Sabato, 07 Dicembre 2013 17:34
Di
Antonio Mazzeo
La
Sicilia poligono sperimentale dei velivoli senza pilota destinati ai
futuri scacchieri di guerra. Le società Piaggio Aereo Industries e Selex
Es riferiscono di aver utilizzato a novembre la base del 37° Stormo
dell’Aeronautica militare di Trapani Birgi per i test di volo del
dimostratore P.1HH DEMO, il nuovo aereo a pilotaggio remoto realizzato
nell’ambito del programma denominato “HammerHead” (Squalo Martello).
Il drone è decollato da Birgi per la prima volta il 14 novembre
sorvolando sul Mediterraneo per circa 12 minuti alla quota di 2.000
piedi e a una velocità di 170 nodi. Le operazioni sperimentali sono
state condotte da un team congiunto Piaggio - Selex con il supporto del
personale militare dello scalo siciliano. Nella sua breve attività
aerea, il
dimostratore è stato scortato da due caccia-addestratori MB.339
dell’Aeronautica militare. Ai test sperimentali hanno contribuito pure
la Marina militare e l’Esercito. Un mese prima, infatti, il drone era
stato trasferito in Sicilia a bordo della nave da sbarco “San Marco”
dopo un ciclo di prove effettuato sulle piste dell’aeroporto di
Decimomannu (Sardegna). Il
velivolo fu imbragato nel porto di Cagliari da un elicottero CH-47
dell’Esercito italiano e successivamente posizionato sul ponte di volo
della “San Marco” diretta a Trapani.
“Questo genere di programmi ad elevato contenuto tecnologico
determina significative ricadute sull’acquisizione di competenze
dell’industria italiana”, ha spiegato l’ufficio stampa del ministero
della Difesa. “L’adozione e l’integrazione di tecnologie all’avanguardia
a livello mondiale consentiranno un sensibile sviluppo della capacità
di controllo d’area, rendendo possibile la monitorizzazione simultanea
ed in tempo reale di un’area di centinaia di Km quadrati, ampliando
notevolmente le capacità operative e lo spettro dei possibili servizi
fornibili dai sistemi a pilotaggio remoto”. L’Aeronautica militare
guarda con particolare interesse allo sviluppo del velivolo prodotto da
Piaggio Aereo Industries. Nel giugno 2013, il generale Claudio
Debertolis, segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli
armamenti, ha dichiarato che lo “squalo martello” potrebbe essere
chiamato a sostituire i velivoli senza pilota Reapers, utilizzati dalle
forze aeree in Afghanistan e Pakistan e da qualche mese pure nel Canale
di Sicilia nell’ambito dell’operazione anti-migranti “Mare Nostrum”.
Debertolis ha aggiunto che l’Italia potrebbe ordinare una decina di
questi nuovi droni e che gli stessi potrebbero essere dotati di sistemi
missilistici o bombe. “I P.1HH sono abbastanza grandi da poter ospitare
armi al loro interno”, ha dichiarato il generale. Da drone-spia il
velivolo diverrebbe così un drone-killer, consentendo così
all’Aeronautica italiana di intervenire in Africa e Medio oriente con un
micidiale sistema di morte. “Siamo intenzionati a inviare una lettera
d’intenti ad altri paesi partner per promuovere il velivolo”, ha
aggiunto il generale Claudio Debertolis. Secondo l’amministratore
delegato di Piaggio Industries, Alberto Galassi, lo “squalo martello” è
pure il migliore candidato per il programma dell’Unione europea di
sviluppo di un prototipo MALE (medium-altitude and long-endurance), cioè
in grado di volare a medie altitudine e per lungo tempo.
Il P.1HH “HammerHead” è la versione senza pilota del bimotore P.180
prodotto dalle officine Piaggio e utilizzato in ambito civile e
militare da numerosi paesi al mondo. Con un’apertura alare di 15,5
metri, il drone può raggiungere la quota di 13.700 metri e permanere in
volo per più di 16 ore. La missione è gestita da una stazione di terra,
collegata attraverso un centro di comunicazione in linea di vista e via
satellite che consente il controllo remoto dei sistemi di navigazione
dell’aeromobile. Il velivolo è stato dotato da Selex ES (gruppo
Finmeccanica) di torrette elettro-ottiche, visori a raggi infrarossi e
radar “Seaspray 7300”. L’azienda italiana ha pure realizzato le
apparecchiature di gestione e controllo del velivolo e del segmento di
terra, sulla base del sistema SkyISTAR ideato - come specifica Selex -
per “svolgere missioni di pattugliamento; intelligence, sorveglianza e
riconoscimento (ISR); individuare target puntuali e rispondere alle
diverse minacce che spaziano dagli attacchi terroristici
all’immigrazione illegale, alla protezione delle zone economiche
esclusive, alle infrastrutture e siti critici”.
L’annuncio del primo volo sperimentale dello “squalo martello” da
Trapani Birgi è stato fatto in occasione del Dubai Airshow 2013, la
fiera internazionale del settore aereo, civile e militare, tenutasi
recentemente negli Emirati Arabi Uniti. Dal 2006 Piaggio Industries è
controllata in buona parte da Mubadala Aerospace, società aerospaziale
della Mubadala Development Company, holding finanziaria del governo di
Abu Dhabi e partner del colosso Lockheed Martin (il produttore dei
controversi cacciabombardieri F-35 e del nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari MUOS della Marina militare USA) e di
Alenia Aermacchi (Finmeccanica) per realizzare i 48 velivoli
d’addestramento M343 acquistati dagli Emirati. A fine novembre
2013, Mubadala Aerospace ha accresciuto la sua quota in Piaggio Aereo
dal 33 al 41% a seguito di un aumento di capitale di 190 milioni di euro
circa. Contestualmente anche Tata Ltd., società con sede a Londra ma
dipendente dal gruppo indiano Tata, ha portato al 44,5% il proprio
controllo azionario di Piaggio, mentre l’investitore italiano Piero
Ferrari è cresciuto dall’1 al 2%. A vendere, il fondo d’investimento
HDI, passato dal 33 al 12,5%.
Negli Emirati, Piaggio Aereo ha pure avviato una partnership
strategica con Adasi (Abu Dhabi Autonomous System Investments), holding
finanziaria con sede ad Abu Dhabi, per sviluppare un nuovo aereo
pattugliatore multiruolo per missioni di sorveglianza (Mmppaa -
Multirole Patrol Aircraft). L’accordo del valore di circa 100 milioni di
euro prevede la progettazione e la realizzazione di due prototipi entro
la fine del 2014. Nonostante l’industria aerea sia ormai in mano quasi
esclusivamente a capitali arabi e indiani, il contratto è stato inserito
nell’ambito dei programmi di cooperazione militare Italia-Emirati Arabi
Uniti.
Il nuovo velivolo sarà destinato a missioni di sorveglianza aerea,
pattugliamento terrestre, costiero e marittimo e persino a comunicazioni
d’intelligence. L’Mmppaa avrà un’autonomia di volo di 10 ore, un raggio
operativo di oltre 6.100 km, una velocità di crociera di 650 km all’ora
e verrà equipaggiato con un radar di ricerca e sensori elettrottici ed
infrarossi.
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