Dal blog http://guerrillaradio.iobloggo.com/ di Vittorio Arrigoni:
11/11/2010 |
Il mio pezzo di ieri per Infopal.it:
Il 2 novembre del 1917 sir Arthur James Balfour con la sua dichiarazione di adesione al progetto sionista di occupazione e colonizzazione della Palestina, dava il via ad un secolo di pulizia etnica dei palestinesi.
Per
commemorare questo infausto giorno, che a distanza di 93 anni continua a
ripercuotersi in epidemia di distruzione, di privazione di diritti e
terra, di incarcerazione di esistenze e intere città,per ribellarci all’idea di come un potenza occupante abbia potuto avallare una catastrofe tale,muniti solo delle nostre bandiere e di un megafono martedì scorso siamo andati con alcuni volontari di Beit Hanoun a manifestare dinnanzi ai cecchini di Erez:
Così Saber al-Zanin, coordinatore dei volontari di Local Initiative:
“Siamo
qui oggi dinnanzi al confine Nord della Striscia di Gaza a protestare
contro la creazione della “buffer zone”, tramite la quale Israele ci ha
sottratto di fatto il 35 % delle terre coltivabili. Oggi è il 2 novembre
2010, nello stesso giorno 93 anni fa il governo britannico dette via
libero al progetto sionista per la creazione di uno stato ebraico in
Palestina. Qui nella terra dei nostri nonni, la terra degli ulivi, è
passato di generazione in generazione il messaggio di respingere con
tutte le nostre forze la promessa fatta dal Regno Unito ai sionisti, tramite quella disgustosa dichiarazione di da Arthur Balfour. Dopo 93 anni la
nostra generazione sta ancora aspettando che giustizia sia fatta e che i
diritti sottratti ai nostri nonni ci siano restituiti. A dispetto di
tutti i paesi che cospirano con Israele contro di noi, che ne sono
complici, la
nostra resistenza è ancora attiva e i nostri diritti radicati su quella
terra che ci è stata rubata. Ringraziamo tutti coloro, dal di fuori
dalla Palestina ci sostengono, la solidarietà internazionale che in
questi mesi si è dimostrata attiva con i convogli, le flotte di navi e
qualsiasi dimostrazione in nostro favore in Europa e negli Stati Uniti.
Apprezziamo e siamo fieri dei cittadini inglesi che solidarizzano con la
nostra causa ma vogliamo ricordare loro che il loro governo, passato e
presente, e’ una delle principali cause della nostra miseria. Quindi
prima di arrivare a Gaza invitiamo gli attivisti inglesi a ribellarsi al loro governo ancora oggi complice dei sionisti d’Israele”.
Un messaggio, quello di Saber, colto in pieno da Adie Mormech , compagno di Manchester dell’International Solidarity Movement.
Adie ritiene che la gente del suo Paese ha il dovere di riparare ai
torti del coinvolgimento britannico alla pulizia etnica della Palestina:
"Il
ruolo del governo britannico come sostenitore d’Israele e’ molto simile
a come la Gran Bretagna ha contribuito al sistema dell'apartheid in Sud
Africa. Fortunatamente molti cittadini britannici si sono mobilitati
contro il regime dell'apartheid, appoggiando il boicottaggio al governo
razzista sudafricano fino alla sua estinzione. Oggi in Gran Bretagna e
in tutto il mondo il movimento di boicottaggio, disinvestimento e di
sanzioni verso Israele cresce progressivamente mentre la comunità
internazionale continua a permettere a Israele di
mantenere Gaza sottoposta ad una sorta di assedio medievale, la
Cisgiordania e Gerusalemme occupate e i palestinesi sotto persistente
regime di e discriminazione e pulizia etnica. Come è avvenuto per il Sud
Africa, sta alle persone di coscienza in tutto il mondo unirsi al
movimento fino a quando Israele non rispetterà il diritto internazionale
e permettera’ ai palestinesi gli stessi diritti umani di qualsiasi altro popolo".
Allontanandoci da Erez abbiamo
sentito poco distante da noi i rumori sordi di spari provenienti dalle
torrette di sorveglianza al confine: alla fine della giornata si
conteranno 2 civili gambizzati dai cecchini israeliani.
Il giorno dopo, una sottaciuta nuova dichiarazione di Balfour veniva firmata, questa volta non dai britannici bensi’ da Obama, col sangue palestinese.
Una
nave da guerra statunitense al largo del mediterraneo lanciava un
missile teleguidato verso il centro di Gaza city e uccideva il miliziano Muhamad Jamal Nimnim, di 27 anni.
Il primo assassinio “mirato” targato USA nella Striscia di Gaza.
Restiamo Umani,
Vittorio Arrigoni da Gaza city
Fonte:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?y=2010&m=11
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