Ridotte in macerie quattro case palestinesi, seppur ricadessero sotto il
controllo di Ramallah. Dal 1967 la Valle del Giordano è uno dei
principali target dell'occupazione.
mercoledì 5 giugno 2013 09:06
Demolizioni in Cisgiordania (immagine di repertorio)
di Emma Mancini
Betlemme, 5 giugno 2013, Nena News - Non solo Area C. Ora i bulldozer israeliani demoliscono case palestinesi anche in Area A, che secondo gli Accordi di Oslo firmati nel 1993 da Israele e dall'OLP cade sotto il completo controllo militare e civile dell'Autorità Palestinese.
Ieri le forze israeliane hanno distrutto quattro abitazioni a Nuweima, nella Valle del Giordano, a Nord della città di Gerico. A renderlo noto il governatore della città palestinese che ha denunciato aspramente l'accaduto definendolo un'aperta violazione da parte israeliana.
Se per costruire in Area C è necessario il permesso dell'Amministrazione Civile israeliana - un permesso che nella stragrande maggioranza dei casi non viene mai concesso - in Area A non spetta ad Israele rilasciare documenti per la costruzione di strutture permanenti. Il Ministero della Difesa israeliano ha confermato le demolizioni di ieri perché le strutture sarebbe stato costruite illegalmente, senza però specificare che l'area in cui sono state implementate era zona sotto controllo dell'ANP. La COGAT, l'unità del Ministero responsabile per il rilascio dei permessi di costruzione in Cisgiordania ha fatto sapere che sulle quattro abitazioni pendevano ordini di demolizioni confermati da una sentenza della Corte Suprema del 14 novembre 2012.
Mohammed al-Zaid, 66 anni, padre dei quattro fratelli proprietari delle case demolite, ha detto all'agenzia stampa AFP che, nonostante le abitazioni si trovassero in Area A, l'Amministrazione Civile israeliana era stata avvertita della loro costruzione e aveva dato il consenso. Oltre 40 persone sono così rimaste senza un tetto sulla testa, senza ragione apparente.
"Questa è classificata come Area A e siamo preoccupati per le misure prese dalle autorita' di occupazione, che condanniamo con forza", ha commentato il governatore di Gerico, Majid al-Feytani.
La Valle del Giordano, una delle regioni più fertili dell'intera Palestina, è da sempre uno dei principali target dell'occupazione militare israeliana: la comunità palestinese ha subito nel corso dei decenni una serie di politiche di trasferimento forzato che hanno ridotto il numero dei residenti dalle 250mila unità del 1967 alle 60mila di oggi, quasi tutte concentrate nella città di Gerico (in Area C risiedono ormai solo 15mila palestinesi). L'87% della Valle del Giordano è Area C, il 7% Area B: ciò significa che l'Area A è ridotta al 6% del territorio, una porzione minima entro la quale le comunità palestinesi possono costruire e lavorare la terra senza restrizioni.
Dell'intera area, il 47% è stata unilateralmente dichiarata da Israele zona militare chiusa e il 20% riserva naturale. La Valle del Giordano ha così finito per diventare simile ad una prigione, chiusa da quattro checkpoint a Nord e a Sud.
A prosperare sono invece le colonie israeliane, 37 insediamenti per lo più agricoli dove vivono circa 9mila coloni e dove si producono gran parte dei prodotti poi venduti a prezzi stracciati all'interno dei Territori Occupati, una politica che ha provocato il crollo della produzione agricola palestinese. A ciò si aggiunge il totale controllo da parte di Israele delle risorse idriche di cui la Valle del Giordano è ricca, con un terzo delle falde acquifere dell'intera Cisgiordania. Nena News
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