Non si fa in tempo a pubblicare una buona notizia che si scopre che non è più tale. Leggo adesso da Contropiano che la delegazione italiana che era riuscita a partire stamane per Gaza è stata nuovamente bloccata. Qui l'articolo:
Mercoledì, 01 Gennaio 2014 16:45
Di

Un nuovo stop per la delegazione italiana decisa a raggiungere Gaza
per ricordare i cinque anni dall'operazione Piombo Fuso e portare
solidarietà agli ospedali e ai campi profughi palestinesi. Nel
pomeriggio, a circa 150 km da Rafah, è arrivato un nuovo stop delle
forze di sicurezza egiziane che hanno fatto fermare il pullman.
Costretti al dietrofront fino al Canale di Suez. La delegazione fa
sapere che domani mattina tenterà di nuovo di passare.
Era arrivato nel cuore della notte di Capodanno il via libera per la
delegazione italiana con destinazione Gaza. Stamattina alle 7.00 si
erano messi in marcia alla volta del valico di Rafah per poter poi
entrare nel Territorio Palestinese sotto assedio dal 2006. Obiettivo i
campi profughi palestinesi nella Striscia e l'ospedale al Awda, cinque
anni dopo la sanguinosa operazione Piombo Fuso da parte delle forze
armate israeliane. In mezzo, da allora, più di 1.740 morti, migliaia di
mutilati, un assedio che ancora permane. Free Gaza, un grido per la
libertà.
Ultima modifica il Mercoledì, 01 Gennaio 2014 17:46
Fonte:



Ma
la vita dei pennuti cos'è in confronto agli interessi
della Nato? E sì, perché le rassicurazioni della
guardia costiera, che sottolinea come i radar siano a solo uso
civile, vengono messe in discussione, o meglio sbugiardate,
niente poco di meno che da una delle massime autorità
Nato, l'ammiraglio Samuel J. Locklear III, comandante per il
Sud Europa e per l'Africa, il quale ha affermato nel corso del
vertice Nato tenutosi a La Maddalena (4-5 luglio 2011) che “i
nuovi radar sono indispensabili per la Nato”. E per fare
cosa? Salvaguardare le coste? Non rientra nelle mansioni proprie
della Nato. La rete dei radar, infatti, verrà integrata
in un sistema militare di intelligence e di sorveglianza, denominato
C4isr, ossia un sistema di controllo ramificato sul territorio,
basato sulla centralizzazione delle informazioni e finalizzato
alla pianificazione di azioni militari in tempo reale. L'idea
di creare una perfetta mappa elettronica del territorio, dove
esercitare quello che viene denominato “l'ampio spettro
del dominio totale”, rientra nel progetto denominato Forza
Nec finalizzato a costruire in maniera diffusa sul territorio
sensori capaci di canalizzare le informazioni verso i centri
decisionali in tempo reale, decidendo così l'intervento
sul campo in modo più tempestivo. Basti pensare che gli
investimenti previsti per il progetto Forza Nec girano intorno
ai 22 miliardi di euro in un arco di 25 anni, di cui attualmente
ne sono stati spesi 475 milioni, per capire l'importanza che
questo riveste nei prossimi scenari internazionali.


