di Redazione Contropiano
Lo ha deciso la Corte di Cassazione in sede civile
nella prima sentenza definitiva di condanna al risarcimento. E' la prima
verità su Ustica dopo il niente di fatto dei processi penali.
E' l'ammissione di colpa da parte dello Stato per via alquanto indiretta. Le cause penali - dovendo proteggere i vertici militari e politici di allora non hanno portato ad alcun risultato chiaro.
La causa civile, al contrario, ha riconosciuto che la tragedia è stata provocata da un missil e non da un "cedimento strutturale" né da un'esplosione interna al Dc9 Itavia con 81 persone a bordo.
In questi altri due casi infatti, la responsabilità del risarcimento sarebbe ricaduta sulla compagnia (ormai scomparsa) o sul costruttore dell'aereo. In caso di una bomba, invece, il carico economico del risarcimento sarebbe andato a chi gestiva i sistemi di sicurezza dell'aeroporto di Fiumicino, da cui l'aereo era partito.
Lo Stato, insomma, poteva venir chiamato in causa solo in caso di un missile sparato da aerei "nemici" o comunque non autorizzati a stare - armati - nello spazio aereo dell'incidente. Lo Stato italiano deve dunque risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli.
Un compromesso politico costruito nel corso di 33 anni, dunque, ma che almeno non si conclude - come per la strage di piazza Fontana . con l'insulto ai parenti delle vittime (lì condannate al pagamento delle spese processuali).
E' appena il caso di sottolineare che questo "Stato della vergogna" è anche quello che pretende di "cercare la verità". Con risultati veramente ignobili...
E' l'ammissione di colpa da parte dello Stato per via alquanto indiretta. Le cause penali - dovendo proteggere i vertici militari e politici di allora non hanno portato ad alcun risultato chiaro.
La causa civile, al contrario, ha riconosciuto che la tragedia è stata provocata da un missil e non da un "cedimento strutturale" né da un'esplosione interna al Dc9 Itavia con 81 persone a bordo.
In questi altri due casi infatti, la responsabilità del risarcimento sarebbe ricaduta sulla compagnia (ormai scomparsa) o sul costruttore dell'aereo. In caso di una bomba, invece, il carico economico del risarcimento sarebbe andato a chi gestiva i sistemi di sicurezza dell'aeroporto di Fiumicino, da cui l'aereo era partito.
Lo Stato, insomma, poteva venir chiamato in causa solo in caso di un missile sparato da aerei "nemici" o comunque non autorizzati a stare - armati - nello spazio aereo dell'incidente. Lo Stato italiano deve dunque risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli.
Un compromesso politico costruito nel corso di 33 anni, dunque, ma che almeno non si conclude - come per la strage di piazza Fontana . con l'insulto ai parenti delle vittime (lì condannate al pagamento delle spese processuali).
E' appena il caso di sottolineare che questo "Stato della vergogna" è anche quello che pretende di "cercare la verità". Con risultati veramente ignobili...
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