Il più popolare e influente cartoonist politico
palestinese viene ucciso davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è
sconosciuto, anche se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il
primo sospettato.
Ideatore dell'Handala,
nacque nel 1937 in un piccolo villaggio nell'alta Galilea, fra Nazareth ed il
lago di Tiberiade. La sua famiglia, composta da quattro figli, oltre al padre
ed alla madre, era la classica famiglia contadina che viveva della coltivazione
della terra intorno all' abitazione.
Negli anni quaranta Asciagiara, subì numerosi attacchi
militari da parte dei coloni per poi essere raso al suolo definitivamente nel
1948.
Chi riuscì a sopravvivere al massacro cercò una sistemazione
di fortuna nei vari campi profughi che l'ONU stava allestendo nella regione. La
famiglia di Naji Al-Ali trovò rifugio nel campo profughi di Ein Al-Hilwe,
vicino a Sidone, nel sud del Libano.
«Lì, la vita era al limite della dignità umana, vivevamo in
sei in un'unica tenda la metà della quale era stata trasformata in una sorta di
spaccio dove mio padre vendeva le sigarette, gli ortaggi, ed altri oggetti di
poco valore»
Agli inzi degli anni cinquanta, Naji si trasferi a Beirut
alla ricerca di un lavoro. Come casa aveva una tenda offertagli dall'UNRWA nel
campo profughi di Chatila. Negli anni ’50, dopo vari spostamenti nei paesi
arabi in cerca di lavoro, tornò in Libano e si iscrisse all' "Accademia
delle Belle Arti" di Beirut. Durante gli studi fece esperienza politica,
che fu causa di ben sei arresti, ma ben presto abbandonò il partito ritenendosi
non adatto alla militanza partitica.
Negli anni a seguire orientò il suo talento artistico verso
forme d’arte come la “caricatura”, già utilizzata come "mezzo di
comunicazione" durante la sua prigionia. La caricatura poteva e doveva
svolgere un ruolo importante nella sensibilizzazione e nella mobilitazione
delle masse per la difesa dei propri diritti. Cosi l'arte diventò per Naji
Al-Ali un dovere in quanto strumento di lotta.
Naji Al-Ali riuscì a costruirsi una solida formazione, che
gli consentì di affermarsi su diversi giornali e riviste. In tutta la sua vita,
non cercò la fama, e ancor meno il successo economico. Mirò unicamente a
servire il suo popolo e la sua patria, pagando a caro prezzo le sue idee ed il
compito che si era prefissato. La sua coerenza ed onestà intellettuale infatti
lo costrinsero all’esilio dal mondo arabo e la sera del 22/7/1987, a Londra,
uno sconosciuto gli sparò.
Naji morì, lasciando in eredità al suo popolo, e al mondo,
circa 40.000 vignette, frutto di 25 anni di instancabile e appassionata
attività in favore degli oppressi di tutto il mondo.
«Io milito per la causa palestinese e non per le singole
fazioni palestinesi. Non disegno per conto di qualcuno, disegno solo per la
Palestina, che per me si estende dall'Oceano Atlantico fino al Golfo. I miei
personaggi sono pochi, il ricco e il povero, l'oppressore e gli oppressi... e
non mi sembra che la realtà si discosti molto da questo».
Naji Al-Ali (Galilea 1937 / Londra 1987)
Fonte:
Il
più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso
davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche
se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo
sospettato.
Ideatore dell'Handala,
nacque nel 1937 in un piccolo villaggio nell'alta Galilea, fra Nazareth
ed il lago di Tiberiade. La sua famiglia, composta da quattro figli,
oltre al padre ed alla madre, era la classica famiglia contadina che
viveva della coltivazione della terra intorno all' abitazione.
Negli anni quaranta
Asciagiara, subì numerosi attacchi militari da parte dei coloni per poi
essere raso al suolo definitivamente nel 1948.
Chi riuscì a
sopravvivere al massacro cercò una sistemazione di fortuna nei vari
campi profughi che l'ONU stava allestendo nella regione. La famiglia di
Naji Al-Ali trovò rifugio nel campo profughi di Ein Al-Hilwe, vicino a
Sidone, nel sud del Libano.
«Lì, la vita era al
limite della dignità umana, vivevamo in sei in un'unica tenda la metà
della quale era stata trasformata in una sorta di spaccio dove mio padre
vendeva le sigarette, gli ortaggi, ed altri oggetti di poco valore»
Agli inzi degli anni
cinquanta, Naji si trasferi a Beirut alla ricerca di un lavoro. Come
casa aveva una tenda offertagli dall'UNRWA nel campo profughi di
Chatila. Negli anni ’50, dopo vari spostamenti nei paesi arabi in cerca
di lavoro, tornò in Libano e si iscrisse all' "Accademia delle Belle
Arti" di Beirut. Durante gli studi fece esperienza politica, che fu
causa di ben sei arresti, ma ben presto abbandonò il partito ritenendosi
non adatto alla militanza partitica.
Negli anni a seguire
orientò il suo talento artistico verso forme d’arte come la
“caricatura”, già utilizzata come "mezzo di comunicazione" durante la
sua prigionia. La caricatura poteva e doveva svolgere un ruolo
importante nella sensibilizzazione e nella mobilitazione delle masse per
la difesa dei propri diritti. Cosi l'arte diventò per Naji Al-Ali un
dovere in quanto strumento di lotta.
Naji Al-Ali riuscì a
costruirsi una solida formazione, che gli consentì di affermarsi su
diversi giornali e riviste. In tutta la sua vita, non cercò la fama, e
ancor meno il successo economico. Mirò unicamente a servire il suo
popolo e la sua patria, pagando a caro prezzo le sue idee ed il compito
che si era prefissato. La sua coerenza ed onestà intellettuale infatti
lo costrinsero all’esilio dal mondo arabo e la sera del 22/7/1987, a
Londra, uno sconosciuto gli sparò.
Naji morì, lasciando
in eredità al suo popolo, e al mondo, circa 40.000 vignette, frutto di
25 anni di instancabile e appassionata attività in favore degli oppressi
di tutto il mondo.
«Io
milito per la causa palestinese e non per le singole fazioni
palestinesi. Non disegno per conto di qualcuno, disegno solo per la
Palestina, che per me si estende dall'Oceano Atlantico fino al Golfo. I
miei personaggi sono pochi, il ricco e il povero, l'oppressore e gli
oppressi... e non mi sembra che la realtà si discosti molto da questo».
- See more at: http://www.palestinarossa.it/?q=it/content/story/memoria-di-naji-al-ali#sthash.NBlQWih1.dpuf
Il
più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso
davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche
se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo
sospettato.
Ideatore dell'Handala,
nacque nel 1937 in un piccolo villaggio nell'alta Galilea, fra Nazareth
ed il lago di Tiberiade. La sua famiglia, composta da quattro figli,
oltre al padre ed alla madre, era la classica famiglia contadina che
viveva della coltivazione della terra intorno all' abitazione.
Negli anni quaranta
Asciagiara, subì numerosi attacchi militari da parte dei coloni per poi
essere raso al suolo definitivamente nel 1948.
Chi riuscì a
sopravvivere al massacro cercò una sistemazione di fortuna nei vari
campi profughi che l'ONU stava allestendo nella regione. La famiglia di
Naji Al-Ali trovò rifugio nel campo profughi di Ein Al-Hilwe, vicino a
Sidone, nel sud del Libano.
«Lì, la vita era al
limite della dignità umana, vivevamo in sei in un'unica tenda la metà
della quale era stata trasformata in una sorta di spaccio dove mio padre
vendeva le sigarette, gli ortaggi, ed altri oggetti di poco valore»
Agli inzi degli anni
cinquanta, Naji si trasferi a Beirut alla ricerca di un lavoro. Come
casa aveva una tenda offertagli dall'UNRWA nel campo profughi di
Chatila. Negli anni ’50, dopo vari spostamenti nei paesi arabi in cerca
di lavoro, tornò in Libano e si iscrisse all' "Accademia delle Belle
Arti" di Beirut. Durante gli studi fece esperienza politica, che fu
causa di ben sei arresti, ma ben presto abbandonò il partito ritenendosi
non adatto alla militanza partitica.
Negli anni a seguire
orientò il suo talento artistico verso forme d’arte come la
“caricatura”, già utilizzata come "mezzo di comunicazione" durante la
sua prigionia. La caricatura poteva e doveva svolgere un ruolo
importante nella sensibilizzazione e nella mobilitazione delle masse per
la difesa dei propri diritti. Cosi l'arte diventò per Naji Al-Ali un
dovere in quanto strumento di lotta.
Naji Al-Ali riuscì a
costruirsi una solida formazione, che gli consentì di affermarsi su
diversi giornali e riviste. In tutta la sua vita, non cercò la fama, e
ancor meno il successo economico. Mirò unicamente a servire il suo
popolo e la sua patria, pagando a caro prezzo le sue idee ed il compito
che si era prefissato. La sua coerenza ed onestà intellettuale infatti
lo costrinsero all’esilio dal mondo arabo e la sera del 22/7/1987, a
Londra, uno sconosciuto gli sparò.
Naji morì, lasciando
in eredità al suo popolo, e al mondo, circa 40.000 vignette, frutto di
25 anni di instancabile e appassionata attività in favore degli oppressi
di tutto il mondo.
«Io
milito per la causa palestinese e non per le singole fazioni
palestinesi. Non disegno per conto di qualcuno, disegno solo per la
Palestina, che per me si estende dall'Oceano Atlantico fino al Golfo. I
miei personaggi sono pochi, il ricco e il povero, l'oppressore e gli
oppressi... e non mi sembra che la realtà si discosti molto da questo».
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più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso
davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche
se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo
sospettato.
Ideatore dell'Handala,
nacque nel 1937 in un piccolo villaggio nell'alta Galilea, fra Nazareth
ed il lago di Tiberiade. La sua famiglia, composta da quattro figli,
oltre al padre ed alla madre, era la classica famiglia contadina che
viveva della coltivazione della terra intorno all' abitazione.
Negli anni quaranta
Asciagiara, subì numerosi attacchi militari da parte dei coloni per poi
essere raso al suolo definitivamente nel 1948.
Chi riuscì a
sopravvivere al massacro cercò una sistemazione di fortuna nei vari
campi profughi che l'ONU stava allestendo nella regione. La famiglia di
Naji Al-Ali trovò rifugio nel campo profughi di Ein Al-Hilwe, vicino a
Sidone, nel sud del Libano.
«Lì, la vita era al
limite della dignità umana, vivevamo in sei in un'unica tenda la metà
della quale era stata trasformata in una sorta di spaccio dove mio padre
vendeva le sigarette, gli ortaggi, ed altri oggetti di poco valore»
Agli inzi degli anni
cinquanta, Naji si trasferi a Beirut alla ricerca di un lavoro. Come
casa aveva una tenda offertagli dall'UNRWA nel campo profughi di
Chatila. Negli anni ’50, dopo vari spostamenti nei paesi arabi in cerca
di lavoro, tornò in Libano e si iscrisse all' "Accademia delle Belle
Arti" di Beirut. Durante gli studi fece esperienza politica, che fu
causa di ben sei arresti, ma ben presto abbandonò il partito ritenendosi
non adatto alla militanza partitica.
Negli anni a seguire
orientò il suo talento artistico verso forme d’arte come la
“caricatura”, già utilizzata come "mezzo di comunicazione" durante la
sua prigionia. La caricatura poteva e doveva svolgere un ruolo
importante nella sensibilizzazione e nella mobilitazione delle masse per
la difesa dei propri diritti. Cosi l'arte diventò per Naji Al-Ali un
dovere in quanto strumento di lotta.
Naji Al-Ali riuscì a
costruirsi una solida formazione, che gli consentì di affermarsi su
diversi giornali e riviste. In tutta la sua vita, non cercò la fama, e
ancor meno il successo economico. Mirò unicamente a servire il suo
popolo e la sua patria, pagando a caro prezzo le sue idee ed il compito
che si era prefissato. La sua coerenza ed onestà intellettuale infatti
lo costrinsero all’esilio dal mondo arabo e la sera del 22/7/1987, a
Londra, uno sconosciuto gli sparò.
Naji morì, lasciando
in eredità al suo popolo, e al mondo, circa 40.000 vignette, frutto di
25 anni di instancabile e appassionata attività in favore degli oppressi
di tutto il mondo.
«Io
milito per la causa palestinese e non per le singole fazioni
palestinesi. Non disegno per conto di qualcuno, disegno solo per la
Palestina, che per me si estende dall'Oceano Atlantico fino al Golfo. I
miei personaggi sono pochi, il ricco e il povero, l'oppressore e gli
oppressi... e non mi sembra che la realtà si discosti molto da questo».
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Il
più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso
davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche
se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo
sospettato. - See more at:
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più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso
davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche
se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo
sospettato. - See more at:
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più popolare e influente cartoonist politico palestinese viene ucciso
davanti alla sua abitazione a Londra. L'assassino è sconosciuto, anche
se l'agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, è il primo
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