di Lele Rizzo – Blog su Huffingtonpost-E’ un gigabyte di dati di ogni genere il risultato che Anonymous Italy ha messo a segno con l’operazione #AntiSecIta di questa notte nei confronti dei server della Polizia di Stato.
Il network di attivisti digitali ha rilasciato veri e propri leaks di
ogni genere che hanno dimostrato la vulnerabilità dei sistemi di
sicurezza informatica dei “controllori” della rete e dell’ordine
pubblico.
Sono un fan di Anon, perché le nostre attività si sono incontrate
nella lotta notav più volte, dandoci supporto attraverso la rete e i
mezzi informatici.
Il materiale è senza dubbio “interessante” come direbbero dalle parti
dei commissariati, ma essendo moltissimo non posso entrare nel merito
del suo contenuto, senza alcun dubbio autentico.
Essendo citato da alcuni documenti sottratti dai pc della Questura,
mi sono soffermato a leggere alcune parti dei leaks che mi riguardano
personalmente e per appartenenza ai movimenti, e ho trovato molte
corrispondenze ai tanti articoli letti sui media mainstream nel tempo,
che tentano di inquadrare “Galassie” e “mappe della protesta”; o ancora
le analisi di qualche prima firma nei salotti televisivi che in poche
battute (sempre quelle di queste informative) “leggeva“ il movimento
notav con scarsi risultati di avvicinarsi alla realtà.
E’ veramente incredibile come alcuni giornalisti facciano
esclusivamente copia e incolla da questa documentazione (che un tempo
poteva considerarsi “riservata”) e ne traggano considerazioni
sociologiche lapidarie!
La politica mi sembra che usi la stessa lente per leggere il
movimento e i movimenti in generale, affidandosi alle informative
dell’intelligence piuttosto che indagare ragioni e motivazioni di
studenti, lavoratori o cittadini. Un pressapochismo utile a reprimere
con la legge, con i manganelli o con i voti in Parlamento, istanze
sociali che molte volte sono anticipatrici della realtà che ci troveremo
ad affrontare.
Essere sotto controllo o sapere che esistono provocazioni o
infiltrati (come i manuali trafugati mostrano) è parte del passato e del
presente nelle lotte che si battono per un cambiamento radicale
dell’esistente, e non mi scandalizza più di tanto. Mi scandalizza che
attraverso le interpretazioni da questura e poi da tribunale, chi
detiene il potere, intenda scrivere la storia delle lotte.
Sul movimento notav infine sono molte le considerazioni da fare, una
in particolare: la ricerca di leader e sodalizi non fa che confermare la
forza che questo movimento si è costruito nel tempo, ovvero l’essere
autonomo, innovativo e concretamente popolare perché “fatto dal popolo”,
dove i leader hanno poco futuro, perché ci si alimenta di sogni e
pratiche collettive, e in quello ci si riconosce tutti.
Non riuscendo a spiegarlo nemmeno con le informative, il potere
arranca rispetto alla forza politica di chi non ha bisogno di un capo a
cui rispondere, di una figura a cui volgere lo sguardo, di un segretario
o di presidente che sia.
Segnalo due ottime letture dell’operazione di Anonymous sul portale Infoaut.org a cura del collettivo Info FreeFlow (@infofreeflow) e della redazione:
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