BDS Italia si associa alla denuncia del Forum Italiano Movimenti per l’Acqua contro il Festival dell’Acqua “privatizzata”
che si svolge a L’Aquila in questi giorni, organizzato da Federutility,
federazione che ha sempre remato contro il referendum per l’acqua
pubblica. I movimenti per l’acqua contestano questa operazione di
maquillage volta a creare un’immagine positiva di chi punta alla
mercificazione del prezioso bene comune.
Uno sguardo agli sponsor del festival rivela anche aziende che sono complici e traggono profitti dalla violazione dei diritti umani e della legalità internazionale: Sodastream e Veolia.
Sodastream è un’azienda israeliana che produce gasatori per l'acqua dal rubinetto, il cui principale stabilimento produttivo si trova nella colonia israeliana di Ma'aleh Adumim nei Territori palestinesi occupati. Le
colonie israeliane sono ritenute illegali in quanto violano il diritto
internazionale secondo il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Corte
Internazionale di Giustizia, la Croce Rossa Internazionale e tutte le
istituzioni europee.
Con l’acquisizione nel 2011 della romagnola CEM Industries, oggi Sodastream Professional,
la ditta punta alla fornitura di apparecchiature industriali per bar,
ristoranti, hotel e perfino per le “case dell’acqua” comunali. Due
associate della Federutility, Gruppo Hera e Romagna Acque, entrambe
sponsor del festival, utilizzano nelle “case dell’acqua” tecnologia Sodastream, “inquinando” così l’acqua pubblica.
Israele esercita illegalmente un controllo quasi totale sulle risorse idriche palestinesi. Come denunciato da Amnesty International e dall’organizzazione palestinese Al Haq, Israele
nega l’accesso all’acqua come un mezzo per espellere i palestinesi
dalle loro terre.[4] Sodastream, che trae profitti da questo sistema di
occupazione e di Apartheid imposto da Israele, parla del festival a
L’Aquila come “un’opportunità per condividere i nostri valori di sostenibilità e di tutela dell’ambiente”.
Anche la multinazionale francese Veolia, la più grande nel settore
della privatizzazione dell’acqua e presente in Italia come Veolia Acqua,
è complice dell’occupazione israeliana. Veolia Water – Israel gestisce un impianto per il trattamento delle acque reflue nella colonia illegale israeliana di Modi’in Ilit, mentre Veolia Environmental Services - Israel gestisce su terre palestinesi la discarica di Tovlan che serve le colonie israeliane nella Valle del Giordano occupata. Inoltre, Veolia, tramite la consociata Transdev, ha in gestione la ferrovia leggera che collega Gerusalemme ovest con le colonie israeliane nella Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.[5]
Le politiche israeliane rendono praticamente impossibile per i palestinesi ottenere permessi per costruire
case, scuole, cisterne o altro sulla propria terra.[6] Invece, mega
aziende come la Veolia traggono profitti da nuove infrastrutture per
l’uso esclusivo dei cittadini e coloni israeliani.
Sodastream e Veolia non solo traggono profitti da tutto ciò, ma si
rendono funzionali al sistema istituzionalizzato di dominio, controllo e
oppressione israeliano con lo scopo di forzare il popolo palestinese a
lasciare la propria terra. Per questo entrambe le ditte sono oggetto di campagne internazionali di boicottaggio in risposta all’appello della società civile palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti di Israele fino a quando non rispetterà i diritti umani e la legalità internazionale.[7]
In Italia, Legambiente, WWF e Oxfam Italia hanno interrotto i rapporti con Sodastream o con i suoi collaboratori, mentre a livello internazionale chiese,
sindacati e associazioni studentesche promuovono campagne di
boicottaggio della Sodastream.[8] Grazie a campagne attive in Nord America e Europa, Veolia ha perso contratti per un ammontare di oltre Euro 18 miliardi, portando la ditta a vendere di recente le linee di autobus che aveva in gestione in Israele.[9]
BDS Italia si unisce ai movimenti per l’acqua nel contestare
l’operazione d’immagine messa in opera dalla Federutility con il
Festival dell’Acqua a L’Aquila. BDS Italia invita tutte e tutti coloro
che hanno a cuore il diritto all’acqua pubblica, e più in generale i
diritti umani, a vigilare e ad attivarsi per impedire che gli enti
locali intraprendano rapporti con aziende che traggono profitto
dall’occupazione militare israeliana e dalla violazione della legalità
internazionale e dei diritti umani dei palestinesi.
BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e
sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta
Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese
del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e
locale
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