Baldo - 6 febbraio 2014

Un pugno nello stomaco. Eccole le prime immagini del cadavere di Attilio Manca pubblicate sul sito della trasmissione “Chi l’ha visto?”. La domanda è immediata: e questo sarebbe un suicidio?
Le fotografie restituiscono una prospettiva totalmente diversa. Che per altro era saltata subito agli occhi dei familiari e dello stesso avvocato Fabio Repici, recentemente affiancato da Antonio Ingroia. Così come è riportato nel sito dedicato al giovane urologo barcellonese Attilio Manca veniva ritrovato cadavere verso le ore 11 del 12 febbraio 2004. Il suo corpo si trovava riverso trasversalmente sul piumone del letto (che era intatto ed in ordine, come se non fosse andato a dormire), seminudo. Come si vede dalla prima immagine dal naso e dalla bocca era fuoriuscita un’ingente quantità di sangue (che aveva finito per provocare una pozzanghera sul pavimento). Si può notare altresì che il volto di Attilio presentava una vistosa deviazione del setto nasale, mentre sui suoi arti erano visibili macchie ematiche.
L’appartamento era in perfetto ordine, nella stanza da letto si trovava ripiegato su una sedia il suo pantalone, mentre incomprensibilmente non furono rinvenuti i boxer né la camicia; altrettanto inspiegabilmente sullo scrittoio erano poggiati suoi attrezzi chirurgici (ago con filo inserito; pinze, forbici), che egli mai aveva tenuto a casa; sul pavimento, all’ingresso del bagno, si trovava una siringa da insulina, evidentemente usata, cui era stato riposizionato il tappo salva-ago. Dalle prime indagini era risultato che in cucina non v’era traccia di cibo, consumato o residuato; sempre in cucina, nella pattumiera si trovavano, tra l’altro, un’altra siringa da insulina, indubbiamente usata, cui erano stati riapposti il tappo salva-ago ed anche quello proteggi-stantuffo, e due flaconi del sedativo “Tranquirit”, uno dei quali era completamente vuoto mentre l’altro solo a metà. Il medico del 118, alle ore 11,45 del 12 febbraio (dopo aver effettuato l’accertamento del decesso), attestava che Attilio Manca era morto circa dodici ore prima, quindi a cavallo della mezzanotte fra l’11 ed il 12 febbraio. Dalle prime ricostruzioni veniva accertato che, a partire dalle ore 20 circa del 10 febbraio, Attilio non aveva più avuto contatti, telefonici o di presenza, con amici e colleghi. Inspiegabilmente la sera del 10 febbraio aveva infatti deciso di non partecipare, contrariamente al solito, ad una cena fra colleghi. Nei giorni precedenti aveva chiesto e ottenuto un appuntamento per la sera dell’11 febbraio a Roma con il prof. Ronzoni, primario di urologia al policlinico Gemelli, reparto nel quale Attilio si era specializzato e aveva lavorato per anni. Stranamente - e senza alcuna comunicazione preventiva - il giovane urologo non si era però presentato a quell’appuntamento. Un vicino di casa, sentito lo stesso 12 febbraio, aveva dichiarato agli investigatori che la sera prima, verso le 22,15, aveva sentito il rumore della porta di casa di Attilio che veniva chiusa. Un dato preciso che attestava che in quel momento il dott. Manca tornava a casa o, viceversa, che qualcuno, a tutt’oggi non individuato, usciva da casa sua, in un’ora molto vicina alla morte di Attilio. Tutte queste “anomalie” avrebbero dovuto portare immediatamente ad indagini approfondite. Che invece non sono state fatte. Ecco allora che a distanza di 10 anni si riparte da zero. Chi è stato l’ultimo a incontrare il giovane urologo nel suo appartamento? Il setto nasale deviato è evidentemente frutto di una colluttazione, ad opera di chi? E inoltre: chi avrebbe avuto interesse a mettere a tacere per sempre Attilio Manca e per quali ragioni? Una mera questione di droga? O un “favore” richiesto da Cosa Nostra? Queste ed altre ancora sono le domande che pretendono risposte esaustive e soprattutto definitive. Il processo che inizierà il prossimo 12 giugno segna la prima tappa di un viaggio tortuoso. Che in molti hanno cercato di impedire. Ma la verità, prima o poi, è destinata ad emergere in superficie. Anche per Attilio Manca. Nel frattempo resta il dolore di due anziani genitori e di un fratello che, dopo aver visto per la prima volta queste foto terribili del proprio congiunto, chiedono espressamente che siano proprio queste stesse immagini a riaccendere l’attenzione su quello che non è - e non sarà mai - un suicidio.

FOTOGALLERY (visione sconsigliata ad un pubblico sensibile)




Fonte:







sabato 8 febbraio 2014

GIORNATA DEL RICORDO PER LE FOIBE: REVISIONISMO DELLO STATO E DEI PARTITI


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Con la Legge 30 marzo 2004 n.92 il Parlamento ha dichiarato il 10 febbraio “Giornata del Ricordo”. In realtà un tentativo di squallido revisionismo sulla storia dell’occupazione dell’esercito italiano della Jugoslavia e delle attività militari nei territori dei confini orientali; una riscrittura falsificata utile agli inciuci nazionalisti unitari della politica dell’oggi .
Col passare degli anni la storiografia “progressista”, invece di fare chiarezza sulle menzogne di marca fascista e neoirredentista, si è invece appiattita su di esse, e troviamo oggidì sindaci “progressisti”, storici “democratici” ed esponenti del centrosinistra sostenere le stesse tesi che fino a dieci – quindici anni fa erano patrimonio esclusivo degli ambienti della destra più retriva, con l’unica differenza che dalla “causa etnica” (“infoibati sol perché italiani”) si è passati a quella “politica” (“infoibati perché contrari al comunismo titoista”). Tutto ciò ovviamente è strumentale alla demonizzazione del comunismo.

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«La storia viene usata per l’oggi, per le esigenze politiche attuali. Si tratta di una campagna di intossicazione delle coscienze con ri-scritture, reinterpretazioni e falsità belle e buone, funzionali, da una parte, alla mobilitazione nazionalista, alla diffusione di stereotipi sciovinisti e razzisti, assunti ormai anche da buona parte del ceto politico di sinistra;dall’altra, alla criminalizzazione di chi oggi non si piega alle compatibilità del sistema capitalista. Tale campagna si concretizza anche nella legittimazione dei fascisti odierni, che diventano portatori di una ideologia come le altre. Una ideologia dell’ordine, della sicurezza, autoritaria, fatta propria da buona parte del ceto politico autodefinitosi democratico. In questi anni molti si sono resi conto del significato della giornata del Ricordo e molte sono state le iniziative per combattere questa campagna di intossicazione. È, però, necessario combattere con maggior efficacia, unendo le forze e le conoscenze». [Dalla quarta di copertina del libro: Foibe, revisionismo di stato e amnesie della repubblica. Ed Kappa Vu 2008]

«Per troppi decenni, sulle foibe, si sono scritte le menzogne più infami, dimenticando che nei Balcani il lavoro sporco lo hanno compiuto interamente gli italiani, seguendo precise direttive dei più bei nomi del gotha dell’esercito di Mussolini». [ Angelo Del Boca pag 21 Foibe, revisionismo di stato e amnesie della repubblica. Ed Kappa Vu 2008]


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«Durante l’occupazione dall’11 aprile 1941 all’8 settembre 1943 gli invasori italiani, nella sola provincia di Lubiana hanno fucilato 1.000 ostaggio, ammazzato proditoriamente oltre 8.000 persone, fra le quali alcune erano state prosciolte dal famigerato tribunale militare di guerra di Lubiana; incendiarono 3.000 case, deportarono nei vari campi di concentramento in Italia oltre 35.000 persone, uomini, donne e bambini, e devastarono completamente 800. Attraverso la questura di Lubiana passarono decine di migliaia di sloveni. Là furono sottoposti alle più orrendi torture, donne vennero violentate e maltrattate a morte. Il tribunale militare di Lubiana pronunciò molte condanne all’ergastolo e alla reclusione, cosicché nel solo campo di Arbe perirono di fame più di 4.500 persone. [Di Sante, Italiani senza onore, citato in Angelo del Boca, Italiani brava gente?]
Intervista con lo storico Sandi Volk sul Revisionismo di stato, sulle falsificazione delle Foibe e sulla giornata del ricordo. [Storico si occupa di storia contemporanea del confine orientale italiano con particolare riguardo alla questione dei profughi istriani e dalmati. Ha pubblicato numerosi saggi tra lager1cui: Esuli a Trieste. Bonifica nazionale e rafforzamento dell'italianità sul confine orientale- Ed. Kappa Vu, 2004]

ascolta qui

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Intervento di Alessandra Kersevan. [Ricercatrice di storia dello studio della storia del Novecento delle terre del confine orientale. Nel 2003 ha pubblicato una dettagliata ricerca su: Un campo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943. Nel 2008 ha pubblicato: Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi, 1941-1943. Nel 1995 ha pubblicato il dettagliato studio su una delle più controverse vicende della Resistenza italiana: Porzus. Dialoghi sopra un processo da rifare].

ascolta qui

 

Sulla giornata del ricordo e sui lager italiani in Jugoslavia vedi anche quiqui  qui,   qui

 

 

 

Fonte:

 

http://contromaelstrom.com/2014/02/08/giornata-del-ricordo-foibe-festival-del-revisionismo-dello-stato-e-dei-partiti/ 

 

 

ANTIPROIBIZIONISMO: A ROMA PER GRIDARE “ILLEGALE E’ LA LEGGE. AUTOPRODUZIONE!”

Notizia scritta il 08/02/14 alle 15:47. Ultimo aggiornamento: 08/02/14 alle: 18:31
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“Illegale è la legge, il suo costo è reale”. Dietro questo slogan oggi, sabato 8 febbraio, a Roma, una vasta galassia di realtà antiproibizioniste (sotto le adesioni) ha organizzato un corteo contro la legge Fini Giovanardi, per la legalizzazione delle sostanze e per l’autoproduzione dal basso, attraverso la rivendicazione del diritto a coltivare autonomamente la cannabis, al di fuori da monopoli e circuiti commerciali.
30mila per gli organizzatori le persone in corteo, partite da Bocca della Verità. Respinta al mittente la provocazione dei Radicali, dichiarati “non benvenuti” per le posizioni ultraliberiste e guerrafondaie del partito di Pannella & Co. Momenti di tensione, con i Radicali che per un’ora sono rimasti in piazza, circondati dalla polizia, impedendo di fatto la partenza della manifestazione antiproibizionista.
Il primo resoconto dal corteo #antipro di Roma con Enrico Fletzer, giornalista, esperto della materia e nostro collaboratore, che ha raccolto diversi voci dalla manifestazione.



Di seguito, le realtà che hanno aderito all’appello diffuso dal sito http://www.leggeillegale.org/ di  sabato 8 febbraio 2014 Manifestazione a Roma , in vista del pronunciamento della Corte Costituzionale sulla Fini/Giovanardi, previsto il prossimo 11 febbraio. L’evento bocciatura della legge liberticida potrebbe dare il “la”, si augurano le realtà elencate qui sotto, di un generale ripensamento delle norme italiane sulle sostanze.

C.S.O.A. Forte Prenestino (Roma), C.S.O.A. Sans Papier (Roma), Laboratorio Puzzle (Roma), Infoshock C.S.O.A. Gabrio (Torino), Lab57 (Laboratorio Antiproibizionista Bologna), Osservatorio Antiproibizionista Canapisa Crew (Pisa), Laboratorio Occupato SKA (Napoli), Comitato Verità per Aldo Bianzino (Perugia), Studenti Scuole Superiori, European Coalition for Just and Effective Drug Policies (ENCOD Italia), Million Marijuana March (Italia), Ass.ne Ecorevolution, Ass.ne Attivamente, Ass.ne Tilt, Ass.ne Giovani per Turania, Ass.ne Ascia, Ass.ne Freeweed, Quadraro Massive Sound System, SEL, Overgrow Comunity, Sicilcanapa, P.I.C. – Pazienti Impazienti Cannabis, alcuni pazienti, Forum Droghe, Ass.ne Antigone, Teatro Valle Occupato (Roma), C.S.O.A. Le Macerie Baracche Ribelli (Molfetta- BA), Ass.ne Campagnano-r@p Rete Autorganizzazione Popolare, Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa (Milano), S.P.A. Leoncavallo (Milano), Ass.ne Cannabica La Kalada (Barcellona,Spain), Nuovo Cinema Palazzo (Roma), Comunità S. Benedetto al Porto (Genova), Radio Torre Sound System, ESC – Atelier Autogestito (Roma), Parsec Cooperativa Sociale (Roma), A.D.E.C. Assonabis, M.D.A. – Movimento Disoccupati Autorganizzati (Acerra – NA), C.S.O.A. Ex Macello (Acerra – NA), Strike spazio pubblico autogestito (Roma), Parasite Conspiracy, Folletto 25603 (Abbiategrasso – MI), P33racy – pirateria permanente in rete, TPO – Teatro Polivalente Occupato (Bologna), SMK Videofactory (Bologna), Centri Sociali del nord-est, Studenti medi Autorganizzati (Bologna), Centro sociale Làbas occupato (Bologna), CAT cooperativa Sociale (Firenze), La Terra Trema, Ass.ne LaTenda onlus (Roma), coordinamento FreeTAZ, Ass.ne Tivoli Liberatutti, Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti, LINK – Coordinamento Universitario, Mestiza S.P.A. (Taranto), Ass.ne Culturale CanaPuglia, Movimento di Strada Liberi Tutti (artisti di strada – Roma), C.S.O.A. Corto Circuito (Roma), C.S.O.A. Terra di Nessuno (Genova), ArtLab Occupato (Parma), gruppo artistico/letterario dei Cardiopatici (Roma), C.S.A. La Torre (Roma), Movimento Canapa Catania, C.S.A. Lazzaretto (Bologna), Comunità in Resistenza di Empoli, S.P.A. Filorosso ’95 (Cosenza), Collettivo Universitario UniOn Parma, C.S.O.A. Zona 22 (San Vito Chietino), Ass.ne Ida – Iniziativa Donne Aids (Bologna), Gruppo Autonomo Viareggio Ultras, C.S.O.A. Sars (Viareggio), Collettivo Alternativa Ribelle (Varese e Gallarate), ARCI Nazionale, collettivo “L’otto per la legalizzazione”, C.S.A. La Talpa e l’Orologio (Imperia), Rototom Sunsplash, ITARDD – Rete Italiana della Riduzione del Danno, COBS – Coordinamento Operatori Servizi a Bassa Soglia del Piemonte, Fabrizio Dentini (autore del libro “Canapa Medica”), Luca Gibillini (Consigliere Comunale Milano – Sel)



Fonte:

VALLE DEL GIORDANO: DOPO LO SGOMBERO DI EIN HAJLA NASCE UN NUOVO VILLAGGIO DI PROTESTA