Giovedì 11 Aprile 2013 07:17
Verso
le 17 dell’11 aprile 1979, a Thiene, in provincia di Vicenza, esplode
un ordigno in un appartamento in via Vittorio Veneto 48.
Muoiono
dilaniati dall’esplosione tre militanti dei Collettivi Politici Veneti,
Maria Antonietta Berna (22 anni), Angelo Del Santo (24 anni) e Alberto
Graziani (25 anni). L’esplosione è provocata dallo scoppio accidentale
della pentola a pressione piena di polvere di mina, con cui stanno
preparando un ordigno. In quei giorni ci furono decine di azioni e
incendi in risposta all'arresto di centinaia di compagni del movimento
comunista veneto e non solo avvenuto il 7 aprile dello stesso anno.
L’intestatario
dell’appartamento, Lorenzo Bortoli, anch’egli militante dei CPV, viene
arrestato insieme ad altri tredici militanti nell’inchiesta apertasi in
seguito all'esplosione.
Lorenzo Bortoli morirà suicida in carcere il 19 giugno 1979.
Il 12 aprile 1979 i tre giovani vengono ricordati in un volantino intitolato “Ci sono morti che pesano come piume e vite che pesano come montagne”. I tre militanti , dice il comunicato, “sono
morti esprimendo la rabbia, l’odio, l’antagonismo di classe contro
questo Stato, contro questa società fondata ed organizzata sullo
sfruttamento dell’uomo sull’uomo”.
Il
13 aprile è il giorno dei funerali di Maria Antonietta Berna, sepolta a
Thiene, e di Angelo Del Santo che sarà seppellito in una frazione
vicina, a Chiuppano; qui la polizia ha militarizzato l’intera area,
impendendo l’accesso al cimitero. Parecchie centinaia di giovani
riescono comunque ad avvicinarsi alla chiesa utilizzando piccole strade
che passano attraverso i campi, per dare l’ultimo saluto al militante
morto.
Il 14 aprile 1979 vengono
celebrati a Sarcedo i funerali di Alberto Graziani. Parecchie centinaia
di persone, dopo aver superato i posti di blocco posti dalle forze
dell’ordine intorno alla città, lo salutano in silenzio a pugno chiuso.
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