14/01/2009
Di Vittorio Arrigoni:
Il mio pezzo per Il Manifesto di oggi:
Dal
mare non più i suoi generosi frutti, nulla dell’amore per i suoi flutti
che rispecchiano il cielo, solo la morte portata in dote da navi da
guerra che arano il suo spettro liquido. Del mare proviamo a fare ancora
corridoio salvifico, una breccia su questa terra martoriata, confiscata
e imprigionata, stuprata in ogni suo palmo, ridotta ad un cimitero per
salme che non trovano riposo. Da qualche giorno anche i funerali sono
diventati target di attacchi dell’aereonautica israliana, come se i
palestinesi uccisi meritassero un’ulteriore punizione anche da morti. Se
un corridoio umanitario stenta a schiudersi per venire in soccorso ad
una popolazione ridotta allo stremo delle forze, ci penserà la
“Spirit of Humanity,” una delle nostre barche targata Free Gaza
Movement. Salpata oggi da Larnaca, Cipro, cercherà di condurre sino al
porto di Gaza, oltre a tonnellate di medicinali, una quarantina fra
dottori, infermieri, giornalisti, parlamentari europei, attivisti per i
diritti umani, rappresentanti di 17 diverse nazioni. Esseri veramenti
umani, come me, come i tanti in Italia che mi testimoniano la loro
indignazione, disposti a rischiare la vita piuttosto che continuare a
restare seduti e ignavi nel salotto buono di casa, dinnanzi ad un
televisore che rimanda solo una minima parte del massacro che ci sta
affliggendo.
Il
29 dicembre i miei amici ci provarono con la “Dignity”, furono
attaccati dalla marina israeliana che tentò di affondarli, lanciato
l’SOS dovettero rifugiarsi in Libano coi motori in avaria e una falla
nello scafo. Per puro caso non ci furono feriti gravi in
quell’occasione, ci auguriamo che domani siano rispettate le loro vite
e i diritti umani.
Ci
sono terribili catastrofi naturali a questo mondo, come terremoti e
uragani, inevitabili. A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria
innaturale perpetrata da Israele ai danni di un popolo che vorrebbe
ridotto alla più completa miseria, sottomissione. Una popolazione
disperata che non trova più il pane e il latte per nutrire i
suoi figli. Che non piange neanche più i suoi lutti perchè anche agli
occhi è stata imposta una ferrea dieta. Il mondo intero non può ignorare
questa tragedia, e se lo fa, non includeteci in questo mondo. Ogni
giorno invochiamo le forze che ci governano affinchè fermino questo
genocidio in corso, per domani mattina chiediamo solo che la nostra
piccola imbarcazione approdi a Gaza con il suo carico di compassione,
pace, amore, empatia, che a tutti i palestinesi siano concessi gli
stessi diritti di cui godono gli israeliani, e qualsiasi altro popolo
del pianeta. Il mare come àncora di speranza, il mare come meta di
distruzione.
Secondo
l’agenzia di stampa Ma’an, e la Reuters conferma, gli Stati Uniti
stanno per rifornire di 300 tonnellate di armi Israele, tramite due navi
cargo in partenza dalla Grecia. Armi e una grande quantità di esplosivo
e detonatori, tutto il necessario per spianare la Striscia da migliaia
delle sue abitazioni. Sono già 120 mila gli sfollati da Gaza a Jabalia,
ma i più, compresi diversi miei amici, non si sono mossi, non sanno dove
rifugiarsi.
Giornalisti,
dottori e becchini. Sono le professioni che lavorano di più qui a Gaza,
senza sosta ormai da 16 giorni. Gli avvoltoi, oltre i caccia
bombardieri, preoccupano e fomentano disprezzo, specie quelli che fino a
ieri sedevano sulla stessa sedia del compianto Arafat, e ora anelano a
venire a riprendersi il trono sulle ceneri di quel che di Gaza sarà.
Siamo
giunti a 923 vittime, 4.150 i feriti, 255 i bambini palestinesi
orribilmente trucidati. Il computo delle vittime civile israeliane,
fortunatamente, è fermo a quota 4. Gira voce che Olmert avrebbe fatto
sapere ai suoi che il raggiungimento di 1.000 vittime civili è il
termine ultimo per arrestare questa brutale offensiva infanticida. Un pò
come succede alla Vucciria di Palermo, dove i quarti di manzo
goccialano sangue all’aperto, e si contratta la carne un tanto al chilo.
Le
apparizioni di Ismail Haniyeh sullo schermo sono seguitissime dai
palestinesi della Striscia. Non si può parlare di tregua senza
contemporaneamente prefissare una fine dell’assedio. Continuare ad
assediare una Gaza ridotta in macerie, non permettere il confluire di
viveri e medicinali, impedire la fuoriuscita di malati e di feriti,
significa condannarla ad una più lunga agonia. Questo il sunto delle
parole del leader di Hamas, pronunciate stasera, che fanno breccia
nell’opionione pubblica gazawi. Il discorso di un leader che avrebbe
potuto fuggire a ripararsi altrove, e invece è rimasto qui a prendersi
le bombe in testa come chiunque altro. Queste mie prose odierne sono
state troncate sul nascere, dalla solita telefonata intimidatoria che
ordina l’evacuazione prima di un bombardamento. Mi trovo nel palazzo
dove risiedono i principali media internazionali, fra gli altri, Al
Jazeera, Ramattan e Reuters. Abbiamo dovuto staccate i pc dalle pareti,
precipitarci giù per le scale e riversarci in strada, dove con gli occhi
incollati al cielo cerchiamo di scorgere da dove giungerà il fulmine
distruttivo. Questa notte non ci saranno telecamere e reporters a
documentare il massacro di civili, aleggia il fondato sospetto che le
vittime innocenti saranno più del solito. Ancora per strada fisso
Alberto e gli strizzo un’occhio, si avvicina e gli sussurrò in un
orecchio se ritiene plausibile che le telefonata intimidatoria sia stato
un segnale per noi due soli, dopo la scoperta di un sito
statunitense di estrema destra che ci ha messo una taglia sulla testa: “ALLERTARE I MILITARI DELL’IDF PER COLPIRE L’ISM.
Numero
da chiamare se localizzate i covi di Hamas con i membri dell’ISM.
Dall’America chiamate 011-972-2-5839749. Da altri paesi non digitare lo
011. Aiutateci a neutralizzare l’ISM, che è ormai parte integrante di
Hamas sin dall’inizio della guerra. BERSAGLIO ISM #1 PER LE FORZE AEREE
ISRAELIANE E TRUPPE DI TERRA DELL’IDF: INVITO ALL’OMICIDIO DI VITTORIO
ARRIGONI (FOTO SOTTO) CHE ATTUALMENTE ASSISTE HAMAS A GAZA.”. Dal sito
“stoptheism.com”.
Non
prendetevi la briga di visitarlo ne tantomeno di linkarlo ai vostri
siti. E una testimonianza sociologica da tramandare ai posteri.
Analizzando questi tempi, il futuro pronuncerà la sua sentenza
inappellabile, di come l’odio fosse il sentimento più puro, e il livore
verso il diverso muovesse eserciti e fosse il collante di intere masse
di uomini,. Non è necessario che i miei detrattori e chi mi vorrebbe
martire compongano quel numero, l’esercito israeliano sa benissimo dove
trovarmi anche stanotte, sto sopra le ambulanze dell’ospedale Al Quds in
Gaza City.
Restiamo umani.
Vittorio Arrigoni
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