Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


domenica 21 ottobre 2012

USATE PISTOLE TASER CONTRO GLI ATTIVISTI DELLA ESTELLE

Marco è tornato a casa, ma Gaza è ancora sotto assedio e la Palestina sotto occupazione. ORA TOCCA A NOI

 

ELENCO PRESIDI E MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA
nel profilo facebook di un gruppo attivo di sostenitori della causa palestinese


“WE ARE ALL ON THE FREEDOM FLOTILLA2″

 

Marco Ramazzotti Stockel racconta il sequestro e perchè era su Estelle

 

Fiumicino 21 ottobre ore 10.00, Marco Ramazzotti Stockel rilasciato dai sequestratori israeliani racconta cosa è successo nelle ore di scomparsa da ieri mattina alle 10.00, quando è stato prelevato dal veliero Estelle, da navi da guerra israeliane. 
Ribadisce le ragioni della sua scelta di partecipare ad una missione di pace di questo tipo, diretta a sbloccare il drammatico assedio di Gaza.



 

ANCHE FIRENZE IN PIAZZA MARTEDI’

 

MARTEDI’ 23 OTTOBRE  DALLE 17,00

PRESIDIO  IN P.ZA DELLA REPUBBLICA

NAVI DA GUERRA ISRAELIANE HANNO ABBORDATO IL VELIERO ESTELLE E ARRESTATO L’EQUIPAGGIO

Alle 10:20 del 20 Ottobre 2012, IN ACQUE INTERNAZIONALI navi da guerra israeliane hanno abbordato il veliero Estelle, diretto a Gaza in missione di pace.

Estelle era una nave disarmata, con cargo ispezionato più volte, equipaggio con dichiarate intenzioni non violente, in rotta da acque internazionali direttamente in acque territoriali di Gaza. Non poteva in alcun modo costituire una minaccia né per la sicurezza di Israele né per altri. Oltre agli attivisti di vari paesi Estelle trasportava 41 tonnellate di cemento, sedie a rotelle, 300 palloni da calcio, strumenti musicali, libri e giocattoli per bambini,……

Il governo israeliano poteva scegliere e doveva farla passare. Il governo israeliano non può addurre ragioni di sicurezza plausibili o avanzare competenze giuridiche territoriali sulla rotta di Estelle.

La missione umanitaria di Estelle consiste in un messaggio ben preciso e doveroso:  solidarietà con il popolo palestinese e basta con l’assedio di Gaza subito e per sempre.

La missione di Estelle (la 3° della Freedom Flotilla) consisteva nel chiedere giustizia per il popolo Palestinese, in linea con le risoluzioni ONU e le dichiarazioni di tutte le associazioni umanitarie internazionali che denunciano da anni la gravità della situazione in cui è costretta a vivere la popolazione civile di Gaza sotto assedio.

A nome delle migliaia di persone che, nei porti di tutta Europa, hanno manifestato il proprio sostegno ad Estelle vogliamo:

• l’immediata liberazione di tutti gli attivisti prelevati con la forza da Estelle ed arrestati

• la fine degli atti di pirateria con cui la marina militare israeliana impedisce qualsiasi possibilità di accesso a Gaza

• la fine dell’assedio illegale della Striscia di Gaza

• denunciare le complicità di molti governi (tra cui quello italiano) con le violenze e l’occupazione sionista

Firenze per Gaza vi invita a partecipare

 

COMUNICATO DELLA FREEDOM FLOTILLA ITALIA. MARCO RAMAZZOTTI ESPULSO, IN VOLO VERSO L’ITALIA. TESTIMONIANZA: USATE PISTOLE TASER CONTRO I PACIFISTI

 

Questa mattina alle 6 l’unità di crisi della Farnesina ha contattato la moglie di Marco Ramazzotti Stockel , sequestrato ieri mattina dalla Marina Israeliana in acque internazionali mentre navigava a bordo di Estelle diretto a Gaza. Ore di angoscia ieri dovute a nessuna notizia su Marco e gli altri passeggeri di Estelle dal momento del sequestro fino a questa mattina in cui è stato comunicato l’arrivo imminente di Marco a Fiumicino. Denunciamo che Israele, dopo aver “rapito” Marco non ha mai comunicato notizie dirette al console italiano, ai familiari o alla nostra organizzazione per rassicurare sullo suo stato di salute. L’unità di crisi della Farnesina in contatto con la moglie di Marco non ha saputo dare informazioni precise su di lui fino a questa mattina. Israele ha solo emesso agenzie stampa in cui parlava di abbordaggio pacifico, come se rapire una persona in mezzo al mare, su nave civile, obbligarlo a cambiare la rotta e portarlo in Israele può essere considerato un atto pacifico o non violento, solo perchè non sono state usate armi da guerra, come fatto in tutti gli abbordaggi precedenti.


Coordinamento Freedom Flotilla Italia
Paola Mandato – 335 5712859

 

AGENZIE E GIORNALI ISRAELIANI RIPORTANO LA TESTIMONIANZA DI YONATAN SHAPIRA, CHE DENUNCIA COME, NELL’ABBORDAGGIO DI ESTELLE, I COMMANDOS ISRAELIANI ABBIANO USATO PISTOLE TASER CONTRO I PACIFISTI: http://www.timesofisrael.com/israeli-arrested-on-gaza-bound-ship-claims-soldiers-used-tasers-on-activists/ E http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4294718,00.html. AMNESTY INTERNATIONAL ED ALTRE AGENZIE UMANITARIE DENUNCIANO DA ANNI LA PERICOLOSITA’ DELLE PISTOLE TASER: http://blog.amnestyusa.org/us/shockwave-tasers-latest-in-taming-dissent/. IL COORDINAMENTO FREEDOM FLOTILLA ITALIA DA APPUNTAMENTO A ROMA MARTEDI’ 23, ALLE 17, DAVANTI A PALAZZO CHIGI E INVITA A MANIFESTARE OVUNQUE CONTRO LA PIRATERIA ISRAELIANA.

Fonte:

http://www.freedomflotilla.it/

Femminicidi: le ceneri della vendetta

domenica 21 ottobre 2012

Carmela è una vittima collaterale di femminicidio, la 110 dall’inizio dell’anno, in un elenco che oltre alle donne uccise per mano di mariti, fidanzati o ex, si aggiungono figli, nuovi partner, e anche bambini uccisi per vendetta o perché vicini alla vittima da punire. Morta a 17 anni, Carmela ha fatto scudo con il suo corpo per salvare la sorella dalle 20 coltellate che Samuele – 23 anni ed ex fidanzato di questa – sferrava sulle guance, sul mento, alla schiena di Lucia, 18 anni.
Una storia, come quella di tante altre donne e ragazze perché il femminicidio non ha età, che ha tutti i tratti della violenza e della volontà di controllo che poco ha a che vedere con l’amore e che nella sua estrema conseguenza si esprime anche con l’annientamento materiale del corpo della donna. Nella sua confessione Samuele spiega lui stesso perché che non ce l’aveva con Carmela: «L’ho colpita per sbaglio – dice – ce l’avevo con Lucia».
Samuele voleva Lucia come una cosa che si possiede e su cui si esercita il proprio potere, come in una cultura in cui il maschio possiede la femmina che è solo sua, e dato che quella “cosa” gli aveva risposto con un “no”, Samuele la seguiva, le stava alle costole e la minacciava perché la rivoleva indietro. Nell’ultimo sms, pochi giorni prima dell’agguato, le aveva scritto: «Cenere sei e ceneri ritornerai». Un fatto di cui non erano a conoscenza i genitori, ma i carabinieri sì, perché come riporta un amico di scuola, Lucia era andata da loro che le avevano consigliato «di cambiare numero». Ora Samuele è in carcere per omicidio volontario premeditato, ma questa è una morte che si poteva evitare, come il 70% dei femminicidi che, in Italia e in Europa (Rapporto Onu 2012), si consumano all’interno di relazioni intime e che hanno avuto segnalazioni a forze dell’ordine, servizi sociali, strutture antiviolenza.
Il cambiamento di cultura necessario per abbattere il femminicidio, parte dalla valutazione e dall’importanza che questi fatti hanno, e dal ribaltamento dei ruoli attribuiti alla donna nella società, nella politica, nel privato: ruoli legati a stereotipi esasperati che hanno ridotto la donna a un corpo su cui il maschio, di ogni età o estrazione sociale, può esercitare il suo potere senza freno. Questo modo di pensare ha come conseguenza la tiepida attenzione al problema e facilita l’impunità dei reponsabili che spesso godono, nei tribunali, di attenuanti che richiamano al delitto d’onore cancellato nel 1981. Carmela è stata uccisa forse anche perché i carabinieri non hanno dato peso all’allarme lanciato da Lucia sulla persecuzione dell’ex fidanzato, una cosa che succede spesso nelle caserme quando una donna chiede aiuto perché vittima di violenza domestica o minacciata da un ex.
Mesi fa il governo italiano è stato redarguito dalle Nazioni Unite «per il suo scarso e inefficace impegno nel contrastare la violenza maschile nei confronti delle donne», «per l’allarmante numero di donne uccise dai propri partner o ex-partner», «per il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica»: raccomandazioni che vanno a colpire l’humus su cui i femminicidi proliferano ma a cui l’Italia non dà ascolto. Dieci giorni fa l’Italia ha firmato la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, sapendo che senza ratifica non è attuabile nel nostro Paese.
Nel 2013 il Comitato Cedaw chiederà al governo italiano cosa ha fatto contro il femminicidio e rischia di fare ancora una pessima figura. L’invito a politiche immediate – come nella Convenzione contro il femminicidio “No More!” – e la revisione del Piano Nazionale varato dalla ex ministra Carfagna, è un buon consiglio.

Luisa Betti - il manifesto

A Roma per Estelle e la Palestina

MARTEDI’ A ROMA PER ESTELLE E LA PALESTINA



I PIRATI ISRAELIANI ATTACCANO ESTELLE. BASTA CON LE COMPLICITA’ CON TEL AVIV! MARTEDI’ 23 TUTTE E TUTTI A PALAZZO CHIGI!

La marina da guerra di Tel Aviv ha assaltato Estelle, il veliero della Freedom Flotilla 3 diretto a Gaza assediata con il suo carico di umanità e solidarietà. Si tratta dell’ennesimo atto di pirateria e di illegalità commesso dallo Stato di Israele, il solo al mondo ad aver collezionato centinaia di Risoluzioni dell’ONU disattese e violate, senza per questo aver mai subito alcuna sanzione.
Oltre ad una ventina fra parlamentari europei ed attivisti, fra cui l’italiano Marco Ramazzotti Stockel, Estelle trasporta 2 alberi di ulivo, 41 tonnellate di cemento, sedie a rotelle, deambulatori, stampelle, stetoscopi ostetrici, libri per bambini, giocattoli, 300 palloni da calcio, strumenti musicali, attrezzature teatrali, radio VHF – per la navigazione  ed  un’ancora per l’Arca di Gaza, la nave in costruzione per poter esportare le merci dalla Striscia.
Il viaggio di Estelle è iniziato tre mesi fa dal Mare del Nord ed ha toccato i porti di Svezia, Norvegia, Francia, Spagna ed Italia: ogni tappa è stata segnata da manifestazioni di solidarietà, come a Napoli, dove in migliaia abbiamo salutato la nuova  sfida ad un blocco illegale alla navigazione imposto dallo stato di Israele, un blocco che condanna quasi due milioni di persone ad una vita da prigionieri.
Siamo stanchi della complicità dei governi del mondo con l’arroganza, la violenza e l’illegalità di Israele. Vogliamo la fine dell’assedio di Gaza e dell’occupazione della Palestina. Vogliamo l’affermazione dei diritti umani in Palestina ed in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. CONTRO L’ASSEDIO E L’OCCUPAZIONE 10 – 100 – 1000 ESTELLE!!!
MARTEDI’ 23, ALLE 17, TUTTE E TUTTI DAVANTI A PALAZZO CHIGI

Fonte:

http://www.freedomflotilla.it/

PALESTINA. FERMATO IL VIAGGIO DI "ESTELLE" VERSO GAZA


Abbordata in acque internazionali la nave "Estelle" della Freedom Flottilla III diretta a Gaza. La Marina militare israeliana la circonda e la costringe a invertire la rotta verso il porto di Ashdod. 

 

 

di Cecilia Dalla Negra 

 

La mattinata era cominciata con una bella immagine: una foto che mostrava persone di spalle sulla costa di Gaza, sguardo verso il mare, in attesa dell’arrivo di Estelle.

Il veliero della Freedom Flottilla III, partito tre mesi fa dal Mare del Nord, era diretto verso la Striscia di Gaza: “Estelle sta navigando verso il sole. Sono le 7 del mattino e tutto sembra calmo”, si leggeva nel primo aggiornamento odierno di Ship to Gaza Svezia, che dalla partenza della nave ha aggiornato minuto per minuto migliaia di utenti sui suoi spostamenti. 

Poi, alle 10,20, le prime notizie rimbalzano sui social network: i passeggeri della nave – 30 persone tra membri del parlamento di Svezia, Grecia, Norvegia e Spagna e attivisti internazionali – fanno sapere che 5, forse 6 navi della marina militare israeliana li stanno circondando.

L’imbarcazione, a quanto risulta dalle informazioni diffuse, si trovava in quel momento a 17 miglia nautiche dalla località egiziana di Arish, in acque internazionali, e a 30 miglia nautiche di distanza dalla sua destinazione finale: la costa di Gaza. 

La notizia fa il giro del web, gli attivisti e le reti solidali si attivano. Dall’italiano Marco Ramazzotti Stockel, della Rete Ebrei contro l’Occupazione, a bordo della nave, arriva il videomessaggio pre-registrato che invita ad attivarsi per dimostrare solidarietà ad Estelle, e soprattutto perché se ne parli sui media.

Lo spettro della Mavi Marmara – l’imbarcazione della prima Flottilla che venne assaltata dall’esercito israeliano e che vide 9 dei suoi passeggeri uccisi dai militari – è un ricordo ancora vivo, un crimine ancora impunito.

Il messaggio è chiaro: non lasciare da sola Estelle. La rete risponde: passano pochi minuti, e vengono annunciate manifestazioni in solidarietà a Barcellona, Madrid, Napoli, Firenze. 

A Roma appuntamento il prossimo 23 ottobre alle 17, davanti a Palazzo Chigi. 

Poi la conferma ufficiale: l’esercito israeliano prima, via Twitter, poi Tel Aviv con un comunicato, confermano l’abbordaggio. E’ circa mezzogiorno quando arriva anche la nota della Farnesina: “Su istruzione del ministro Giulio Terzi – si legge – l’ambasciata italiana a Tel Aviv si è immediatamente attivata e, in raccordo con la Farnesina, segue costantemente l’evolversi della situazione per assicurare ogni assistenza affinché venga garantita l’incolumità del nostro connazionale che risulta imbarcato sulla Flottilla”. 

La nave, da quanto risulta attualmente, sarebbe stata abbordata dalla marina militare israeliana e condotta forzatamente nel porto israeliano di Ashdod.

Nel comunicato, Tel Aviv sottolinea inoltre che il raid “è stato condotto in conformità al diritto internazionale” e solo “dopo che tutti i tentativi di impedire alla nave di raggiungere la Striscia di Gaza erano stati effettuati, sia attraverso contatto diretto che per via diplomatica, senza alcun risultato”. 

I passeggeri sarebbero stati ripetutamente raggiunti telefonicamente, secondo l’esercito, ma non avrebbero dimostrato “volontà di cooperare, ignorando gli inviti a cambiare rotta. La decisione è stata quindi di salire a bordo e condurre la nave nel porto di Ashdod”. 

Un’affermazione falsa, se verrà confermato che la nave, al momento dell’assalto, si trovava in acque internazionali.

E una reazione ampiamente prevista, visti i tentativi da parte israeliana di impedire al veliero di giungere a destinazione. Nei giorni scorsi Israele si era rivolto anche alle Nazioni Unite invitandole ad intervenire per fermare Estelle, e annunciando che altrimenti la reazione sarebbe stata autonoma. 

Una nave partita per portare alla popolazione civile di Gaza, da anni sotto assedio israeliano, strumentazione medica, sedie a rotelle, stampelle e stetoscopi. E ancora, strumenti musicali e palloni da calcio, libri e giocattoli per bambini, 41 tonnellate di cemento per una ricostruzione ancora negata da Israele, dopo la devastazione dell’offensiva “Piombo Fuso” del 2008.

E 2 alberi di ulivo, per portare anche un simbolo di pace nella Striscia. 

La “nave che sembra uscita dalle fiabe”, come l’aveva definita il suo capitano, Dror Feiler, era partita dalla Svezia e aveva toccato i porti di Norvegia, Francia, Spagna e Italia, sempre accolta da manifestazioni di solidarietà. L’ultima a Napoli, per salutare Estelle e il suo equipaggio, augurare buona fortuna, assicurare che l’attenzione sarebbe stata mantenuta alta durante tutto il suo tragitto verso Gaza. 

Un viaggio che si è interrotto stamattina. Forse perché, come si legge tra i tanti tweet inviati in rete, il veliero portava con sé anche “Rachel Corrie, Vittorio Arrigoni, gli attivisti della Mavi Marmara e una speranza di giustizia”.

Che a Gaza, ancora una volta, non doveva arrivare. 

 

Per seguire gli sviluppi su Twitter #Estelle @FreedomFlotIta e @ShiptoGazaSthlm

 

20 ottobre 2012 

Fonte:

http://www.osservatorioiraq.it/palestina-fermato-il-viaggio-di-estelle-verso-gaza