Scritto da DirittiDistorti | |||||||
Lunedì 24 Dicembre 2012 11:44 | |||||||
La
resistenza dei lavoratori sardi del Sulcis per difendere il posto di
lavoro e quindi la possibilità di un futuro, questa volta si sposta nel
buio della miniera della galleria Villamarina di Monteponi.
Non è più l’Asinara, l’isola dei cassintegrati, ma lo spazio stretto e
buio dove un gruppo di lavoratori della Rockwool hanno scelto di
passare il loro Natale di protesta.
Sono lì dal 12 novembre per chiedere che la Regione dia risposte e
occupazione: chiedono il rispetto dell'accordo siglato un anno fa,
l'inquadramento nell'organismo Carbosulcis, a tempo indeterminato, e non
quanto proposto venerdì scorso dalla Giunta, con la stabilizzazione a
tempi determinato nell'Ati-Infras che si occuperà delle bonifiche nelle
aree minerarie dismesse.
Si chiedono certezze e non continui rinvii, come quelli che hanno
accompagnato la vicenda della Eurallumina, arrivata al quarto anno di
fermata produttiva.
Per far capire meglio le loro intenzioni i lavoratori si sono murati nella miniera abbandonata.
Al di là del muro i lavoratori non sono soli, un gruppo di ragazzi
che si sono definiti “Figli della crisi” hanno allestito una tenda
davanti al palazzo del Consiglio regionale.
Sono studenti, giovani del Sulcis, figli, nipoti, parenti di chi in
questi anni ha cercato di salvare il posto di lavoro con manifestazioni
di piazza, occupazioni, lunghe trasferte per protestare davanti ai
palazzi romani.
"Sarà un Natale diverso all'insegna della protesta", spiegano i Figli
della crisi che rivendicano "il diritto a essere riconosciuti come
parte sociale, a essere informati e interpellati riguardo alle politiche
che sono portate avanti in un periodo così difficile per le nostre
famiglie".
I giovani rivendicano anche "il diritto all'istruzione e al lavoro e a
poter vivere nella propria terra senza dover andare via alla ricerca di
una fortuna che sembra solo un'illusione".
Sotto una tenda bianca, illuminata come una capanna natalizia, i ragazzi si alterneranno in presidio fino al 2 gennaio.
Una capanna per un presepe diverso, vivente, laico, o sacro se sacro è il lavoro.
A.V.
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Perchè questo nome:
Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.
Donatella Quattrone
lunedì 24 dicembre 2012
Sardegna. Natale in miniera
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