Da http://ilsanguepolitico.blogspot.it/, blog di Nicoletta Orlandi Posti:
Pasquale Valitutti è l'unico testimone vivente della tragica notte tra
il 15 ed il 16 dicembre quando, dopo ore estenuanti di attesa, seduto
dietro la porta dell'ufficio del commissario Calabresi, aspettava che
Pinelli uscisse dalla stanza per essere interrogato. "Saranno state le
11 e mezzo, grosso modo, in quella stanza succede qualcosa che io ho
sempre descritto nel modo più oggettivo, più serio, scrupoloso, dei
rumori, un trambusto, come una rissa, come se si rovesciassero dei
mobili, delle sedie, delle voci concitate", racconta commosso ancora
oggi. Il racconto che fa Pasquale Valitutti di quella sera è sempre lo
stesso da 40 anni, non è mai cambiato di una virgola: Calabresi era in
quella stanza quando Pinelli si gettò dalla finestra. "Il compagno
Giuseppe Pinelli è stato materialmente assassinato dai signori:
Calabresi, Lograno, Panessa, Muccilli, Mainardi e Caracuta su mandato
degli alti vertici di polizia e governo", ripete Lello. Se qualcuno si
sente calunniato sporga denuncia e ci si dia la possibilità di un nuovo
processo. Io continuo a chiedere giustizia e verità per il nostro
compagno Giuseppe Pinelli. Si aprano gli armadi, si rimuova il segreto
di Stato sulle stragi e si dica la verità su tutto quel periodo".
Quanto alla figura di Calabresi, santificata dalla
fiction di RaiUno, Lello ricorda, nella sua intervista rilasciata a
Umanità Nova "che Calabresi ce l’aveva con gli anarchici da molto prima
di Piazza Fontana, dalle bombe della fiera campionaria di Milano
dell’aprile precedente, a quelle sui treni in estate. Lui era lo sbirro
che lavorava sugli anarchici, ed era convinto che fossero dei bombaroli.
A causa sua molti compagni sono stati in prigione parecchio tempo anche
se poi assolti; a causa sua Pietro Valpreda se n’era andato da Milano,
perché non ne poteva più di aver rotte le scatole da lui, e a causa sua
Pino Pinelli veniva continuamente perseguitato". Quanto alle doti
investigative del commissario Lello sostiene che "era un emerito
incapace, perché di fronte a bombe di chiara matrice fascista, ha
continuato a prendersela con gli anarchici solo perché noi costituivamo
il suo “ambito di lavoro”. In secondo luogo, lui ha trattenuto Pinelli
in questura oltre i limiti consentiti per legge senza avvisare il
giudice, ed era il responsabile oggettivo della sua custodia. In terzo
luogo, ha calunniato pubblicamente Pinelli durante la prima conferenza
stampa, dicendo che era in qualche modo colpevole. In quarto luogo,
durante il processo Calabresi-Lotta Continua, quando il giudice volendo
vederci più chiaro chiese di riesumare il corpo di Pino, lui fece
ricusare lo stesso dal suo avvocato. Si offendeva perché lo chiamavano
assassino o “commissario finestra”, ma è lui che ha impedito che si
andasse avanti verso la verità. Tutto questo è oggettivo. Questo era
Calabresi".
Infine Lello racconta cosa pensava Pinelli di Calabresi: "Pino diceva che era un poliziotto falso e pericoloso, perché contrariamente ai suoi colleghi, che erano 'animaleschi', lui era capace di alternare momenti di finta confidenza e fiducia a momenti di durezza. Come tale tutti lo abbiamo conosciuto".
Infine Lello racconta cosa pensava Pinelli di Calabresi: "Pino diceva che era un poliziotto falso e pericoloso, perché contrariamente ai suoi colleghi, che erano 'animaleschi', lui era capace di alternare momenti di finta confidenza e fiducia a momenti di durezza. Come tale tutti lo abbiamo conosciuto".
Fonte:
Qui il video di una testimonianza sul caso Pinelli da parte di Pasquale Valitutti al corteo anarchico per Serantini del 12 maggio 2012 a Pisa:
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