3 agosto 2013
Sì del ministero al
raddoppio del tratto genovese della A10. Almeno tre miliardi di euro
per 30 chilometri di tracciato, quasi tutti in galleria. Ma si dovrà
scavare nelle rocce cancerogene. Dubbi dei comitati anche su costi e
utilità.
Qualcuno la paragona al Ponte sullo Stretto. Altri la ritengono la
panacea per la congestione del traffico genovese. Dopo anni di braccio
di ferro, la Gronda di Ponente – la controversa autostrada che dovrebbe
raddoppiare la A10 tra Genova Bolzaneto e Vesima – ha incassato l’ok dal
ministero dell’Ambiente. Il 28 giugno, infatti, la commissione
nazionale di Valutazione di impatto ambientale ha dato parere positivo
(con prescrizioni ancora ignote) al progetto presentato da Autostrade
per l’Italia. L’opera costerà più di 3 miliardi di euro (con stime che
superano i 5) ed esporrà centinaia di migliaia di abitanti e lavoratori
al rischio amianto. Perché degli oltre 30 chilometri di tracciato, il 90
per cento sarà in galleria e comporterà la movimentazione di tonnellate
di detriti contaminati dalle famigerate rocce verdi. Innocue finché
restano intatte sotto le montagne. Cancerogene se, frantumate dagli
scavi, le loro fibre si liberano nell’aria.
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