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Liberi tutti, in serata, gli otto ragazzi arrestati nella caccia all'uomo delle forze dell'ordine seguita alla carica sul lungotevere di Roma quando è stato fermato il corteo di alcune decine di migliaia di persone che manifestava nell'ambito dello sciopero generale europeo e voleva raggiungere il presidio autorizzato sotto Montecitorio.
Uno dei difensori, l'avvocato Francesco Romeo, ha riferito che per due dei fermati non è stato convalidato l'arresto con l'immediata scarcerazione, mentre per gli altri sei è avvenuta la convalida con scarcerazione e unico obbligo quello della firma giornaliera. L'obbligo di firma è stato disposto dal Gip per Massimo D'Angelo, Lorenzo Bartoli, Natasha Grdich, Riccardo Masoch, Mattia Tommasi e Cristopher Chiesa.
La convalida non è stata invece stata accolta relativamente alle posizioni di Adriano Pasqua e Stefano Minore, quest'ultimo difeso proprio dall'avvocato Romeo. Per tutti gli indagati il pm Tescaroli aveva sollecitato la misura degli arresti domiciliari.
Per tutti le accuse contestate erano di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni e non devastazione e saccheggio come era circolato nell'immediatezza della retata. Il gip ha voluto esaminare i filmati e le foto realizzate nel corso degli scontri prima di prendere la decisione.
Intanto, di fronte all'evidenza della brutalità poliziesca, la notizia della liberazione passa in secondo piano nell'agenda setting in favore. Un secondo filmato, e probabilmente alcuni testimoni, dimostra che i lacrimogeni sono stati lanciati anche dal tetto del palazzo del ministero di Giustizia. Mentre la questura annuncia indagini severe e la procura ha anche aperto un fascicolo sugli eccessi delle forze dell'ordine, suonano grottesche le difese d'ufficio su alcuno organi di informazione per accreditare la plausibilità della tesi del questore secondo cui i lacrimogeni sarebbero stati lanciati da terra ma deviati dal palazzo.
La politica ufficiale, invece, ignora il tema del codice alfanumerico sulle giubbe di chi agisce travisato in ordine pubblico. A lanciarlo, in questa occasione, un giornalista di Micromega, Giacomo Russo Spena accolto dal silenzio tombale degli ambienti sindacali della Ps. Interviene però Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: «E' arrivato il momento di introdurre il codice alfanumerico sulle divise che renda accertabile la responsabilità individuale di chi sbaglia evitando la criminalizzazione di massa».
sabato 17 novembre 2012 00:25
Fonte:
http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41303&typeb=0&14N-liberi-con-obbligo-di-firma-gli-arrestati-di-Roma
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