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Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


mercoledì 20 novembre 2013

SARDEGNA: GABRIELLI E CAPPELLACCI SAPEVANO TUTTO

Un meteorologo li aveva avvertiti dell'imminente alluvione 5 giorni prima. Né Protezione Civile, né Regione Sardegna hanno preso provvedimenti. E ora dicono che è stato un «evento imprevedibile».
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
martedì 19 novembre 2013 18:29
 
 

Antonio Sanò, fondatore del sito IlMeteo.it.
Antonio Sanò, fondatore del sito IlMeteo.it.
 

di Franco Fracassi

Sapevano tutto e non hanno fatto niente per prevenire il disastro. È l'ennesima volta che accade in Italia. L'ultima volta era accaduto per il terremoto dell'Aquila. La Protezione Civile e la Regione Sardegna erano state avvertite mercoledì 13 novembre che in Sardegna ci sarebbe stato un nubifragio di proporzioni bibliche. Nulla è accaduto da allora, se non l'arrivo del ciclone "Cleopatra" con i suoi morti e le sue distruzioni.


A dare l'allarme era stato Antonio Sanò, meteorologo e fondatore del sito "IlMeteo.it". «Le previsioni basate su calcoli fisico-matematici avevano permesso con almeno cinque giorni di anticipo di indicare un possibile evento alluvionale per la Sardegna per la giornata di lunedì. Purtroppo il dissesto idrogelogico, una scarsa cultura della prevenzione, una sufficienza nei confronti delle previsioni meteo, hanno causato e causeranno alluvioni», ha dichiarato Sanò.

Secondo una fonte interna alla Regione, Popoff è in grado di aggiungere che «Il 17 novembre la Protezione Civile chiamò Cappellacci informando ufficialmente la giunta regionale dell'imminente stato di all'erta rossa, significa anche prevedere dei morti, ma lui, Cappellacci, pensava al PPS da presentare ai sindaci di tutti i Comuni, spiegando l'utilità di costruzioni nella fascia di trecento metri dal mare».

Ma vediamo chi sono le autorità che il meteorologo aveva messo in allarme.


Franco Gabrielli, capo Protezione Civile ed ex prefetto dell'Aquila dal 6 aprile 2009. Dall'1 maggio 2009 al 31 gennaio 2010 è stato vice commissario vicario dell'Emergenza Abruzzo, al fianco del Commissario Guido Bertolaso. In altre parole, una delle persone responsabili della mancata ricostruzione post terremoto e sodale di un plurinquisito.


Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna dal febbraio 2009 e coordinatore regionale di Forza Italia. In questo caso, la lista delle indagini giudiziarie pendenti sul capo dell'uomo di Berlusconi sull'isola è lunga:
Il 15 maggio 2010 si apprende che il governatore è indagato per presunta corruzione nell'aggiudicazione degli appalti dell'energia eolica in Sardegna. Si tratta dell'inchiesta che coinvolge l'imprenditore amico di Licio Gelli e Silvio Berlusconi, Flavio Carboni, oltre che l'ex capo della Protezione Civile, il già citato Bertolaso.
Cappellacci è indagato per l'indagine Cisi, costola della più importante maxi-inchiesta Fideuram sulla truffa agli enti regionali.
Il 15 giugno 2012 viene richiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta sul crac della municipalizzata del centro di Carloforte: Cappellacci dovrà rispondere di bancarotta per una società, di cui era presidente del consiglio di amministrazione, fallita nel 2010 con un passivo accertato di circa due milioni di euro.
L'8 marzo 2013 la Procura di Cagliari sollecita il rinvio a giudizio del governatore per l'inchiesta relativa al crac milionario della Sept Italia, azienda specializzata nella produzione di vernici, della quale Cappellacci faceva parte in qualità di membro del consiglio di amministrazione. Il governatore è stato accusato di bancarotta per dissipazione e documentale.

La notte 6 aprile del 2009 L'Aquila venne scossa da un terremoto che causò la morte di 303 persone. Durante tutto il mese precedente al sisma, Giampaolo Gioacchino Giuliani (ex tecnico dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario distaccato presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso) aveva provato a lanciare l'allarme, descrivendo, inascoltato, il terremoto nelle fattezze in cui poi si manifestò.



Fonte:

LANDER E' LIBERO. ADESSO LIBERI TUTTI!

  •               di Marco Santopadre
Lander è libero. Adesso liberi tutti!
“Lander assolto”. La notizia è arrivata ieri all’ora di pranzo, poco prima che nel Lucernario occupato da pochi giorni all’interno dell’Università La Sapienza di Roma iniziasse un incontro con due giovani baschi, uno dei quali sotto processo a Madrid, insieme ad un’altra quarantina di compagni e compagne, esclusivamente per aver militato in una organizzazione giovanile di massa – Segi – che la Spagna ha prima messo fuori legge e poi dichiarato ‘terroristica’. 
Dopo 2 giorni passati nel carcere di Regina Coeli, dieci mesi ai domiciliari in una casa occupata a Garbatella e poi quasi 7 mesi di carcere a centinaia di chilometri da casa, Lander Fernandez ha potuto recuperare ieri sera la libertà. Insieme ad Aingeru Cardano, il suo amico e compagno che torturato dalla polizia, firmò una dichiarazione in cui asseriva che nel 2002, durante una manifestazione a Bilbao contro la repressione spagnola del movimento basco di liberazione nazionale, Lander era presente quando un autobus, vuoto e in sosta, venne incendiato da alcuni dimostranti. Appena finito il periodo di isolamento totale al quale era stato sottoposto senza la possibilità di comunicare con la famiglia e neanche con un avvocato – una ‘incomunicaciòn’ di 5 giorni nelle mani della polizia che permette abusi e torture nei commissariati – Aingeru si affrettò a dichiarare davanti al giudice che la sua ‘confessione’ era falsa e che aveva dichiarato solo ciò che i carcerieri e i torturatori volevano sentirsi dire per cessare gli abusi. Ma per la legge spagnola le dichiarazioni estorte sotto tortura sono prove, ed è su questo elemento che spesso la Audiencia Nacional di Madrid intenta processi che portano a condanne di anni di carcere per reati che in un contesto non infinatamente emergenzialista come quello basco (o meglio, spagnolo) comporterebbero lievi pene se non addirittura solo una multa.
Questa volta, per fortuna, non è andata così: Lander è stato assolto. Contro di lui, hanno dovuto ammettere i giudici del tribunale speciale di Madrid, non c’è nessuna prova. Lo avevano sostenuto da subito coloro che quando il giovane basco fu arrestato a Roma nel giugno del 2012 dalla polizia italiana iniziarono a denunciare un’operazione di natura tutta politica, sottolineando che Lander era da anni sottoposto a una pesante persecuzione da parte dei tribunali spagnoli.
Ma nonostante documenti e testimonianze i giudici e i ministri italiani incaricati di decidere se concedere o no l’estradizione preferirono girare la testa dall’altra parte di fronte alle denunce di Amnesty International, dell’Onu e della stessa Unione Europea, che da anni mettono sotto accusa un sistema giudiziario e carcerario spagnolo che utilizza sistematicamente la tortura, che viola i diritti processuali degli imputati per motivi politici. Anche la stampa italiana ha preferito trattare la questione scopiazzando le veline del Ministero degli Interni di Madrid e riportando notizie false, completamente inventate e tese esclusivamente a dare in pasto alla già intossicata opinione pubblica dello Stato Spagnolo un mostro da sbattere in prima pagina.

Da giornalisti e giudici incompetenti e complici della repressione non avremo risposte, eppure di domande da fare ne avremmo molte: perché estradare Lander a Madrid quando era evidente che contro di lui non c’erano prove? Perché continuare a dare credito ad un paese come la Spagna che non tratta i baschi diversamente da come la Turchia tratta i curdi? Perché neanche appelli firmati da intellettuali e parlamentari italiani di diversa ispirazione politica hanno rotto un sistema ben oliato di complicità tra le istituzioni italiane e quelle spagnole? Chi risarcirà Lander e la sua famiglia per gli anni passati in carcere e per la continua e pesante diffamazione subita dai mezzi di informazione?
Mentre i familiari e gli amici – che a Roma non sono meno di quelli di Bilbao – si godono la liberazione di Lander e la fine – speriamo definitiva – di una lunga e pesante persecuzione nei suoi confronti, il pensiero va a tutti e a tutte coloro che sono rinchiusi nelle carceri francesi e spagnole, o in esilio, a causa della loro militanza politica e sociale nel movimento indipendentista basco. Nei giorni scorsi una ventina di militanti hanno recuperato la loro libertà, dopo decenni di prigione, grazie alla bocciatura da parte del Tribunale Europeo dei Diritti Umani di una norma – la dottrina Parot – che Madrid si era inventata alcuni anni fa per prolungare artificiamente le già pesanti condanne inflitte ai militanti indipendentisti. Ma proprio in questi giorni centinaia di persone sono sotto processo perché accusate di aver militato in diverse organizzazioni – principalmente Segi e Batasuna – nonostante queste fossero state dichiarate fuorilegge perché ‘emanazione dell’Eta’. Nessun reato specifico viene loro contestato, se non quello di aver continuato ad esercitare il loro diritto di fare politica alla luce del sole, violando assurdi divieti. Assurdi quanto la pena che il tribunale franchista ereditato dalla ‘Spagna democratica’ vuole infliggere ad alcuni attivisti del movimento No Tav basco che osarono lanciare una torta in faccia alla governatrice della Navarra ed esponente dell’estrema destra liberista e cattolica da sempre sostenitrice dell’alta velocità. Se in Spagna anche lanciare torte è ‘terrorismo’ la solidarietà e la denuncia non possono riposare neanche un minuto.
Lander è libero, ora liberi/e tutti/e!

Di seguito il comunicato del comitato "Un caso basco a Roma":

http://uncasobascoaroma.noblogs.org/post/2013/11/19/lander-e-aingeru-sono-di-nuovo-liberi/

 
Ultima modifica il Martedì, 19 Novembre 2013 12:38 
 
 
 
Fonte: