Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


mercoledì 21 novembre 2012

GAZA: E' TREGUA DALLE 20 ITALIANE

Dopo 164 vittime palestinesi, tra le quali tanti bambini, si chiude l'offensiva israeliana. Morti, feriti e distruzioni. Gaza paga un conto altissimo. Cinque i morti in Israele.

 

dalla redazione

Gaza, 21 novembre 2012, Nena News 

ORE 20.29
TREGUA: La gente di Gaza sta scendendo in strada per festeggiare: caroselli di auto, clacson, le strade di Gaza riprendono vita.

ORE 20.04
La foto del documento che indica i termini della tregua inviata alla BBC.


 

Fonte:
 
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41728&typeb=0&Gaza-E-Tregua-dalle-20-italiane 

I NOMI DI TUTTI I PALESTINESI UCCISI

Per ribadire che sono persone e non numeri Nena News aggiornerà la lista dei palestinesi uccisi dagli attacchi israeliani. 



lunedì 19 novembre 2012 23:09

I mass media continuano a trattare le morti palestinesi come se fossero solo numeri.
Per ribadire che sono persone e non numeri aggiorneremo qui la lista dei palestinesi uccisi dagli attacchi israeliani.

1- Ahmad Al-Ja'bary, 52 years old.
2-Mohammed Al-hams, 28 years old.
3- Rinan Arafat, 7 years old.
4- Omar Al-Mashharawi, 11 moonths old.
5-Essam Abu-Alma'za, 20 years old.
6-Mohammed Al-qaseer, 20 years old.
7- Heba Al-Mashharawi, six-month pregnant, 19 years old.
8- Mahmoud Abu Sawawin, 65 years old.
9- Habis Hassan Mismih, 29 years old.
10- Wael Haidar Al-Ghalban, 31 years old.
11- Hehsam Mohammed Al-Ghalban, 31 years old.
12- Rani Hammad, 29 years old.
13- Khaled Abi Nasser, 27 year old.
14- Marwan Abu Al-Qumsan, 52 years old.
15- Walid Al-Abalda, 2 years old.
16- Hanin Tafesh, 10 months old.
17- Oday Jammal Nasser, 16 years old.
18- Fares Al-Basyouni, 11 years old.
19- Mohammed Sa'd Allah, 4 years old.
20- Ayman Abu Warda, 22 years old.
21- Tahrir Suliman, 20 years old.
22- Ismael Qandil, 24 years old.
23- younis Kamal Tafesh, 55 years old.
24- Mohammed Talal Suliman, 28 years old.
25- Amjad Mohammed Abu-Jalal, 32 years old.
26- Ziyad Farhan Abu-Jalal, 23 years old.
27- Ayman Mohammed Abu Jalal, 44 years old.
28- Hassan Salem Al-Heemla', 27 years old.
29- Khaled Khalil Al-Shaer, 24 years old.
30- Ayman Rafeeq sleem, 26 years old.
31- Ahmad Abu Musamih, 32 years old.
32- Osama Musa Abdeljawad, 27 years old.
33- Ashraf Hassan Darwish, 22 years old.
34- Ali Abdul HakimAl-Mana'ma, 20 years old
Khan-Younis, and Tal Al-Sultan, southern Gaza, leaving three killed>>
35`- Mukhlis Edwan, 30 years old.
36- Mohammed Al-Loulhy, 24 years old.
37- Ahmad Al-Atrush, 22 years old.
38- Abderrahman Al-Masri, 31 years old.
39- Awad Hamdi Al-Nahhal, 23 years old.
40- Ali Hassan Iseed, 25 years old,
41- Mohammed Sabry Al'weedat, 25 years old.
42- Osama Yousif Al-Qadi, 26 years old.
43- Ahmad Ben Saeed, 42 years old.
44- Hani Bre'm, 31 years old.
45- Samaher Qdeih, 28 years old.
46- Tamer Al-Hamry, 26 years old
47- Gumana Salamah Abu Sufyan, 1 year old.
48- Tamer Salamah Abu Sufyan, 3 years old
49- Muhamed Abu Nuqira
50- Eyad Abu Khusa, 18 months old.
51- Tasneem Zuheir Al-Nahhal, 13 years old.
52- Ahmad Essam Al-Nahhal, 25 years old.
53- Nawal Abdelaal, 52 years old.
54- Mohammed Jamal Al-Dalou, the father.
55- Ranin Mohammed Jamal Al-Dalou, 5 years old.
56- Jamal Mohammed Jamal Al-Dalou, 7 year old.
57- Yousef Mohammed Jamal Al-Dalou, 10 years old.
58- Ibrahim Mohammed Jamal Al-Dalou, 1 year old.
59- Jamal Al-Dalou, the grandfather.
60- Sulafa Al Dalou, 46 years old
61- Samah Al-Dalou, 25 years old
62- Tahani Al-Dalou, 50 years old
63- Ameina Matar Al-Mzanner, 83 years old.
64- Abdallah Mohammed Al-Mzanner, 23 years old.
65- Suheil Hamada, 53 years old.
66-Mo'men Suheil Hamada, 13 years old.
67- Atiyya Mubarak, 55 years old.
68- Hussam Abu Shaweish, 35 years old.
69- Samy Al-Ghfeir, 22 years old
70- Mohammed Bakr Al-Of, 24 years old
71- Ahmad Abu Amra, 42 years old.
72- Nabil Ahmad Abu Amra, 20 years old.
73- Hussein Jalal Nasser, 8 years old.
74- Jalal Nasser
75- Sabha Al-Hashash, 60 years old.
76- Saif Al-Deen Sadeq
77- Ahmad Hussein Al-Agha.
78- Emad Abu Hamda, 30 years old,
79- Mohammed Jindiyya, mentally disabled,
80- Mohammed Iyad Abu Zour, 4 years old.
81- Nisma Abu Zour, 19 years old.
82-Sahar Abu Zour
83- Ahed Al-Qattaty, 38 years old.
84- Al-Abd Mohammed Al-Attar
85- Rama Al-Shandi, 1 year old
86. Ibrahim Suleiman al-Astal, 46 years old.
87. Omar Mahmoud Mohammed al-Astal, 14 years old.
88. Abdullah Harb Abu Khater (21)
89. Mahmoud Saeed Abu Khater (34)
90. Rashid 'Alyan Abu 'Amra (45)
91. Amin Zuhdi Bashir (40)
92. Tamer Rushdi Bashir (30)
93- Hussam Abdeljawad
94- Ramadan Ahmad Mahmoud, 20 years old
95- Mohammed Riyad Shamallakh, 23 years old
96- A'ed Radi
97- Ameer Al-Malahi
98- Ramez Harb
99- Salem Sweilem
100- Muhammed Ziyad Tbeil,
101- Arkan Abu Kmeil
102- Ibrahim Al-Hawajri
103- Khalil Shhada
104- Osama Shhada
105- Suhaib Hejazi 2 years old
106- mohammed hejazi 4 years old
107- foad Hijazi. The father of the two children above.
108- Rafah as Ahmad Tawfiq al-Nasasra, 17 years old
109- Muhammad al Nasasra, and 15-year-old

110 - Mohammad Rezeq al-Zahar
111 - Yahnya Marouf.
112 - Yahya Mohammed Awad, 15 years-old.
113 - Bilal al-Barawi, 20 years-old.
114 - Khalid Daghmash.
115 - Abdul-Rahman Hamad
116 - Muhammad Badr.
117 - Ahmad Al Dada.
118 - Ahmad Doghmosh
119 - Sobhi Doghmosh
120 - Salah Doghmosh
121 -
122 -
123 -
124 - Ameen Al-Dod, 22 years old
125 -
126 -
127 - Ayman Rafiq Abu Rashid
128 - Saber Bulbul
129 - Hasan Yousuf
130 - Hasan Yousif al-Ustath, 23 years-old
131 - Mahmoud Komi
132 - Hossam Salame
133 - Mohamed Abu 'Aishe
134 - Salim Ayish Abu Sitta
135 - Mohammed Abu Sitta
136 - Abed Abu Mour, 24 years-old
137 - Khalid Abu Mour, 19 years-old
138 - Mas'ab Daghmash, 22 years-old
139 - Mahmoud Al'A'rja, 16 years-old
140 - Ahmad al Hems ben Hamad, 16 years-old

141 - Abdullah Asaliyeh
142 - Ahmad Abu 'Alaian, 15 years-old
143 - Faris Sabtiye, 23 years-old
144 - Ibrahim Abu Nasr, 60 years-old
145 - Ameera Abu Nars, 16 years-old.
146 - Mohammad Adnan Al Ashqar, 22 years old
147 - Mohammad al-Shqar, 22 years old
148 - Mahmoud Abu Khusa, 13 years-old
149 - Talal Al-Asalai
150 - Aiman Al Asalai
151 - Hadeel Al Asalai
152 - Mubarak al-Ghoula
153 - Abdul Rahman Naem, 6 years-old
154 - Ilham Nabahim, 4 years old.
155 - Ibrahim Muheisi
156 - Rami Ubeid
157 - Mahmoud Abu Uteiwi
158 - Muhammad Bakr, 27 years-old
159 - Muhammad Abu Uteiwi
160 - Ahmad Abu Kamil
161 - Nidal Hassan
162 - Muhammad Abu Ubeid.
163 -



Fonte:

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41590&typeb=0&I-NOMI-DI-TUTTI-I-PALESTINESI-UCCISI




AMERICA LATINA: AUMENTA LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE


mercoledì 21 Novembre 2012, ore 16:00

In crescita costante gli omicidi e i reati compiuti contro il sesso femminile. Ma la questione è più ampia: riguarda anche il diritto allo studio e l’accesso al lavoro.
 
Il 25 novembre è stata designata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione n. 54/134 del 17 dicembre 1999, come “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. La proposta di scegliere quella data venne avanzata da un gruppo di donne della Repubblica Dominicana nel 1981 a Bogotá, durante l’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi.
Quel giorno ricorre infatti l’anniversario dellˈomicidio avvenuto nel 1960 da parte della polizia segreta del dittatore dominicano Trujillo delle tre sorelle Mirabal, ’Las Mariposas’ (le Farfalle), come erano chiamate allˈinterno del movimento rivoluzionario clandestino 14 de Junio da loro stesse fondato insieme ai mariti, compagni ed altri militanti rivoluzionari.
Le sorelle Mirabal, e in particolare Minerva, che aveva osato rifiutare le sue ripetute avances, rappresentavano lˈossessione di Trujillo. Non solo condannavano i suoi metodi e il suo potere, lo sfidavano anche apertamente rifiutando le sue attenzioni. E per di più erano belle, determinate e intelligenti.
Ovviamente si trattò di un omicidio politico, in cui tuttavia la componente machista del dittatore ebbe un peso determinante. L’atteggiamento sfrontato e le posizioni politiche della giovane donna, poi costretta alla clandestinità insieme a tutto il movimento 14 de Junio, accrebbero il risentimento del tiranno contro tutta la sua famiglia e contro suo marito, un giovane dirigente comunista, Manolo Tavárez Justo.
Minerva, Patria e Maria Teresa Mirabal furono arrestate varie volte, poi liberate, infine sequestrate, torturate ed uccise. Manolo Tavàrez fece la stessa fine pochi anni dopo, quando giá Trujillo era stato assassinato e lui ed alcuni compagni continuavano la lotta per la libertà in Repubblica Dominicana contro il Triumvirato (governo provvisorio di forte matrice trujillista). 
La designazione dell’ONU del 25 novembre come Giornata internazionale contro la violenza contro le donne rappresenta uno dei tanti passi che gli organismi internazionali, le Nazioni Unite in testa, cercano di compiere per dare una dimensione internazionale al problema. La Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne infatti era stata già ratificata fin dal 20 dicembre del 1993 e rappresentava comunque un momento importante in quanto si riconosceva “che la violenza contro le donne è una manifestazione delle relazioni di potere storicamente diseguali tra uomini e donne, che ha portato alla dominazione e alla discriminazione contro le donne da parte degli uomini e ha impedito il pieno avanzamento delle donne, e che la violenza contro le donne è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
Nelle Americhe, ben piu determinante della dichiarazione delle Nazioni Unite del 1993 fu la Convenzione Interamericana per Prevenire, Sanzionare e Sradicare la Violenza contro le Donne adottata dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) a Belém do Parà nel 1994 che rappresenta una normativa internazionale vincolante per gli Stati che la hanno ratificata.
Il termine ’femminicidio’ così come lo conosciamo oggi, fu introdotto nel gergo comune solo più tardi. Anche se alcune fonti segnalano che in lingua inglese veniva usato già nel 1801 per indicare gli omicidi di donne, si tratta nell’accezione odierna del termine, di un neologismo introdotto nel 1992 dalle femministe statunitensi Jill Radford e Diana Russel nel titolo del loro libro ’Feminicide: The politcs of woman killing’.
La parola fu poi usata, e divenne da allora di uso corrente, dall’antropologa e politica messicana Marcela Lagarde per indicare gli omicidi ’seriali’ commessi contro le giovani donne e adolescenti di Ciudad Juárez, una cittadina messicana al confine settentrionale con gli Stati Uniti. Si calcola che dal 1993, anno in cui si registrò il primo caso, ad oggi, a Ciudad Juárez siano state uccise circa mille donne, di età compresa tra i 12 e i 30 anni, di umili origini, per lo più studentesse e lavoratrici delle locali maquilas (fabbriche delle zone franche dove si assemblano i prodotti destinati all’esportazione).
Sequestrate all’uscita di scuola o del lavoro, violentate, spesso torturate, i loro corpi martoriati gettati nelle periferie sabbiose della cittadina dopo essere stati utilizzati come macabri giocattoli nella mani delle bande di narcos o di potenti signorotti locali. L’impunità regna sovrana a Juárez, tanto da far dichiarare ad Amnesty International che la città possiede uno dei tassi di impunità più alti del pianeta, rispetto agli omicidi delle donne. 
Secondo l’autorevole quotidiano messicano La Jornada, soltanto nel 2010 i casi di femminicidio a Juárez sono stati 469, “più del 50 per cento di tutti quelli commessi nei 16 anni precedenti” . In Italia il termine femminicidio è apparso sulle pagine dei giornali poco tempo dopo, prima come riferimento esclusivo al caso delle ’morti di Juárez’, poi entrato anche nel nostro linguaggio comune per indicare l’uccisione di una donna per il solo fatto di essere donna.
In America latina e centrale la componente machista,  che come abbiamo visto ebbe un suo ruolo, anche se non determinante, nell’omicidio delle sorelle Mirabal, ancora oggi rappresenta un aspetto importante all’origine della maggior parte dei casi di femminicidio nella regione. Ne rappresenta un fattore culturale o di costume, ma che è solo la facciata, a volte tragica, a volte solo caricaturale, ma non meno grave, di un rapporto a svantaggio della donna in termini di accesso al lavoro e agli studi e quindi di indipendenza economica.
Volendo esprimere il concetto con le parole della dichiarazione dell’ONU del 1993, il machismo rappresenta uno di quei meccanismi “per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
Le violenze di genere testimoniano comunque che le donne sempre e in ogni latitudine sono soggette a una doppia forma di discriminazione, quella di genere e quella di classe (nel caso delle donne migranti si aggiunge la componente discriminatoria della razza). Sono le donne delle fasce sociali più povere, quelle delle campagne, le contadine, le donne indigene, che subiscono più violentemente ogni forma forma di discriminazione. Sebbene studi recenti rivelano che il numero dei femminicidi in America latina e centrale siano in aumento - nonostante lo siano anche gli indici di crescita economica e nonostante la regione sia avviata ormai verso una fase di consolidamento della democrazia rispetto ai decenni passati, e quindi non sono direttamente correlati alla povertà e povertà estrema - è evidente che il sistema capitalista che concede il potere dei capitali e dei mezzi di produzione, generalmente gli uomini, può considerarsi come punto focale e causa della violenza di genere. Come ebbe a dire una volta Hugo Chávez, presidente del Venezuela, il capitale è machista”.
Oltre alla tesi marxista dell’origine della violenza di genere che inquadra lo sfruttamento, la subordinazione e la discriminazione delle donne relativamente alla struttura capitalista e patriarcale, altri studiosi fanno risalire l’origine delle problematiche di genere in America latina alla conquista e alla colonizzazione spagnola.
Oggi, invece, a determinare la drammaticità di una situazione di per sé già gravissima è l’aumento degli alti indici di violenza in generale che si registrano nella regione, la diffusione ormai fuori da ogni controllo del narcotraffico  e della criminalità ad esso collegata, che trascina con sé un numero indescrivibile di violenze commesse contro le donne e di femminicidi. A questo vanno aggiunte la fragilità e l’inefficienza strutturale dei sistemi giudiziari e della pubblica sicurezza.
Moni Pizani, rappresentante del Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per la Donna – Regione Andina, in un recente incontro tenutosi a Panama ha affermato che nella in America latina più del 40 per cento delle donne sono state vittima di violenza fisica e il tasso dei maltrattamenti psicologici a danno delle donne nelle relazioni di coppia si colloca in un 50 per cento.
Tuttavia la situazione è tragica soprattutto in quello che lei definisce ’triangolo nero’ e cioè la regione compresa tra Guatemala, Salvador e Honduras. Il Centroamerica infatti, è l’area dove più forti e violente si manifestano le contraddizioni tra i modelli che provengono dal nord e che spingono verso un ’progresso’ troppo accelerato in ogni aspetto della vita umana e invece i ritmi naturali caraibici più lenti e ’antichi’. 
In Guatemala, uno dei paesi dove la violenza contro le donne raggiunge proporzioni drammatiche, negli ultimi dieci anni 5mila donne sono state sequestrate e assassinate, nella maggior parte dei casi dopo essere state violentate, torturate e mutilate; solo nel 2010 secondo dati ONU sono state invece assassinate 675 donne. In Salvador nello stesso anno, 580. In Honduras, nel 2008 sono state 380, e il numero è andato in aumento negli anni successivi al 2009, quando c’è stato un colpo di Stato e sono incrementati anche gli omicidi e le violenze a sfondo politico.
L’unico aspetto positivo, anche se contraddetto dai dati rispetto all’impunità il fatto che l’America latina e centrale ha fatto enormi passi avanti rispetto a quella che è la tipificazione del femminicidio nel Codice Penale dei vari paesi, Guatemala e Costa Rica già dal 2008 e 2007, poi il Cile nel 2010, due stati del Messico, l’Argentina in discussione in questi giorni, il Perú, tanto per citarne alcuni.

Fonte:

http://www.lindro.it/America-Latina-aumenta-la-violenza,11675#.UK0N3oZia8C