Di Salvatore Ricciardi:
novembre 5, 2012
novembre 5, 2012
A Firenze il prossimo fine settimana, dall’8 all’11 novembre, alla Fortezza da Basso si terrà:
«“Firenze 10+10/Unire le forze per un’altra Europa”
non vuole essere una commemorazione, ma un appuntamento che ha 2
obiettivi: rispondere con un fronte comune di forze sociali a livello
europeo alla crisi e alle politiche imposte dalle istituzioni dell’Ue e
della Bce; creare alleanze per una strategia a lungo termine capace di
costruire un’Europa sociale e dei cittadini. La presenza di tante realtà
quali reti, movimenti, sindacati, associazioni, ONG, di varia
provenienza e composizione va intesa come una ricerca di convergenze e
di lavoro comune verso una forte e diffusa mobilitazione antiliberista
che si ponga in alternativa all’Europa dei banchieri, alla supremazia
del mercato, alle speculazioni finanziarie, al fiscal compact».
(dal sito http://www.firenze1010.eu/it/)
Non una parola, sui massacri del luglio 2001 a Genova che precedettero la kermesse di Firenze nel 2002. Non una parola sui manifestanti buttati in carcere e sui poliziotti massacratori promossi.
«Dieci anni fa Firenze ospitò il
primo European Social Forum. L’appuntamento costituì un momento
straordinario nella costruzione di un demos di ampiezza continentale,
che presentò analisi, proposte e soluzioni che avrebbero evitato
all’Europa lo scontro con la terribile crisi economica, sociale e
democratica in cui è ora impantanata». (dal sito http://www.euroalter.com/IT/network/eventi/552/)
A questo punto è obbligatorio porci qualche sgradevole domanda:
- a Firenze nel 2002, in quella kermesse definita “demos di ampiezza continentale”,
con centinaia di migliaia di partecipanti, coccolati dal comune, dalla
provincia, dalla regione, dalla stampa e tollerati dalle forze
dell’ordine, cosa avvenne realmente?
- ci domandiamo: non avvenne per caso che un’area del movimento volle candidarsi
a “nuovo ceto politico”, presunto rappresentante delle diffuse figure
della precarietà? E per questa candidatura, quel “ceto politico”, forse
patteggiò (si o no?) il silenzio e l’acquiescenza sullo scempio
perpetrato dalle forze dell’ordine l’anno prima alla Diaz, a Bolzaneto e
nelle piazze del
G8, e l’oblio per quei dieci che oggi vengono sbattuti in galera con 100 anni complessivi di condanna?
Se poi quelle e quei candidati a “ceto politico” non
sono riusciti a occupare posti granché importanti, può darsi sia dipeso
dal fatto che posti liberi ne erano rimasti pochi o forse per effetto
della meritocrazia.
Quando
solidarizziamo con i compagni e le compagne incarcerate per le proteste
contro il G8 a Genova 2001, e dobbiamo continuare a farlo con sempre
maggior energia, non dimentichiamo il passaggio di Firenze-fortezza-da-Basso-2002, non dimentichiamo le responsabilità di una parte del movimento!
Questa è solo una faccia della medaglia. L’altra riguarda gli obiettivi di “Firenze 10+10”
«1) Costruire il consenso su un
insieme di richieste per la radicale democratizzazione dello spazio
europeo. Queste richieste e proposte saranno il soggetto di uno
strutturato dibattito online prima dell’Assemblea.
2) Contribuire all’innovazione delle
pratiche politiche dei movimenti, partiti e sindacati in Europa, con la
convinzione che la democrazia non dipende solo dalle istituzioni, ma
anche dalla capacità della cittadinanza attiva di sviluppare nuove
pratiche politiche transnazionali. Il processo partecipativo che
vogliamo stabilire per la costruzione dell’assemblea mira anche a
mostrare che un differente modello di pratiche democratiche
transnazionali è concepibile e implementabile». (http://www.euroalter.com/IT/network/eventi/552/%29/)
Che vuol dire: “radicale democratizzazione dello spazio europeo…”?
Che vuol dire: “innovazione delle pratiche politiche dei movimenti, partiti e sindacati”?
Non una parola sulla disoccupazione e sull’intensificazione dello
sfruttamento e della precarietà, sull’aumento della diseguaglianza
sociale e della povertà, sulle politiche dei sacrifici dei governi, sui
patti scellerati tra sindacati e governi contro chi lavora e chi cerca
lavoro. Non una parola sulle politiche razziste europee contro
l’immigrazione, sulla “fortezza europea”, sull’enorme aumento della
popolazione incarcerata e di quella sottoposta a controllo psichiatrico,
sulle politiche imperialiste dei governi italiani, e tanto, tanto altro
ancora”. Fonte:
http://contromaelstrom.com/2012/11/05/alcune-domande-scabrose-per-un-appuntamento-inquietante/
Nessun commento:
Posta un commento