È morto nella sua Comunità San Benedetto del Porto don Andrea Gallo. Il
prete di strada, amico e vicino agli umili, aveva 85 anni.
redazione
mercoledì 22 maggio 2013 19:04
Genova
è in lutto per la scomparsa di Don Andrea Gallo, fondatore della
Comunità di San Benedetto al porto, "prete di strada" da sempre al
fianco dei più deboli, degli emarginati, degli ultimi. È morto nella sua
comunità. Ieri si erano aggravate le condizioni del sacerdote genovese,
che si è spento, circondato dall'affetto dei suoi più stretti
collaboratori, all'età di 84 anni.
La notizia della morte dell'anziano sacerdote, che avrebbe compiuto 85 anni il 18 luglio, è stata pubblicata sul suo profilo twitter. "Alle ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo - si legge - ha cessato di battere, la comunità S.Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui".
Nato a Genova il 18 luglio del 1928, il giovane Andrea inizia il noviziato nel 1948 con i salesiani, a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile, ma la dittatura lo costringe a tornare in Italia l'anno successivo. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959. Nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori, cerca di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e sulla libertà, lontano dalla repressione fino ad allora persequita.
Tre anni dopo i superiori salesiani lo rimuovono dall'incarico, senza fornirgli spiegazioni. Nel 1964 Don Andrea lascia la congregazione, chiedendo di entrare nella diocesi genovese. Viene nominato vice parroco alla chiesa del Carmine, nel centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene trasferito per ordine del Cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo della città.
Per Don Gallo non si tratta di un semplice avvicendamento tra parroci: la sua predicazione irrita una parte di fedeli e preoccupa i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perche', si dice, i suoi contenuti "non sono religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti".
Don Gallo obbedisce ma l'allontanamento materialmente dalla parrocchia non significa per lui abbandonare quell'impegno che aveva provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia per dare voce ai più poveri e agli emarginati.
Qualche tempo dopo viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, e insieme ad un piccolo gruppo, nel 1975 avvia l'attività della Comunità di S. Benedetto al Porto. L'associazione Comunità San Benedetto al Porto verrà costituita con atto notarile il 2 marzo del 1983.
La notizia della morte dell'anziano sacerdote, che avrebbe compiuto 85 anni il 18 luglio, è stata pubblicata sul suo profilo twitter. "Alle ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo - si legge - ha cessato di battere, la comunità S.Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui".
Nato a Genova il 18 luglio del 1928, il giovane Andrea inizia il noviziato nel 1948 con i salesiani, a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile, ma la dittatura lo costringe a tornare in Italia l'anno successivo. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959. Nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori, cerca di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e sulla libertà, lontano dalla repressione fino ad allora persequita.
Tre anni dopo i superiori salesiani lo rimuovono dall'incarico, senza fornirgli spiegazioni. Nel 1964 Don Andrea lascia la congregazione, chiedendo di entrare nella diocesi genovese. Viene nominato vice parroco alla chiesa del Carmine, nel centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene trasferito per ordine del Cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo della città.
Per Don Gallo non si tratta di un semplice avvicendamento tra parroci: la sua predicazione irrita una parte di fedeli e preoccupa i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perche', si dice, i suoi contenuti "non sono religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti".
Don Gallo obbedisce ma l'allontanamento materialmente dalla parrocchia non significa per lui abbandonare quell'impegno che aveva provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia per dare voce ai più poveri e agli emarginati.
Qualche tempo dopo viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, e insieme ad un piccolo gruppo, nel 1975 avvia l'attività della Comunità di S. Benedetto al Porto. L'associazione Comunità San Benedetto al Porto verrà costituita con atto notarile il 2 marzo del 1983.
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