Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


martedì 28 agosto 2012

SENTENZA VERGOGNOSA SULLA MORTE DI RACHEL CORRIE: PER ISRAELE FU UNO "SPIACEVOLE INCIDENTE"

Rigettata l'accusa di omicidio: Rachel Corrie morì per uno "spiacevole incidente". Per i genitori e' stata una sentenza-farsa.

martedì 28 agosto 2012 10:44

di Emma Mancini

Roma, 28 agosto 2012, Nena News - Israele non è colpevole. Questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Haifa che ha così rigettato l'accusa di negligenza mossa contro lo Stato israeliano per l'omicidio dell'attivista americana Rachel Corrie. Israele si auto-assolve.

A muovere l'accusa contro Tel Aviv erano stati i genitori di Rachel, secondo i quali Israele andava riconosciuto colpevole di omicidio e di aver condotto un'inchiesta incompleta e parziale. Di diverso parere la corte di Haifa: il giudice Oded Gershon ha stabilito che lo Stato non è responsabile per "nessun danno causato" perché si è trattato solo di "uno spiacevole incidente". Insomma, secondo il tribunale Rachel Corrie è morta per sbaglio ed ne è la sola responsabile perché "non ha lasciato l'area come qualsiasi persona di buon senso avrebbe fatto".

Ma non solo. La corte di Haifa ne ha approfittato per sottolineare un'altra clausola, fondamentale per la legge israeliana: l'esercito è assolto da ogni accusa perché l'evento evento si è verificato "in tempo di guerra". Si è trattato, cioè, di "un'attività di combattimento", conseguente ad un fantomatico attacco subito da Israele poche ore prima nella Striscia di Gaza.

Ventitré anni, residente ad Olympia e attivista dell'International Solidarity Movement, Rachel è morta il 16 marzo 2003, schiacciata da un bulldozer militare israeliano. Un Caterpillar D9-R guidato da un soldato israeliano l'ha uccisa mentre manifestava pacificamente contro la demolizione di case palestinese a Rafah, nella Striscia di Gaza.

Nel 2005, a due anni dalla morte di Rachel, due anni trascorsi senza risposte da parte dello Stato israeliano, la famiglia Corrie ha deciso di muoversi. E ha fatto causa a Tel Aviv. A seguire la loro denuncia, l'avvocato Hussein Abu Hussein che ha accusato lo Stato di Israele di essere responsabile dell'uccisione di Rachel Corrie e di aver condotto un'indagine incompleta e poco credibile.

E così, dopo la lettura della sentenza, questa mattina il primo commento di Cindy Corrie non lascia spazio a commenti: "Sono ferita", ha detto la madre di Rachel alla stampa. Immediato l'intervento dell'avvocato Abu Hussein, secondo il quale la corte ha ancora una volta garantito l'impunità dell'esercito: "Sapevamo dall'inizio che si trattava di una battaglia in salita per ricevere risposte sincere e giustizia, ma siamo convinti che questo verdetto distorca le prove presentate alla corte".

Pochi giorni fa, anche l'ambasciatore statunitense in Israele, Daniel Shapiro, aveva espresso le sue preoccupazioni per il modo in cui Israele ha condotto le indagini sul caso Corrie, definendole "una farsa". Di diverso avviso l'opinione pubblica israeliana che non ha mai mostrato alcun interesse per la morte di Rachel, avvenuta in piena Seconda Intifada, la sollevazione popolare palestinese considerata dallo Stato ebraico un atto di guerra. Nena News 

lunedì 27 agosto 2012

6 anni fa sul lungomare di Focene viene ucciso Renato Biagetti. Non era una rissa.


di Cristiano Armati*

Quando, alla fine di agosto del 2006, i giornali romani aprirono le pagine di cronaca dando la notizia dell’arresto dei due “balordi” che, la notte tra il 26 e il 27, avevano ucciso a coltellate un ragazzo sul lungomare di Focene, il lettore distratto sarebbe passato oltre credendo di avere a che fare con la solita rissa tra ubriachi: un gruppo di giovani sovraeccitati dalla droga e dall’alcol che litigano nel parcheggio di una discoteca arrivando prima a riempirsi di botte e poi ad ammazzarsi tra di loro. Dei fatali esiti di una «rissa tra balordi», parlavano anche i commenti forniti a corredo della notizia: articoli scritti in punta di penna ma terribilmente preoccupati di specificare come la politica, con quel fattaccio, non avesse nulla a che fare: essendo la conflittualità sociale soltanto un brutto sogno vissuto negli anni Settanta e, oggi come oggi, completamente dimenticato.
La precisazione, apparentemente inutile (e quindi sospetta), si rendeva necessaria non appena, tra le righe dei quotidiani impegnati ad analizzare l’accaduto, emergeva la biografia della vittima: Renato Biagetti, ventisei anni, fresco di laurea in ingegneria, tecnico del suono e grande appassionato di musica reggae. La notte tra il 26 e 27 agosto del 2006, era stato proprio l’amore per i ritmi afrogiamaicani a spingere Renato a mettersi in macchina insieme a Laura, la fidanzata, e a Paolo, il suo migliore amico, per spostarsi da Grotta Perfetta, dove viveva ed era nato, per arrivare fino al «Buena Onda» di Focene: una dance hall sulla sabbia ricavata all’interno di uno stabilimento che, di notte, dà spazio ai seguaci delle good vibrations come, di giorno, ospita i romani dediti al surf. Con il caldo torrido che affligge una Roma ancora semideserta, è naturale spingersi sul litorale per trovare un po’ di refrigerio: Renato, Laura e Paolo, al Buena Onda, restano finché, intorno alle cinque del mattino, la luce tremolante delle stelle annuncia la fine della tregua concessa dal sole prima di un nuovo giorno. È in questo momento, mentre Renato e Paolo si siedono su un muretto e Laura recupera la macchina dal parcheggio, che un’automobile si affianca ai ragazzi. A bordo, il volto di due completi sconosciuti. Persone anonime che, abbassando i finestrini, si mettono a gridare: «E finita la festa? Sì? Allora ritornatevene a Roma, merde!».
Più che di un insulto, si tratta di una vera e propria dichiarazione di guerra. Nell’abitacolo della vettura degli aggressori, insieme ai lampi sinistri degli occhi, scintillano le lame. È a colpi di coltelli, infatti, che una volta scesi dalla macchina gli aggressori si avventano sui ragazzi. Paolo viene colpito e anche Laura è presa a pugni. Renato Biagetti, in modo particolare, è raggiunto al corpo da otto fendenti micidiali. Chi lo ha ridotto in quello stato scappa tentando di dileguarsi mentre, a soccorrere Renato, restano Laura e Paolo, ancora insieme al fidanzato e all’amico quando, d’urgenza, il ragazzo viene ricoverato in ospedale. Qui Renato riesce ancora a fornire a un carabiniere, giunto al suo capezzale, la sua ricostruzione dei fatti ma, purtroppo, sono proprio queste le sue ultime parole. Le profonde lesioni che ha subito fuori dal Buena Onda risultano fatali e, intorno a mezzogiorno, provocano la morte di Renato.
Mentre Renato veniva accoltellato sulla spiaggia, diversi testimoni vedono i ragazzi che infieriscono con i coltelli e, quando gli aggressori scappano con la macchina, annotano il numero di targa e il modello della vettura. Stranamente questi riferimenti non consentono affatto ai carabinieri di mettere immediatamente le mani sugli assassini così gli aggressori riescono a far perdere le loro tracce risultando irreperibili per almeno tre giorni.
In questo lasso di tempo, ad ascoltare le testimonianze di Paolo e Laura, più che i giornalisti ci sono i compagni del centro sociale Acrobax: uno spazio pubblico autogestito ricavato all’interno delle pertinenze dell’ex cinodromo di Ponte Marconi; in questo momento, forse l’unico punto di riferimento per chi, alla resa dei conti, capisce come la morte di Renato Biagetti non sia certo frutto di una rissa ma, al contrario, l’esito di una crudele aggressione. È proprio un comunicato emesso dall’Acrobax a quarantotto ore dalla morte di Renato, infatti, a cui si deve il primo tentativo di arginare la disinformazione che sta piovendo sul cadavere del ragazzo assassinato:
 "Non si è trattato di una rissa tra balordi all’uscita di una delle discoteche del litorale ma di uno dei tanti episodi che si iscrive dentro un clima sociale, politico e culturale determinato dalle destre in Italia. Non sappiamo chi sono questi delinquenti ma queste pratiche ci ricordano da vicino le tante aggressioni agli spazi sociali e alle persone che li attraversano che si sono ripetute a Roma e altrove".
Parole che trovano una triste conferma nel momento in cui chi ha colpito Renato viene finalmente arrestato. Si tratta di due ragazzi di diciannove e sedici anni: Vittorio Emiliani, nativo di Focene, e G.A, ancora minorenne, originario di Nola. E se non bastassero le modalità squadristiche con cui i due hanno consumato la loro aggressione; se non fosse sufficiente sottolineare il pregiudizio che grava sullo stabilimento dove Renato ha trovato la morte, considerato a Focene un «ritrovo di zecche»; se non servisse parlare dell’impegno profuso da Renato in tutte le iniziative in cui la musica veicolava messaggi antirazzisti, antifascisti e antisessisti; se tutto questo non consente ancora di accedere alla dimensione politica da cui è scaturito l’omicidio di Biagetti, allora non resta che sollevare la maglietta di Vittorio Emiliani per mostrare a tutti la croce celtica che il ragazzo esibisce sul braccio, tatuata.
Emiliani ha ucciso, eppure avere un morto sulla coscienza non basta a fargli ammettere le colpe di cui si è macchiato: «C’è stata la lite, questo lo ricordiamo – ammette di fronte ai carabinieri – ci siamo anche picchiati, ma non ricordiamo della coltellata che ha ucciso il ragazzo».
Gli inquirenti non insistono e mettono a verbale le dichiarazioni di Emiliani. Effettivamente la sua memoria deve funzionare davvero male visto che la «coltellata che ha ucciso il ragazzo» di cui parla non è stata soltanto una, ma addirittura otto. Un aggravante di assoluto rilievo che non tarda ad emergere quando sul cadavere di Renato viene disposta una regolare autopsia. Osservando le ferite sul corpo di Biagetti, il patologo descrive bene l’efferatezza con cui sono state usate le lame:
"Due coltellate ebbero a raggiungere il bersaglio tangenzialmente alla superficie cutanea; due penetrarono a livello del gomito e dell’avambraccio di sinistra e, pertanto, possono essere interpretati come colpi limitati dall’azione di difesa, perché altrimenti diretti al cuore; due vibrate in rapida successione penetrarono la regione sovra iliaca sinistra; due attinsero l’emitorace sinistro e penetrarono profondamente nel torace producendo lesioni viscerali".
L’arma del delitto, su indicazione dello stesso Vittorio Emiliani, viene ritrovata seppellita nei giardinetti di Focene. Secondo Paolo e Laura, anche il ragazzo minorenne che era con Emiliani ha partecipato all’aggressione armato di coltello: d’altronde come avrebbe potuto, il solo Emiliano, vedersela con Paolo e Laura riuscendo, nello stesso tempo, a vibrare otto fendenti contro Renato? Il caso di Renato Biagetti è particolarmente tragico ma tutt’altro che isolato. Un dossier compilato dopo la morte del giovane tecnico del suono, non a caso, raccoglie informazioni riguardanti ben 134 aggressioni a sfondo razzista, omofobo e fascista compiute a Roma e nel Lazio tra il 2004 e l’estate del 2006.  Dal momento che non riguardano persone morte, simili notizie fanno fatica ad essere divulgate e, se finiscono sui giornali, molto difficilmente superano la dimensione del classico trafiletto. Diluite negli spazi in genere riservati a reati come furti e rapine, le informazioni sulla violenza politica diventano difficilmente distinguibili da quelle sulla criminalità comune, generando lo stesso tipo di attitudine che, all’ennesima potenza, esplode nel corso del processo agli assassini di Renato: l’attitudine a negare, insieme alle idee, anche la dignità della vittima. Perché morire nel corso di una rissa tra balordi non è assolutamente uguale a essere uccisi in virtù di un’aggressione subita a causa della propria differenza morale ed esistenziale.
Eppure, da questo punto di vista, neppure il processo ha reso giustizia alla dinamica dei fatti di Focene. Vittorio Emiliani è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario e condannato a scontare quindici anni di reclusione. Una pena simile a quella inflitta al suo complice minorenne, condannato a quattordici anni e otto mesi. Nella motivazioni della sentenza, però, riaffiora lo spettro della «rissa tra balordi» senza alcuna allusione alla matrice politica dell’agguato: degno corollario di un dibattimento in cui gli osservatori non hanno potuto fare a meno di sottolineare alcune circostanze a dir poco strane. La deposizione che, poco prima di morire, Renato rende al carabiniere arrivato a sentirlo all’ospedale Grassi, per esempio, non venne verbalizzata dal militare: come mai?
Si tratta ancora di una dimenticanza o questa singolare perdita di memoria può essere ricollegata alle decisioni con cui i giudici impediscono sia all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sia al comune di Roma di costituirsi parte civile nel corso del processo?
Renato Biagetti, come affermano gli avvocati della famiglia: «È stato colpito barbaramente con otto coltellate in un’aggressione caratterizzata da inaudita ferocia, conseguenza di un violento sentimento di avversione verso il comportamento, le scelte e lo stile di vita di Renato e dei suoi amici».
Ed è proprio in questo «violento sentimento di avversione verso il comportamento, le scelte e lo stile di vita» che si iscrivono i modi della violenza politica contemporanea. Nascondere la testa sotto la sabbia e negare l’insorgenza di una simile questione, da questo punto di vista, impedisce la nascita di un dibattito collettivo in grado di arginare un problema tutt’altro che superato. Succede così, nel secondo anniversario della morte di Renato, che il concerto indetto al Parco Schuster per commemorare il ragazzo, venga «festeggiato» da una nuova aggressione condotta a colpi di coltello. Ancora una volta, alle quattro del mattino, un piccolo gruppo di ragazzi che avevano aderito all’iniziativa viene circondato da dieci estremisti di destra mentre torna alla propria automobile. L’agguato, per fortuna, non provoca nuovi morti ma lascia sull’asfalto un ragazzo di ventisette anni con profonde lacerazioni alle coscia e altri due giovani con ferite causate da armi da taglio e da catene. Questa volta nessuno ha il coraggio di dire che «la politica non c’entra» eppure, confinata in qualche trafiletto, la notizia finisce soffocata nel marasma della cronaca, una ferita aperta nel cuore di una città tutt'altro che pacificata.

Roma, 27 agosto 2012   
                                                                                                    *scrittore
 
Fonte:
 


giovedì 23 agosto 2012

Mario "Mariano" Lupo


 

Fonte:  


Mario (Mariano) Lupo
7 maggio 2005

25 agosto 1972
A Parma, militanti missini uccidono a coltellate Mariano Lupo, ventenne iscritto a Lotta continua, presso il cinema Roma dove egli era accorso per difendere la sua ragazza, Gabriella, minacciata da un gruppo di militanti di destra. Saranno inquisiti Edgardo Bonazzi, Andrea Ringozzi, Pier Luigi Ferrari e il consigliere comunale del Msi-Dn Luigi Saporito
27 agosto 1972
A Parma, si svolgono con migliaia di persone e bandiere rosse i funerali di Mariano Lupo, la cui salma è stata esposta nell'aula consiliare del Municipio. Ma ci sono polemiche nella sinistra. "L'Unità" non ha scritto che Mariano Lupo era un militante di Lotta continua e la giunta di sinistra ha fatto defiggere uno striscione di quella organizzazione che denunciava l'uccisione. I tre sindacati provinciali dei metalmeccanici, invece, emettono una nota congiunta nella quale affermano che, a fronte della violenza di destra, finora "si è fatto poco, e quel poco si è fatto male. Non si è mai organizzata una risposta di massa efficace, non si sono colpite le radici del fenomeno".
6 settembre 1972
A Ferrara, è arrestato Pier Luigi Ferrari, militante di destra, indiziato di aver partecipato all'aggressione a Mariano Lupo.
27 novembre 1972
A Parma, i due militanti di destra arrestati per l'assassinio di Mariano Lupo, Ettore Croci e Angelo Tommaselli, sono scarcerati con la motivazione che hanno subito minacce e il carcere non è sicuro per la loro incolumità.
14 maggio 1975
Ad Ancona, inizia il processo per l'uccisione di Mario Lupo a carico dei neofascisti Bonazzi, Ringozzi e Saporito. Il processo, che doveva iniziare nel gennaio 1974, era stato rinviato per il ricorso in Cassazione dei difensori degli imputati.
21 maggio 1975
Ad Ancona, al processo per l'uccisione di Mario Lupo, il teste Zefferino Ghirarduzzi dichiara di aver avuto minacce da parte dei neofascisti allo scopo di farlo desistere dalla testimonianza e di essere stato oggetto anch'egli di un'aggressione a Parma, un mese prima della morte di Lupo, cui avrebbe partecipato lo stesso imputato Bonazzi, dalla quale egli dice di essere scampato fuggendo e rifugiandosi in un negozio.
30 luglio 1975
Ad Ancona, termina il processo in Corte d'assise per la uccisione di Mario Lupo, con la condanna dell'accoltellatore Edgardo Bonazzi a 11 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, e di Andrea Ringozzi e Luigi Saporito per concorso, rispettivamente a 6 anni e 10 mesi e a 4 anni e 5 mesi. E' invece assolto per insufficienza di prove, Luigi Ferrari. All'uscita dall'udienza, scoppiano tafferugli fra neofascisti e militanti di sinistra, nei quali rimangono contusi fra gli altri, un corrispondente del "Corriere adriatico" e uno del "Quotidiano dei lavoratori" .
3 giugno 1976
Ad Ancona, alla riapertura del processo in secondo grado per l'uccisione di Mario Lupo nell'agosto 1972, la difesa di Bonazzi, Ringozzi e Saporito (condannati rispettivamente a 11 anni, 6 anni e 10 mesi, 4 anni e 5 mesi in primo grado) avanza la 'legittima suspicione'.
Non sono state reperite informazioni successive.

Fonte:

martedì 21 agosto 2012

LA NOTTE DI SAN BARTOLOMEO


massacro, part.

Massacro di S. Bartolomeo di Dubois, particolare

 (23-24 agosto 1572). Durante le guerre di religione in Francia vi fu consumato il massacro di 2.300 ugonotti a Parigi e di altri 12.000 in provincia nei giorni successivi. L'eccidio fu deciso da Carlo IX su istigazione della regina madre Caterina de' Medici, che voleva impedire che il re, su consiglio dell'influente capo ugonotto Gaspard de Coligny, appoggiasse la ribellione dei Paesi bassi ostacolando così la sua politica filospagnola.

Fonte:

lunedì 20 agosto 2012

Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti

Nicola Sacco (Torremaggiore, Foggia, 22 aprile 1891 - Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888- Charlestown, 23 agosto 1927) furono due anarchici italiani che vennero arrestati, processati e giustiziati negli Stati Uniti negli "anni '20", con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia di una fabbrica di scarpe. Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; non vennero nemmeno assolti dopo che un altro uomo ammise, nel 1925, la responsabilità di quei crimini.
Sacco, di origine pugliese, di professione faceva il ciabattino mentre Vanzetti - che gli amici chiamavano Tumlin, ed era originario di Villafalletto, Cuneo - gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati sulla sedia elettrica a Dedham, Massachusetts, il 23 agosto 1927.

Brevi note biografiche

  • Nicola Sacco nasce a Torremaggiore (attualmente in provincia di Foggia) il 22 aprile 1891 in una numerosissima famiglia, padre, madre e 17 figli. Vissuto nella miseria, a quattordici anni lascia la scuola per iniziare a lavorare nei campi. Emigrato a 17 anni(12 aprile 1909) negli USA, lavora inizialmente come manovale e operaio di fonderia, prima di riuscire a farsi assumere in un calzaturificio come operaio specializzato. Sposatosi nel 1912 con Rosina Zambelli, figlia di un immigrato piemontese, ha due figli: Dante e Ines. Scoppiata la guerra mondiale si rifugia in Messico per sfuggire all'arruolamento obbligatorio, ma una volta ritornato negli USA inizia la militanza negli ambienti anarco-sindacalisti, organizzando e partecipando a molti scioperi che gli costano la schedatura come agitatore e anarchico.
  • Bartolomeo Vanzetti nasce a Villafalletto (attualmente in Piemonte) l'11 giugno 1888. All'età di 13 anni inizia a lavorare come apprendista in una pasticceria, in seguito, divenuto orfano, decide di emigrare verso gli USA: è il 9 giugno 1908.[1]. Svolge moltissimi lavori in diverse città: bracciante, lavapiatti, manovale, operaio, ecc. Quando è riuscito a racimolare un pò di soldi acquista un carretto da pescivendolo, mestiere con cui si guadagna da vivere a Plymouth. Anarchico convinto, è sicuramente più preparato culturalmente del suo amico Sacco. Conosciuto per la sua abilità oratoria, viene arrestato mentre stava raccogliendo materiale controinformativo sulla morte dell'anarchico Andrea Salsedo
  •  

L'immigrazione negli USA

Arrivarono negli USA - Sacco nel 1909 e Vanzetti nel 1908 - senza conoscersi tra loro. Sacco aveva quasi diciotto anni e Vanzetti venti. Quest'ultimo, al processo, descriverà così l'esperienza dell'immigrazione: «Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America». 


Sacco (a destra) e Vanzetti ( a sinistra) in manette

E in seguito scrisse: «Dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra promessa. Il treno della sopraelevata passava sferragliando e non rispondeva niente. Le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me».
Sacco, che in Italia era stato calzolaio di professione, trovò lavoro in una fabbrica di calzature a Milford, nel Massachusetts. Si sposò e andò ad abitare in una casa con giardino. Ebbe un figlio, Dante, e una figlia, Ines. Lavorava sei giorni la settimana, dieci ore al giorno. Nonostante ciò, partecipava attivamente alle manifestazioni operaie dell'epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. In tali occasioni teneva spesso dei discorsi. A causa di queste attività venne arrestato nel 1916.
Vanzetti fece molti lavori, prendeva tutto ciò che gli capitava. Lavorò in varie trattorie, in una cava, in un'acciaieria e in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. Leggeva molto: Marx, Charles Darwin, Victor Hugo, Gorkij, Lev Tolstoj, Emile Zola e Dante furono tra i suoi autori preferiti. Nel 1916 guidò uno sciopero contro la Plymouth e per questo motivo nessuno volle più dargli un lavoro. Si mise quindi in proprio, facendo il pescivendolo.
Fu in quell'anno che "Nick" e "Bart" si conobbero ed entrarono entrambi a far parte del gruppo anarchico italoamericano di Luigi Galleani. Tutto il collettivo fuggì in Messico per evitare la chiamata alle armi, non per vigliaccheria ma perché per un anarchico non c'è niente di peggiore che morire per uno Stato.

L'arresto

Nicola e Bartolomeo tornarono nel Massachussets dopo la guerra, ma non sapevano di essere inclusi in una lista di sovversivi compilata dal Ministero di Giustizia, nè di essere pedinate dagli agenti segreti USA. Nella stessa lista era incluso anche un amico di Vanzetti, il tipografo Andrea Salsedo. Questi, il 3 maggio 1920, venne assassinato dalla polizia in un modo che non può non ricordare la storia di Giuseppe Pinelli: venne buttato dal quattordicesimo piano di un edificio appartenente al Ministero di Giustizia. Sacco e Vanzetti organizzarono un comizio per far luce su questa vicenda, comizio che avrebbe dovuto avere luogo a Brockton il 9 maggio. Purtroppo gli eventi seguenti impedirono la realizzazione della manifestazione.
Il 5 maggio 1920, probabilmente grazie ad una "soffiata", Nick e Bart vennero arrestati perché nei loro cappotti nascondevano volantini anarchici e alcune armi. Tre giorni d'interrogatori ed i due vennero accusati dal procuratore Gunn Katzamnn anche di una rapina avvenuta a South Baintree, un sobborgo di Boston, circa un mese prima del loro arresto (15 aprile 1920), in cui erano stati assassinati due uomini, il cassiere della ditta - il calzaturificio «Slater and Morrill» - e una guardia giurata. Vanzetti fu accusato anche della rapina ai danni di un furgone che trasportava le paghe degli operai di un calzaturificio, compiuta il 24 dicembre 1919 a Bridgewater.

Il processo e la condanna

I tre processi (nel primo processo Vanzetti fu condannato a 12 anni di carcere per la prima rapina; nel secondo - 14 luglio 1921 - i due vennero invece condannati a morte) che seguirono e le successive condanne a morte furono utilizzate in chiave politica, ovvero per dare un esempio a tutti i militanti della sinistra. Non c'era nessuna prova a loro carico, addirittura alcune testimonianze li scagionavano. Addirittura non si tenne conto della confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che ammise di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto Sacco e Vanzetti.
Alla base del verdetto di condanna - a parere di molti - vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte volontà di perseguire una "politica del terrore" suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminata nella vicenda delle deportazioni. Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del governo. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese (migliore in Vanzetti, che terrà un famoso discorso, in occasione della lettura del verdetto di condanna a morte); erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due anarchici bastardi.
Si trattava di un periodo della storia americana caratterizzato da una intensa paura degli anarchici (vedi Anarchist Exclusion Act) e soprattutto dei comunisti, la paura rossa del 1917 - 1920. Né Sacco né Vanzetti avevano avuto precedenti con la giustizia, né si consideravano comunisti, ma erano conosciuti dalle autorità locali come militanti radicali che erano stati coinvolti in scioperi, agitazioni politiche e propaganda contro la guerra.

Da un discorso di Vanzetti

Sacco e Vanzetti si ritenevano vittime del pregiudizio sociale e politico. Vanzetti, in particolare, ebbe a dire rivolgendosi per l'ultima volta al giudice Thayer:
«Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra; io non augurerei a nessuna di queste ciò che io ho dovuto soffrire per cose di cui io non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui io sono colpevole. Io sto soffrendo perché io sono un radicale, e davvero io sono un radicale; io ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano» [...] (dal discorso di Vanzetti del 19 aprile 1927, a Dedham, Massachusetts)
Ed è proprio in questo senso che oggi molti anarchici sostengono che i loro compagni ingiustamente incarcerati o uccisi non sono affatto innocenti; sono invece perseguitati perché sono ciò che sono, e dal punto di vista del potere, sostengono, non vi è alcun errore di giudizio.

Lettera di Sacco al figlio Dante


Manifestazioni in favore di Sacco e Vanzetti (Londra, 1921)

«Mio carissimo figlio e compagno,
sin dal giorno che ti vidi per l'ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire!
Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario.
Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra libertà. Se cessai il mio sciopero della fame, lo feci perchè in me non era rimasta ormai alcuna ombra di vita ed io scelsi quella forma di protesta per reclamare la vita e non la morte, il mio sacrificio era animato dal desiderio vivissimo che vi era in me, per ritornare a stringere tra le mie braccia la tua piccola cara sorellina Ines, tua madre, te e tutti i miei cari amici e compagni di vita, non di morte. Perciò, figlio, la vita di oggi torna calma e tranquilla a rianimare il mio povero corpo, se pure lo spirito rimane senza orizzonte e sempre sperduto tra tetre, nere visioni di morte. Ricordati anche di ciò figlio mio. Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perchè essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata - a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena! Tutto ciò mi faceva pensare a te e ad Ines insistentemente, e vi desideravo tanto, oh, tanto, figli miei! Ma poi pensai che fu meglio che tu non fossi venuto a vedermi in quei giorni, perché nella cella di morte ti saresti trovato al cospetto del quadro spaventoso di tre uomini in agonia, in attesa di essere uccisi, e tale tragica visione non so quale effetto avrebbe potuto produrre nella tua mente, e quale influenza avrebbe potuto avere nel futuro. D'altra parte, se tu non fossi un ragazzo troppo sensibile una tale visione avrebbe potuto esserti utile in un futuro domani, quando tu avresti potuto ricordarla per dire al mondo tutta la vergogna di questo secolo che è racchiusa in questa crudele forma di persecuzione e di morte infame. Si, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre Idee che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. Dante, per una volta ancora ti esorto ad essere buono ed amare con tutto il tuo affetto tua madre in questi tristi giorni: ed io sono sicuro che con tutte le tue cure e tutto il tuo affetto ella si sentirà meno infelice. E non dimenticare di conservare un poco del tuo amore per me, figlio, perchè io ti amo tanto, tanto... I migliori miei fraterni saluti per tutti i buoni amici e compagni, baci affettuosi per la piccola Ines e per la mamma, e a te un abbraccio di cuore dal tuo padre e compagno.
Nicola Sacco»

La protesta e l'esecuzione

«Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni, non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome - il nome di Nicola Sacco - sarà ancora vivo nel cuore della gente. Noi dobbiamo ringraziarvi. Senza di voi saremmo morti come due poveri sfruttati: un buon calzolaio, un bravo pescivendolo......E mai, in tutta la nostra vita, avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini.» (La Tragedia di Sacco e Vanzetti, Francis Russell.)

Commemorazione di Sacco e Vanzetti (Carrara, 1° maggio 2010)

All'inizio Sacco e Vanzetti furono difesi dalla comunità italiana (un ruolo importante lo ebbe anche il giornale anarchico «L'Adunata dei Refrattari» e il comitato in loro difesa, promosso negli USA da Aldino Felicani)), una delle più sfruttate e oppresse in quel periodo negli USA, poi soprattutto dai marxisti e dal movimento anarchico internazionale: «Le Libertaire», è il primo giornale francese a parlarne, a cui presto si aggiungerà Soccorso rosso internazionale e l'Internazionale comunista. Tutti insieme riuscirono a smuovere le coscienze di molti intellettuali, addirittura l'ateo anarchico francese Louis Lecoin non esitò a ichiedere al papa di intervenire. [2]
I comunisti americani fecero sentire la propria voce di protesta solo nel 1927 con l'intenzione di trarne un vantaggio politico[3]. In molti paesi del mondo sorsero comitati in difesa di Sacco e Vanzetti e ovunque ci furono manifestazioni. A molte ambasciate americane furono inviati pacchi bomba come segno estremo di protesta, ma fu tutto inutile. Secondo recenti "scoperte", parrebbe che anche Mussolini si sia mosso in difesa dei due anarchici italiani. [4]
Quando il verdetto di morte fu reso noto, si tenne una manifestazione davanti al palazzo del governo, a Boston. La manifestazione durò ben dieci giorni, fino alla data dell'esecuzione (Charlestown, 23 agosto 1927). Il corteo attraversò il fiume e le strade sterrate fino alla prigione di Charlestown. La polizia e la guardia nazionale li attendevano dinanzi al carcere e sopra le sue mura vi erano mitragliatrici puntate verso i manifestanti.
Dopo la morte dei due anarchici, due catafalchi furono eretti nella camera ardente. Kenneth Whistler vi si recò e spiegò sui catafalchi un enorme striscione, sul quale era scritta una frase pronunciata dal giudice Thayer, rivolta a un amico, pochi giorni dopo aver pronunciato la sentenza: «Hai visto che cosa ho fatto a quei due bastardi anarchici, l’altro giorno?».

Intellettuali pro Nick e Bart

Molti scrittori e artisti in genere contribuirono a svelare il crimine che si stava compiendo ai danni dei due anarchici italiani: si può citare l'opera di Upton Sinclair intitolata Boston e U.S.A. di John Dos Passos; sul piano artistico si possono menzionare i quadri di Ben Shahn o le caricature di Robert Minor. Non meno importante fu la critica alle procedure processuali irregolari, denunciate da Henry L. Mencken (uomo non di sinistra, ma uno dei primi ad intervenire in sostegno a Sacco e Vanzetti) e Felix Frankfurter (professore di diritto ad Harvard)[3].
Molti altri famosi intellettuali, compresi Dorothy Parker, Edna St. Vincent Millay, Bertrand Russell, John Dos Passos, Upton Sinclair, George Bernard Shaw e H. G. Wells, sostennero a favore di Nick e Bart una campagna per giungere ad un nuovo processo; l'iniziativa, tuttavia, non approdò ad alcun risultato. Il 23 agosto 1927, dopo sette anni di udienze, i due uomini vennero giustiziati sulla sedia elettrica e la loro esecuzione innescò rivolte popolari a Londra, Parigi e in diverse città della Germania.
Il 23 agosto 1977, esattamente 50 anni dopo, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis emanò un proclama che assolveva i due uomini dal crimine, dicendo:
«Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.»

Fonte:

http://ita.anarchopedia.org/Sacco_e_Vanzetti 

venerdì 17 agosto 2012

36 minatori uccisi dalla polizia in Sudafrica

Venerdì 17 Agosto 2012 08:05 
 
 
È salito a 36 il numero dei minatori rimasti uccisi ieri in scontri con le forze dell'ordine nei pressi della miniera di platino di Marikana, nel nord ovest del Sudafrica.

La polizia sudafricana ha aperto il fuoco su migliaia di minatori in sciopero armati di machete. Nonostante questa strage, proseguono le proteste dei dipendenti della miniera di platino.

Nei giorni scorsi una decina di persone, tra cui due poliziotti, erano rimaste uccise in scontri tra sostenitori di due diversi sindacati. I disordini generali erano iniziati venerdì scorso, quando i lavoratori avevano incrociato le braccia nell'ambito di una vertenza salariale. Nel sito a 100 km da Johannnesburg lavorano oltre 3mila minatori guadagnando in media 400 euro al mese, che reclamano un aumento dello stipendio pari al triplo della paga attuale. L'azienda non intende cedere e minaccia di licenziare in massa i dipende nti se non si porrà fine alle dimostrazioni. Lo sciopero è poi degenerato in un conflitto aperto tra i membri dei due sindacati, la National Union of Mineworkers e la Association of Mineworkers and Construction Union.

Centinaia di minatori si sono radunati nuovamente nei pressi della miniera. Molti di loro erano armati di machete, bastoni e altre armi, e hanno ballato e cantato, osservati da agenti di sicurezza. La polizia ha permesso ai minatori di manifestare, mentre sono in corso trattative. La miniera è gestita dalla societa Lonmin, il terzo più grande produttore di platino del mondo.

Un'inchiesta governativa sulla strage sembra essere già stata decisa, per fare luce su uno degli episodi più gravi avvenuti in Sud Africa dalla fine dell’Apartheid e che per molti versi ricorda quel periodo. Ma oggi, a differenza d'allora, sia i poliziotti sia i manifestanti sono quasi tutti neri, come si vede anche dalle immagini. La contraddizione di colore, insomma, non appare rilevante in questo caso.

Dalle immagini diffuse dalla tv all news non è stato possibile capire che cosa ha spinto i responsabili delle forze dell’ordine, armati fino ai denti e protetti dalle tute antisommossa, ad aprire il fuoco. Le immagini diffuse in tutto il mondo hanno fatto vedere ad un certo punto un ufficiale che grida «cessate il fuoco». Subito dopo, in mezzo alla polvere, si notavano diversi corpi stramazzati al suolo, molti dei quali in una maschera di sangue.

Il presidente sudafricano, Jacob Zuma, stamattina ha lasciato d'urgenza il summit della SADC (Comunità di sviluppo dell'Africa australe) a Maputo per recarsi a Rustenburg, nei pressi della miniera di Marikana. «Il presidente ha interrotto la sua visita per andare a Rustenburg», si legge in un comunicato della presidenza sudafricana che non ha fornito ulteriori dettagli.



 

 

Ilva: manifestazione a Taranto. Migliaia in piazza "liberi e pensanti"





Alcune  migliaia di persone, in prevalenza giovani, ha partecipato in piazza Immacolata nel centro di Taranto alla manifestazione di alcuni gruppi di cittadini e ambientalisti. ore 14.30. I manifestanti hanno lasciato a piccoli gruppi piazza della Vittoria per tornare nella vicina piazza Immacolata, dove era cominciata stamani l'assemblea pubblica. Qui sono ricominciati gli interventi dei cittadini. I comizi - dicono dal Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti - andranno avanti ad oltranza. Fischi per tutti i politici locali, Vendola compreso. L'applauso più grande per una pediatra che ha ricordato come un'ordinanza dello stesso comune di taranto vieti di portare bambini nei parchi pubbblici perché "troppo pericoloso per la loro salute".

Molti indossano la maglietta verde del Comitato cittadino liberi e pensanti, sul palco stanno intervenendo diversi esponenti ambientalisti locali e più volte é stato scandito il nome del gip Patrizia Todisco che ha emesso il provvedimento di sequestro di alcuni impianti dell'Ilva. C'é stato anche un minuto di silenzio per le vittime dell'inquinamento ambientale.
«La magistratura deve fare il suo corso», dice all'Adnkronos Francesca, una aderente al comitato. «Se l'Ilva è in grado di attuare le 416 prescrizioni del gip lo faccia subito ma secondo me non lo farà mai perchè in questo caso dovrebbe investire tutti i capitali guadagnati in questi anni. Noi diciamo noi al ricatto occupazionale e a mettere sullo stesso piano salute e lavoro. 'La salute è senza compromessi' firmato i ragazzi dei Tamburi, è scritto in un altro striscione dei manifestanti. Il quartiere Tamburi è quello più interessato dal presunto inquinamento causato dai fumi dello stabilimento siderurgico Ilva. Poco fa il corteo, proprio davanti a via Giovinazzi dove ci sono centinaia di carabinieri in assetto antisommossa, si è fermato.
Cisl e Uil, invece, preferiscono inscenare la protesta contro il magistrato.
I ministri inviati nel capoluogo di provincia sono a loro volta barricati in Prefettura, esplicitando una sordità irrimediabile rispetto alla popolazione. La zona attorno al palazzo del governo e alla prefettura è stata transennata e chiusa anche ai pedoni (una super "zona rossa" che la dice lunga sulla continuità con Berlusconi D'Alema) dopo che il questore ha vietato ieri ogni corteo e manifestazioni davanti e nei pressi della prefettura. 

Ultima modifica Venerdì 17 Agosto 2012 16:36 

domenica 12 agosto 2012

LA STRAGE DI SANT'ANNA DI STAZZEMA

Sant’Anna di Stazzema, alta Versilia, è il paese protagonista di uno dei massacri più efferati condotti dai nazisti in ritirata.
12 agosto 1944, diversi reparti delle SS comandati dal generale Max Simon circondano il paese all’alba, accompagnati da fascisti in veste di guide che poi parteciperanno all’eccidio. Gli abitanti, particolarmente numerosi essendo divenuta questa una zona di sfollamento, pensano ad una ‘normale’ operazione di rastrellamento e si preoccupano pertanto di nascondere nei boschi circostanti gli uomini, soprattutto giovani in età di leva e quindi scambiabili per partigiani.
Nei giorni precedenti l’eccidio alcuni scontri fra tedeschi e garibaldini avevano palesato ai partigiani la difficoltà di continuare a mantenere le posizioni in questa zona e si erano spostati più a sud. Il territorio era dunque privo di partigiani, pretesto per l’azione e possibile risorsa per la popolazione.
In poche ore vengono massacrate con particolare crudeltà 560 persone, in gran parte bambini, donne e anziani di cui solo 390 identificabili. La vittima più giovane è Anna Pardini, di 20 giorni.
Non si è trattato di una ‘normale’ rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si è trattato - come per l’eccidio di Monte Sole -,  di una azione premeditata. L'obiettivo era quello di sterminare la popolazione, in linea con la ‘soluzione finale’ portata avanti dai nazisti nei vari territori occupati.

L’elenco delle vittime

Elenco incompleto



1. Adoni Lilia nei Pavolini anni 37 di Piombino
2. Andreotti Amalia ved Ricci anni 85 di Pietrasanta
3. Antonucci Antonietta nei Poli anni 55 di Pietrasanta
4. Antonucci Lia di età imprecisata
5. Ardussi Teresa anni 51 di Genova
6. Babboni Aristea anni 42 di Seravezza
7. Bacci Ettorina anni 30 di Pietrasanta
8. Baldi Enza anni 8 di Pietrasanta
9. Baldini Vincenzo anni 29 di Forte dei Marmi
10. Balloni Marco anni 8 di Pietrasanta
11. Balloni Tullio anni 21 di Pietrasanta
12. Barbieri Enrico Francesco Giuseppe anni 7 di Pietrasanta
13. Bartelloni Maria anni 53 di Camaiore
14. Bartolucci Adolfo anni 61 di S. Anna
15. Bartolucci Alfredo anni 31 di S. Anna
16. Bartolucci Anna nei Fieri anni 70 di S. Anna
17. Bartolucci Enzo anni 3 di S. Anna
18. Bartolucci Franco di Ariodato anni 35
19. Bartolucci Irma nei Pieri anni 35 di S. Anna
20. Bartolucci Isola nei Bottati anni 50 di S. Anna
21. Bartolucci Velio anni 7 di S. Anna
22. Bartolucci Wilma anni 7 di S. Anna
23. Battistini Alida anni lO di S. Anna
24. Battistini Allibio anni 16 di S. Anna
25. Battistini Cesare anni 48 di Pietrasanta
26. Battistini Clara anni 30 di S. Anna
27. Battistini Emilio anni 45 di S. Anna
28. Battistini Gilda anni 20 di S. Anna
29. Battistini Mario anni 13 di S. Anna
30. Battistini Palmira anni 50 di S. Anna
31. Battistini Pietro di Luigi anni 43
32. Battistini Sabatino di anno 79 di S. Anna
33. Battistini Sabina nei Federigi anni 23 di S. Anna
34. Battistini Ultimo anni 5 di S. Anna
35. Battistini Umberto anni 7 di S. Anna
36. Bazzichi Rosa nei Navari anni 42 di Seravezza
37. Belli Wemer nei Bigotti anni 38 di Seravezza
38. Bemabò Angelo anni 33 di S. Anna
39. Bemabò Argene nei Bartolucci anni 32 di Pietra santa
40. Bemabò Armida nei Bertelli anni 58 di S. Anna
41. Bemabò Cesella nei Federigi anni 65 di Stazzema
42. Bemabò Flora anni 5 di S. Anna
43. Bemabo Gelsomina anni 32 di S. Anni
44. Bemabò Maria di Sisto anni 31
45. Bemabò Soave anni 18 di S. Anna
46. Bemabò Vivalda anni 40 di S. Anna
47. Benassi Maria Luisa nei Pierotti anni 33 di Pietrasanta
48. Benassi Saveria anni 21 di Pietrasanta
49. Bernabò Bruno anni lO fonti Vangelisti e Federigi
50. Bernabò Giuseppina nei Bottari anni 60 di S. Anna
51. Bernabò Guglielma anni 39 di S. Anna
52. Bernabò Iole anni 26 di S. Anna
53. Bernabò Severina nei Bartolucci anni 29 di S. Anna
54. Berretti Adelia anni 19 di S. Anna
55. Berretti Aldo anni 9 di S. Anna
56. Berretti Anna anni 35 di S. Anna
57. Berretti Argentina anni 46 di S. Anna
58. Berretti Clorinda anni 12 di S. Anna
59 Berretti Dante anni 56 di S. Anna
60 Berretti Elda anni 17 di S. Anna
61. Berretti Laura anni 61 tutte le fonti
62. Berretti Maria Giovanna anni 23 di S. Anna
63. Berretti Mirelia (detta Petronilda) anni 21 di S. Anna
64. Berretti Rosina anni 7 di S. Anna
65. Berretti Giuseppe anni 28 di S. Anna
66. Berretti Lina anni 13 di S. Anna
67. Bertelli Adolfa o Adelma anni 55
68. Bertelli Angelo anni 31 di S. Anna
69. Bertelli Antonio anni 59 di S. Anna
70. Bertelli Augusto anni 31 di Pietrasanta
71. Bertelli Aurora anni 14 di S. Anna
72. Bertelli Disma anni 22 di S. ArnIa
73. Bertelli Evelina nei Fieri anni 37 di S. Anna
74. Bertelli Lilia (Lina) anni 23 di S. Anna
75. Bertelli Livia Anna anni 19 di S. Anna
76. Bertelli Luigi anni 4 di S. Anna
77. Bertelli Maria anni 22 di S. Anna
78. Bertelli Maria Ven nei Pierini anni 31 di S. Anna
79. Bertelli Nadiria anni 3 di S. Anna
80. Bertelli Orietta anni 13 di S. Anna
81. Bertelli Pierina anni 19 di S. Anna
82. Bertelli Rina anni 23 di S. Anna
83. Bertelli Rinaldo anni 26 di S. Anna
84. Bertelli Santina nei Bottari anni 35 di S. Anna
85. Bertelli Settirnio anni 29 di S. Anna
86. Bertelli Siria di Antonio anni 19
87. Bertelli Umberto anni 5 di S. Anna
88. Bertelli Pietro anni 63 tutte le fonti
89. Bertelloni Maria di Eugenio anni 53
90. Bertellotti Ada nei Salvatori anni 40 di Forte dei Marini
91. Bertellotti Marianna anni 60 di Pietrasanta
92. Bertellotti Paride di Egisto anni 68
93. Bertellotti Pia nei Ghilardini anni 64 di Forte dei Marini
94. Bertellotti Pietro anni 73 di Stazzema
95. Bertolucci Anna fu Luigi anni 70
96. Bertolucci Ennio anni 70
97. Bertolucci Marianna anni 63 di S. Anna
98. Bertuccelli Ada di Benedetto anni 20
99. Bianchi Giuseppe di Pietro di Camaiore
100. Bibolotti Bianca anni 55 di Pietrasanta
101. Bibolotti Genny nei Marsili anni 28 di Pietrasanta
102. Bibolotti Oriana (Doriana) anni 60 di Pietrasanta
103. Bibolotti Teresa anni 63 di Pietrasanta
104. Bibolotti Umberto anni 62 di Pietrasanta
105. Bigotti Wener anni 38 di Seravezza
106. Bonati Giuseppe Franco anni 7 di La Spezia
107. Bonuccelli Adriana anni 9 di S. Anna
108. Bonuccelli Alda (Ada) anni 20 di Camaiore
109. Bonuccelli Amedeo anni 60 di Camaiore
110. Bonuccelli Angela anni 51 di Camaiore
111. Bonuccelli Elisa nei Lencioni anni 54 di Camaiore
112. Bonuccelli Emanuela anni 20 di Stazzema
113. Bonuccelli Franco anni 14 di Seravezza
114. Bonuccelli Gino Silvestro anni 38 di Camaiore
115. Bonuccelli Gorizia Maria nei Gamba anni 29 di Stazzema
116. Bonuccelli lrina anni 20 di S. Anna
117. Bonuccelli Maria anni 18 di Camaiore
118. Bonuccelli Maria Rosa anni 1 di Camaiore
119. Bonuccelli Paola anni 22 di Camaiore
120. Bonuccelli Raffaello anni 61 di Camaiore
121. Bottari Ada anni 19 di S. Anna
122. Bottari Alduina anni 43 di S. Anna
123. Bottari Amerigo anni 60 di S. Alma
124. Bottari Armando anni 12 di S. Anna
125. Bottari Giuseppina anni 38 di S. Alma
126. Bottari Ivo anni 8 di S. Anna
127. Bottari Lorenzo anni 47 di S. Anna
128. Bottari Luisa almi 67 di S. ArnIa
129. Bottari Miranda anni 9 di S. Anna
130. Bottari Osvaldo anni 9 di S. Anna
131. Bottari Rolando anni 12 di S. Anna
132. Bottari Rosina di Nello anni 7
133. Bottari Amaldo anni l l di Pontestazzemese
134. Bottari Clorinda anni 12
135. Bottari Emanùele anni 36 di Pietrasanta
136. Bottari Federigo almi 50
137. Bottari Ginevra anni 39 di Massa
138. Bottari Romana anni 8 tutte le fonti
139. Brelletti Laura nei Pieri anni 35 di S. Anna
140. Bresciani Rosalba nei Bertelli anni 32 di Pietrasanta
141. Buratti Bruno Marino anni 9 di Pietrasanta
142. Buratti Chiara anni 48 di Pietrasanta
143. Buratti Nara anni 13 di Pietrasanta
144. Cagnoni Gioia anni l l di Seravezza
145. Cappiello Francesco anni 28 di Napoli
146. Cappiello Giuseppina anni 25 di Napoli
147. Cappiello Maria Grazia anni l di Napoli
148. Cappiello Nina anni 22 fonte
149. Carpini Maria Rosa nei Ficini anni 42 di Pietrasanta
150. Castelli Lina anni 22
151. Castello Raffaella anni 24 di Pietrasanta
152. Cinquini Maria anni 26 di Seravezza
153. Cinquini Tiziana anni 26 di Seravezza
154. Costa Elvina anni 18 di Pietrasanta
155. Da Prato Nello anni 36 di Pietrasanta
156. Dal Torriore Liliana al1lli 28 di Camaiore
157. Danesi Cirino Luigi anni 55 di Marliana
158. Danesi Severo Giovanni anni lO di Pavia
159. Dazzi Cannela anni 51 di Pietrasanta
160. Dazzi Corrado anni 68 di Pietrasanta
161. Dazzi Nicolina anni 3 di Pietrasanta
162. Dazzi Teresa almi 63 di Pietrasanta
163. De Martino Antonio anni 41 di Castellammare di Stabia
164. De Martino Ciro anni 3 di Castellamare di Stabia
165. De Martino Luigi anni 24 di Castellamare di Stabia
166. Del Polito Firma anni 43 di Forte dei Marmi
167. Della Latta Carlo anni 9 di Camaiore
168. Della Latta Carmine (Corinna) anni 3 di Camaiore
169. Della Latta Davino anni 6 di Camaiore
170. Della Latta Domenico anni 12 di Camaiore
171. Della Latta Giuseppe anni 14 di Camaiore
172. Donati Ilde negli Scipioni anni 39 di La Spezia
173. Edifizi Enio anni 4 di Montignoso
174. Evangelisti Emma anni 44 di Seravezza
175. Famocchi Assunta anni 51 di S. Anna
176. Farnocchi Adelfa nei Berretti anni 50 di S. Anna
177. Farnocchi Bruna nei Pardini anni 36 di S. Anna
178. Farnocchi Gianfranco anni 6 fonte Bergamini
179. Farnocchi Giuseppa nei Gamba anni 52 di S. Anna
180. Farnocchi Severina anni 47 di S. Anna
181. Federigi Gianfranco anni 6 di S. Anna
182. Federigi Ida nei Bertolucci anni 42 di S. Anna
183. Federigi Isabella anni 19 di S. Anna
184. Federigi Ivana anni 1 di S. Anna
185. Federigi Mirta anni 2 di S. Anna
186. Federigi Silvana anni 3 di S. Anna
187. Ficini Giorgio anni 14 di Pietrasanta
188. Flaver M Luigia nei Danesi anni 46 di Pavia
189. Galleni Ulisse anni 53
190. Gamba Carlo Andrea anni 67 di Pietrasanta
191. Gamba Claudio anni 1 di S. Anna
192. Gamba Maria anni 23 di S. Anna
193. Gamba Maria Franca anni 5 di Pietrasanta
194. Gamba Maria Grazia anni 20 di Pietrasanta
195. Gamba Sila anni 37 di Pietrasanta
196. Gamba Silvia anni 54 di S. Anna
197. Garbati Luigi anni 50 di Pietrasanta
198. Garibaldi Andreina anni 33 di Pietrasanta
199. Garibaldi Lia anni 5 di Pietrasanta
200. Garibaldi Luciana anni 9 di Pietrasanta
201. Genovesi Dina anni 36 di Pietrasanta
202. Gherardi Pia nei Garbati anni 53 di Stazzema
203. Ghilardini Efisio anni 74 di Forte dei Marmi
204. Ghilardini Lobelia nei Marchi anni 39 di Forte dei Marmi
205. Ghilardini Maria anni 1 di Forte del Marmi
206. Ghilardini Pia anni 64 di Forte dei Marmi
207. Giannecchini Leda anni 17 di Camaiore
208. Giovannini Dino anni 22 di Pietrasanta
209. Guadagnucci Bianca Elena anni 43 di Pietrasanta
210. Guidi Angelo anni 65 di Pietrasanta
211. Guidi Rosa Cesarina nei Bonuccelli anni 33 di Camaiore
212. Innocenti Dina nei Lencioni anni 32 di Camaiore
213. Innocenti Paola nei lencioni anni 22 di Camaiore
214. Kurz Carla nei Barberi anni 31 di Forte dei Marmi
215. Lari Ginevra anni 29 di Pietrasanta
216. Lazzareschi Albertina nei Barbieri anni 37 di Pietrasanta
217. Lazzeri Angelica nei Pierotti anni 48 di Stazzema
218. Lazzeri Cesare anni 59 di S. Anna
219. Lazzeri don Innocenzo anni 33
220. Lazzeri Giuseppa anni 56 di Pietrasanta
221. Lazzeri Venezia anni 56 di Pietrasanta
222. Lencioni Dina (Assuntina) anni 18 di Camaiore
223. Lencioni Maria Grazia anni 7 di Camaiore
224. Lencioni Piero anni 2 di Camaiore
225. Lencioni Vincenzo armi 62 di Camaiore
226. Luisi Angelina anni 64 di S. Anna
227. Luisi Emilia anni 20 di Pontestazzemese
228. Luisi Giuseppa anni 30 di S. Anna
229. Luisi Giuseppina anni 24 di Pontestazzemese
230. Luisi Maria anni 65 di S. Anna
231. Luisi Marianna anni 53 di S. Anna
232. Luisi Marietta anni 55 di S. Anna
233. Luisi Renato di Vallecchia
234. Mancini Adelia nei Bertelli anni 24 di S. Anna
235. Mancini Albertina detta Lina anni 19 di S. Anna
236. Mancini Aemida di Emesto anni 58
237. Mancini Claudina nei Moriconi anni 24 di S. Anna
238. Mancini Daniele anni 69 di S. Anna
239. Mancini Dante anni 78 fonte
240. Mancini Dina nei Bertelli armi 50 di S. Anna
241. Mancini Doralice anni 77 di S. Anna
242. Mancini Egisto anni 69 di S. Anna
243. Mancini Elvira nei Bertelli anni 58 di S. Anna
244. Mancini Gelsomina nei Pardini anni 41 di S. Anna
245. Mancini Giulia nei Battistini anni 48 di S. Anna
246. Mancini Ida anni 53 di S. Anna
247. Mancini Ida anni 24 di Camaiore
248. Mancini Isola anni 50 di S. Anna
249. Mancini Norma anni 1 di S. Anna
250. Mancini Pasqualina nei Gamba anni 22 di S. Anna
251. Mancini Romilda
252. Mancini Sestilia anni 17 di S. Anna
Mancini Silvia nei Famocchi anni 52 di S. Anna
253. Mancini Ultima nei Federigi amli 23 di S. Anna
254. Manguzzo Vittorio anni 36 di Pietrasanta
255. Marchetti Ada anni 32 di Pietrasanta
256. Marchetti Annina anni 80 di Pietrasanta
257. Marchetti Cesare anni 86 di Pietrasanta
258. Marchetti Gina anni 28 di Pietrasanta
259. Marchetti Giuliana anni 8 di Pietrasanta
260. Marchetti Giuliano anni 8 di Pietrasanta
261. Marchetti Guido anni 55 di Pietrasanta
262. Marchetti Maria anni 52 di Pietrasanta
263. Marchetti Mario anni 29 di Pietrasanta
264. Marchi M Sole anni l di Forte dei Marini
265. Marchi Oreste anni 40 di Forte dei Marmi
266. Marchini Flora M Gina nei Bonati anni 3 l di La Spezia
267. Marcuccetti Fortunala nei Baldi anni 26 di Pietrasanta
268. Martini Salvatori Maria Pia anni 5 di Forte dei Marmi
269. Mazzei Vittorio anni 43 di Pietrasanta
270. Mazzei Vittorio Sauro anni 21 di Pietrasanta
271. Micheletti Guido anni 55 di Pietrasanta
272. Micheletti Matteo anni 80 di Pietrasanta
273. Moriconi Alma nei Bemabò anni 32 di S. Anna
274. Moriconi Assunta anni 44 di S. Anna
275. Moriconi Bruno anni 9 di S. Anna
276. Moriconi Nara anni 2 di S. Anna
277. Moriconi Rosa anni 15 di S. Anna
278. Nati Lola anni 24 di Pietrasanlta
279. Navari Bianca anni 59 di Pietrasanta
280. Navari Francesco anni 81 di Pietrasanta
281. Orsi Giancarlo anni 7 di Pietrasanta
282. Pacini Ivo
283. Palmeri Cesare anni 26 di Stazzema
284. Paone Maria anni 32 di Castellammare di Stabia
285. Pardini Anna di giorni 20 di S. Anna
286. Pardini Isola anni 68 di Pietrasanta
287. Pardini Maria Angelica nei Mancini anni 38 di S. Anna
288. Pardini Maria anni 16 di S. Anna
289. Pardini Oriella anni 14 di S. Anna
290. Pardini Santina nei Battistini anni 44 di S. Anna
291. Pardini Sara al\l\i 9 di S. Anna
292. Pardini Teresa anni 21 di S. Anna
293. Pavolini Claudio anni 12 di Piombino
294. Pavolini Fulvia anni 6 di Piombino
295. Pavolini Fulvio anni 41 di Piombino
296. Pavolini Giovanna anni lO di Piombino
297. Pavolini Giovanni anni 14 di Piombino
298. Pavolini Silvio anni 5 di Piombino
299. Pea Gilda anni 50 di Pietrasanta
300. Pea Olga
301. Pieri Luciana anni 5 di S. Anna
302. Fieri Alice anni 12 di S. Anna
303. Fieri Alvila anni 14 di S. Anna
304. Fieri Angela anni 14 di S. Anna
305. Fieri Attilia anni 20 di S. Anna
306. Fieri Enzo anni 3 di S. Anna
307. Pieri Ercolina nei Pierini anni 45 S. Anna
308. Pieri Evangelina nei Petissi anni 38 di S. Anna
309. Fieri Gabriello anni 73 di S. Anna
310. Fieri Galliano anni 36 di S. Anna
311. Fieri Giuliana anni 3 di S. Anna
312. Fieri Ilva nei Bertelli anni 23 di S. Anna
313. Fieri Lilia o Lidia anni 3 di S. Anna
314. Pieri M Grazia anni 5 di S. Anna
315. Pieri M Graziella Lida anni 7 di S. Anna
316. Pieri Marietta anni 36 tutte le fonti
317. Pieri Marisa anni 12 di S. Anna
318. Pieri Natale anni 39 di S. Anna
319. Pieri Roberto anni 5 di S. Anna
320. Pieri Romana anni 8 di S. Anna
321. Pieri Romano anni 10 di S. Anna
322. Pieri Sabina nei Mancini anni 57 di S. Anna
323. Pieri Sofia anni 79 di S. Anna
324. Pierini Alfredo anni 45 di S. Anna
325. Pierini Letizia negli Ulivi anni 42 di S. Anna
326. Pierini Luciano anni 13 di S. Anna
327. Pierini Renzo anni 3 di S. Anna
328. Pierini Zita anni 18 di S. Anna
329. Pieroni Alberto anni 11 di. Pietrasanta
330. Pieroni Anna Maria anni 17 di Pietrasanta
331. Pieroni Augusto anni 13 di Pietrasanta
332. Pieroni Franco Giuseppe anni 7 di Pietrasanta
333. Pieroni Luigi Adolfo anni 16 di Pietrasanta
334. Pierotti Elio almi 14 di Stazzema
335. Pierotti Paola anni 4 di Pietrasanta
336. Pierotti Zaira nei Bonucelli anni 66 di Camaiore
337. Pierotti Aldo anni 40 di Pietrasanta
338. Pierotti Alessandro anni 3 di Pietrasanta
339. Pierotti Clara anni 18 di Stazzerna
340. Pierotti Evangelina anni 45 di Pietrasanta
341. Pierotti Giorgio anni 51 di Pontestazzernese
342. Pierotti Ida nei Guidi anni 61 di Pietrasanta
343. Pierotti Maria nei Ricci anni 38 di Pietrasanta
344. Poli Luciana anni 16 di Pietrasanta
345. Poli Soma di età imprecisata
346. Polidori Giannina anni 53 di Seravezza
347. Prezioso Bianca nei Tucci anni 38 di Livorno
348. Prosperi Mario arn1i 32 di Seravezza
349. Puliti Zanobio anni 52 di Pietrasanta
350. Raffaelli Franca anni 18 di Camaiore
351. Raffaelli Pietro di Capezzano P.
352. Ricci Amalia anni 68 di Pietrasanta
353. Ricci Giorgio anni 14 di Pietrasanta
354. Ricci Paolo anni 5 di Pietrasanta
355. Romiti Mario anni 28 di Pietrasanta
356. Rosi Antonia nei Giannecchini anni 43 di Camaiore
357. Sacchi Elisa Margherita anni 47 di Pietrasanta
358. Sacchi Maria Grazia anni 16 di Pietrasanta
359. Sacchi Niccolina anni 42 di Pietrasanta
360. Salvatori Luigi anni 54 di Forte dei Marn1i
361. Santini Sonia anni 6 di Pietrasanta
362. Scalero Costantino anni 62 di Genova
363. Scalero Gina anni 52 di Genova
364. Scalero Maria Luisa anni 17 di Genova
365. Scalero Rosetta anni 24 di Genova
366. Scipioni Giuseppe anni 9 di La Spezia
367. Scipioni Luigi anni 38 di La Spezia
368. Scipioni Mario anni 13 di La Spezia
369 . Silicani Enzo anni 21 di Pietrasanta
370. Silicani Angela anni 61 di Stazzema
371. Stagetti Uliana anni 61 di Pietrasanta
372. Stagi Maria di Pietrasanta
373. Tartarelli Maria anni 60 di Pietrasanta
374. Tognetti Anna anni 87 di Pietrasanta
375. Tucci Anna Maria anni 18 di Livorno
376. Tucci Carla anni 3 di Livorno
377. Tucci Eros anni 13 di Livorno
378. Tucci Feliciano anni 10 di Livorno
379. Tucci Franca anni 6 di Livorno
380. Tucci Luciana anni 14 di Livorno
381. Tucci Maria di 3 mesi di Livorno
382. Tucci Maria Grazia anni 8 di Livorno
383. Ulivi Amabilia anni 38 di S. Anna
384. Ulivi Italo anni 65 di S. ArnIa
385. Ulivi Lidia anni 18 di S. Anna
386. Ulivi Maria anni 35 di S. Anna
387. Ulivi Rosaria nei Bertelli anni 64 di S. Anna
388. Vangelisti Donati Flora di età imprecisata
389. Vangelisti Moriconi Angelo anni 33
390. Vecoli Egisto anni 36 di Pietrasanta
391. Vecoli Mita anni 19 di Camaiore
392. Vecoli Piero anni 12 di Camaiore
393. Zanetti Dina nei Gamba anni 29 di Pietrasanta

Fonte:

http://www.santannadistazzema.org/sezioni/LA%20MEMORIA/pagine.asp?idn=1035