Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli
formano il cast, Mimmo Calopresti firma la regia e i Subsonica mettono a
disposizione la loro musica. Per denunciare i danni causati all’Italia
dal carbone usato da Enel per produrre energia elettrica, questa volta
abbiamo scelto il linguaggio del cinema.
Il titolo è “Uno al giorno” perché il carbone di Enel causa una morte prematura al giorno e 1,8 miliardi di euro l’anno di danni alla salute, all’economia e all’ambiente. Sono questi i veri numeri di ciò che Enel fa in Italia con il carbone. Numeri oscuri alla quasi totalità dei clienti dell’azienda, come i protagonisti di questo corto cinematografico.
La tranquilla mattinata di una giovane coppia viene interrotta dal suono insistente del campanello di casa. Lui va ad aprire la porta, e…
Cosa pensano gli italiani sentendo nominare il carbone? In genere più alla Befana che alla produzione di elettricità. La sfida che ho abbracciato con Greenpeace è proprio questa – spiega Mimmo Calopresti, regista del corto - raccontare agli italiani cosa sia realmente quel combustibile fossile, quali danni arrechi alla salute umana, al clima, alla nostra economia. Enel è una grande multinazionale, un'azienda cardine di questo Paese: ma il 41% della sua elettricità viene dal carbone. E vogliono pure costruire nuove centrali a carbone. Mi sembra una follia!
Il carbone è la strada più rapida e dolorosa per alterare definitivamente il clima e per avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo. Enel deve cambiare subito i suoi piani di ulteriore sviluppo della produzione da questa fonte.
Da anni siamo impegnati nella denuncia dei danni causati dal carbone usato nella produzione di energia elettrica. Abbiamo chiesto a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fonti rinnovabili e pulite.
Per ora, Enel ha tentato di censurare la nostra ultima campagna, trascinandoci in tribunale con una richiesta di oscuramento totale delle attività di informazione e protesta e una richiesta di risarcimento esorbitante. Il giudice ha dato ragione a Greenpeace, condannando Enel alla rifusione delle spese processuali.
La nostra campagna di denuncia contro lo sporco carbone di Enel continua perché, come ci ricorda Pino Quartullo, “Non possiamo sempre sperare che qualcun altro si occupi dei problemi inerenti alla distruzione del pianeta e del suo miracoloso equilibrio. Dovrebbe essere la preoccupazione primaria di tutti gli esseri umani. Ogni persona, con la sua imperturbabile indifferenza, è responsabile e connivente. Essere indifferenti è scandaloso. Pensare che se ne occuperà qualcun altro è sbagliato. Dobbiamo impegnarci tutti di più, ed agire al più presto”.
Il nostro più sentito grazie a tutti gli artisti coinvolti in questo progetto, che hanno prestato gratuitamente la loro collaborazione, in difesa del clima, dell’ambiente, della salute, per un futuro energetico pulito.
Fonte:
http://www.greenpeace.org/italy/sporco_carbone/?utm_source=SilverpopMailing&utm_medium=email&utm_campaign=Uno%20al%20giorno_cyber%20%2812112012%29&utm_content=
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