31 gennaio, 2013 - 20:30
Si è svolta oggi a L'Aquila la quarta e ultima udienza del processo
che vedeva imputato di stupro, lesioni aggravate e tentato omicidio il
militare Francesco Tuccia.
Questo processo si è svolto a porte chiuse e femministe, lesbiche, compagne hanno presidiato quel tribunale ogni volta per dire che la violenza riguarda tutte.
Durante l'udenza di oggi hanno parlato i periti di parte dello stupratore e lui stesso, poi sono state tenute le requisitorie, infine il PM ha chiesto una condanna a 14 anni. La sentenza invece ha condannato Francesco Tuccia, militare in servizio a L'aquila per l'operazione strade sicure a 8 anni e 50.000 euro. Il processo oggi è stato molto pesante, le requisitorie della difesa basate su l'imcredibile tesi della insussistenza della pena, dal momento che la ragazza massacrata dal Tuccia e abbandonata sulla neve, che riporta lesioni permanenti, sarebbe stata consenziente. Inoltre questi avvocati hanno anche puntato il dito contro una campagna mediatica che hanno definito violenta cioè la presenza di compagne, femministe, lesbiche che hanno portato solidarietà alla ragazza. All'emissione della sentenza slogan contro lo stupratore assassino e i suoi avvocati.
Questo processo si è svolto a porte chiuse e femministe, lesbiche, compagne hanno presidiato quel tribunale ogni volta per dire che la violenza riguarda tutte.
Durante l'udenza di oggi hanno parlato i periti di parte dello stupratore e lui stesso, poi sono state tenute le requisitorie, infine il PM ha chiesto una condanna a 14 anni. La sentenza invece ha condannato Francesco Tuccia, militare in servizio a L'aquila per l'operazione strade sicure a 8 anni e 50.000 euro. Il processo oggi è stato molto pesante, le requisitorie della difesa basate su l'imcredibile tesi della insussistenza della pena, dal momento che la ragazza massacrata dal Tuccia e abbandonata sulla neve, che riporta lesioni permanenti, sarebbe stata consenziente. Inoltre questi avvocati hanno anche puntato il dito contro una campagna mediatica che hanno definito violenta cioè la presenza di compagne, femministe, lesbiche che hanno portato solidarietà alla ragazza. All'emissione della sentenza slogan contro lo stupratore assassino e i suoi avvocati.
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