Dal 22 al 24 maggio, si riunisce il calcio europeo a Londra per il comitato esecutivo e il congresso annuale della Uefa.
In vista alla partecipazione della
Federcalcio alle riunioni di Londra, la campagna Cartellino rosso
all’Apartheid israeliana organizza un sit-in di protesta martedì 21 maggio alle ore 11.30
contro la decisione della UEFA di concedere l’onore di ospitare il
campionato Under 21 ad Israele, paese che si fa beffa del diritto
internazionale, occupando militarmente la Palestina e imponendo un
sistema di apartheid sul popolo palestinese. I manifestanti denunciano
anche la mancata presa di posizione da parte della Federcalcio, pur dichiarando un impegno per il calcio palestinese.
Mentre gli azzurrini si preparano ai giochi in Israele, ai giovani palestinesi sono negati i diritti fondamentali di studiare, muoversi, partecipare allo sport, e di vivere. Le brutali politiche di Israele non risparmiano nessun aspetto della vita dei palestinesi. Lo sport palestinese è stato più volte oggetto diretto di attacchi militari israeliani. Nei bombardamenti israeliani su Gaza del novembre 2012, infrastrutture sportive e del calcio, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paralimpico e lo stadio di calcio di Gaza, sono state distrutte, mente colpi di artiglieria su campi sportivi hanno ucciso ragazzi palestinesi a Gaza mentre giocavano a pallone.
Queste azioni criminali hanno portato 50 calciatori europei ad affermare: “Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport.” In una lettera a Platini, anche l’ex ministro francese dello sport ha chiesto alla Uefa di spostare la coppa Under 21.
Il 24 maggio a Londra, attivisti della campagna Cartellino rosso provenienti da diversi paesi europei, l’Italia inclusa, manifesteranno davanti al congresso annuale della UEFA. Si è anche fatta formale richiesta perché Mahmoud Sarsak, giocatore palestinese detenuto dalle autorità israeliane per tre anni senza capo d’accusa né processo e rilasciato solo dopo tre mesi di sciopero della fame ed una protesta internazionale, possa intervenire al Congresso.
Se l’UEFA dovesse scegliere ignorare i tanti appelli per spostare il campionato, dando così ad Israele l’opportunità di presentare come paese normale e democratico, Cartellino Rosso all’Apartheid israeliana farà appello perché si svolgano proteste in tutta l’Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele, auspicando l’apertura di un dibattito pubblico sul tema e una diffusa mobilitazione della società civile.
La campagna Cartellino Rosso fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005, che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo importante.
Finché Israele non rispetta la legalità internazionale e i diritti umani, e continua a operare contro i valori dello sport, non merita di essere premiato con eventi sportivi internazionali e non ha nessun diritto di rimanere nella UEFA.
Mentre gli azzurrini si preparano ai giochi in Israele, ai giovani palestinesi sono negati i diritti fondamentali di studiare, muoversi, partecipare allo sport, e di vivere. Le brutali politiche di Israele non risparmiano nessun aspetto della vita dei palestinesi. Lo sport palestinese è stato più volte oggetto diretto di attacchi militari israeliani. Nei bombardamenti israeliani su Gaza del novembre 2012, infrastrutture sportive e del calcio, tra cui la sede del Comitato Nazionale Paralimpico e lo stadio di calcio di Gaza, sono state distrutte, mente colpi di artiglieria su campi sportivi hanno ucciso ragazzi palestinesi a Gaza mentre giocavano a pallone.
Queste azioni criminali hanno portato 50 calciatori europei ad affermare: “Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo UEFA Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport.” In una lettera a Platini, anche l’ex ministro francese dello sport ha chiesto alla Uefa di spostare la coppa Under 21.
Il 24 maggio a Londra, attivisti della campagna Cartellino rosso provenienti da diversi paesi europei, l’Italia inclusa, manifesteranno davanti al congresso annuale della UEFA. Si è anche fatta formale richiesta perché Mahmoud Sarsak, giocatore palestinese detenuto dalle autorità israeliane per tre anni senza capo d’accusa né processo e rilasciato solo dopo tre mesi di sciopero della fame ed una protesta internazionale, possa intervenire al Congresso.
Se l’UEFA dovesse scegliere ignorare i tanti appelli per spostare il campionato, dando così ad Israele l’opportunità di presentare come paese normale e democratico, Cartellino Rosso all’Apartheid israeliana farà appello perché si svolgano proteste in tutta l’Italia l’8 giugno, giorno della partita Italia – Israele, auspicando l’apertura di un dibattito pubblico sul tema e una diffusa mobilitazione della società civile.
La campagna Cartellino Rosso fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005, che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo importante.
Finché Israele non rispetta la legalità internazionale e i diritti umani, e continua a operare contro i valori dello sport, non merita di essere premiato con eventi sportivi internazionali e non ha nessun diritto di rimanere nella UEFA.
CARTELLINO ROSSO ALL’APARTHEID ISRAELIANA
Prime adesioni: Rete Romana di Solidarietà con il
Popolo palestinese; Gruppo BDS Roma; Per non dimenticare Gaza; Un ponte
per…; Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese; Freedom Flotilla Italia;
Partito dei Comunisti italiani.
Per adesioni: cartellino.rosso.bdsitalia@gmail.com
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