Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


mercoledì 2 maggio 2012

AYN AL-ZAYTUN

<<L’operazione Ramazza fornì l’occasione, il 2 maggio 1948, all’unità d’élite dell’Haganà, il Palmach, non solo di epurare il villaggio in conformità con il Piano Dalet, ma anche di sistemare “vecchi conti”, cioè l’ostilità con cui gli abitanti palestinesi del villaggio avevano guardato e accolto i coloni.
L’operazione fu affidata a Moshe Kalman che nello stesso distretto aveva già diretto gli attacchi selvaggi a Khisas, Sa’sa e Husayniyya. Le sue truppe incontrarono ben poca resistenza perché i volontari siriani di stanza avevano abbandonato in fretta e furia il villaggio quando all’alba era iniziato il bombardamento: al fuoco pesante dei mortai seguì il lancio sistematico di granate . Le forze di Kalman entrarono nel villaggio verso mezzogiorno. Le donne, i vecchi e i bambini e alcuni dei ragazzi più giovani che non se ne erano andato con i volontari siriani uscirono dai loro nascondigli sventolando bandiera bianca. Furono immediatamente ammassati al centro del villaggio. […]
Cominciavano col portare un informatore incappucciato che esaminava gli uomini allineati sulla piazza del villaggio; venivano identificati quelli il cui nome era segnato sulla lista già pronta degli ufficiali dei servizi segreti. Poi gli uomini così selezionati venivano portati in un altro posto e fucilati. Se altri si ribellavano o protestavano venivano uccisi anche loro. […]
Secondo i documenti militari furono fucilate in tutto, incluse le esecuzioni, settanta persone; altre fonti forniscono una cifra molto più alta.>>

Fonte:

I. Pappe. La pulizia etnica della Palestina, Fazi Editore, Roma 2008, pp. 141-143.

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