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Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


lunedì 7 ottobre 2013

LEGGE BOSSI-FINI - AFFONDA I NAUFRAGHI, INCRIMINA I SOPRAVVISSUTI: ECCO PERCHE' VA CANCELLATA

 7 ottobre 2013

Indagati per reato di immigrazione irregolare (10bis) i sopravvissuti al naufragio di Lampedusa

Mentre non si ferma la passerella di visite a Lampedusa, la Procura di Agrigento apre un procedimento, a sua detta dovuto, nei confronti dei sopravvissuti al naufragio di giovedì scorso.
Intanto il dibattito intorno a quanto accaduto ha aperto una discussione sulla necessità di cancellare la legge Bossi Fini. Osteggiato da molti, agitato da altri, rischia però di riempire le pagine della cronaca senza che però nulla di concreto si faccia.
Il pericolo insomma è che se ne parli molto per non cambiare nulla.
Ed infatti chi oggi parla di "fare di più" perché non si ripetano queste tragedie, propone poi di rifinanziare e rinforzare le operazioni di Frontex, riorganizzare i respingimenti, riscrivere in maniera più restrittiva nuovi accordi bilaterali con il solo scopo di rinforzare quel sistema di controllo delle frontiere e quel mosaico di normative europee sull’immigrazione che ha alla base della strage di Lampedusa.
L’iscrizione nel registro degli indagati dei superstiti di quel naufragio è qui a ricordarci quale sia il quadro normativo in cui si consumano queste tragedie, una sceneggiatura scritta tra egoismi degli stati e mancanza di un’ Europa dei diritti.
Perché cancellare la Bossi-Fini? Perché diritto d’asilo europeo?
Perché è la legge Bossi-Fini a rendere impossibile l’ingresso legale in Italia, perché il sistema dei flussi per lavoro, dei ricongiungimenti, delle restrizioni nel rilascio dei visti, si traducono in mercati di compravendita di vite umane.
Perché se in gioco c’è la vita di chi fugge dalla guerra, dei loro figli, delle loro famiglie, non c’è procedura o controllo che tenga. Se si restringono le possibilità di ingresso legale, cresceranno le strade di ingresso irregolare. Perché chi non muore viene incriminato, internato nei CIE, sottoposto al ricatto ed allo sfruttamento, politicamente e culturalmente messo ai margini, continuamente ricacciato nell’ombra del non diritto.
Perché se il diritto d’asilo in Europa è una gabbia che costringe i richiedenti asilo, con il regolamento Dublino, a rimanere nel primo paese d’approdo senza poter raggiungere altri Stati, si cercheranno altre vie per raggiungerli, quelle più rischiose, lasciando al Governo italiano la possibilità di gridare all’allarme e di invocare l’intervento europeo per coprire la sua incapacità di gestire l’arrivo di poche migliaia di persone.
Insomma, se vogliamo evitare che ancora si ripetano tragedie come quelle dello scorso giovedì, non c’è altra strada se non quella di cancellare la Bossi-Fini, il sistema di internamento diffuso che ha costruito, ed insieme ad essa l’ approccio generale delle politiche europee.
Iniziamo da qui.



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