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Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


sabato 24 novembre 2012

EGITTO: DATI ALLE FIAMME GLI UFFICI DEI FRATELLI MUSULMANI

Il presidente egiziano ha emesso un decreto che intacca gravemente il potere giudiziario. Le opposizioni si sollevano: manifestazioni anti-Morsi in tutto il Paese.

Piazza Tahrir al Cairo, il cuore della rivoluzione egiziana
Piazza Tahrir al Cairo, il cuore della rivoluzione egiziana

AGGIORNAMENTO ORE 18.15
Il presidente egiziano Morsi ha parlato alla folla pro-islamista riunitasi sotto il palazzo presidenziale al Cairo, dicendo che l'Egitto è nel sentiero della democrazia e della libertà: "La stabilità politica, sociale ed economica è quello che voglio e quello a cui sto lavorando. Sono qui e starò qui per volere del popolo, con chiara legittimazione".

AGGIORNAMENTO ore 14.00:

Durante le manifestazioni in Egitto contro il presidente Morsi, i manifestanti hanno dato fuoco agli uffici dei Fratelli Musulmani in tre diverse città: a Suez, a Ismailiya e a Port Said. Raid nella sede del partito ad Alessandria, dove sono esplosi scontri tra gli oppositori e i sostenitori di Morsi. Duri scontri anche al Cairo, dove sono scesi in piazza centinaia di manifestanti guidati dalle opposizioni. Sarebbero 15 i feriti.

di Emma Mancini


Roma, 23 novembre 2012, Nena News
- Dopo aver ricevuto plausi da tutto il mondo per il raggiungimento della tregua tra Hamas e Israele, il presidente egiziano Morsi è costretto a tornare ai problemi di casa. Previste per oggi manifestazioni a Tahrir Square e nel resto del Paese contro Morsi e la sua decisione di modificare la costituzione a favore della poltrona che occupa.

Ieri il presidente egiziano ha emesso un decreto costituzionale con cui si auto-attribuisce i poteri legislativo, giudiziario ed esecutivo. Alla magistratura viene tolto il potere di sciogliere l'Assemblea Costituente e il Consiglio della Shura, il diritto di veto e quello di annullamento di leggi e decreti presidenziali. Fino all'entrata in vigore della nuova Costituzione, nessun potere dello Stato può revocare le decisioni del presidente.

Il decreto di Morsi - che lui stesso ha definito una forma di protezione della rivoluzione egiziana e lo strumento per "distruggere le infrastrutture istituzionali del vecchio regime" - ha messo fine ad una settimana di protagonismo delle opposizioni in Assemblea Costituente: numerose le bozze proposte in questi giorni dalle fazioni laiche.

Le forze di opposizione si sono immediatamente sollevate
, facendo appello alla popolazione egiziana perché scenda in piazza oggi contro quello che considerano "un colpo di Stato senza legittimazione". La chiamata alla piazza è giunta ieri notte durante un meeting nel quartier generale del Partito Wafd, a cui hanno preso parte numerose figure di spicco dell'opposizione al governo dei Fratelli Musulmani: Mohamed El Baradei, Ayman Nour, Amr Moussa, George Ishaq e Hamdeen Sabbahy.

Durante la conferenza, le opposizioni hanno chiesto l'immediata revoca del decreto, pena il crollo sia della legittimità del presidente sia del consenso popolare: Morsi è accusato di "monopolizzare i tre poteri dello Stato e di annullare l'indipendenza della magistratura". Ma non solo: secondo gli oppositori, è necessario lo scioglimento dell'Assemblea Costituente e la creazione di un nuovo corpo a cui affidare il compito di redigere la legge fondamentale dello Stato egiziano.

El Baradei, Nobel per la Pace e leader nei primi giorni della rivoluzione contro il regime di Hosni Mubarak nel 2011, ha scritto nel suo account Twitter: "Il presidente si è autoproclamato nuovo faraone. Un grave attacco alla rivoluzione che potrebbe avere pericolose conseguenze".

Dure critiche anche da parte della magistratura egiziana, che vede nell'intervento a gamba tesa di Morsi "un assalto allo Stato di diritto e all'indipendenza giudiziaria, un atto che respinge l'Egitto indietro all'era preistorica". A puntare il dito contro il presidente è il capo del Judges Club, Ahmed Al-Zend, secondo il quale la dichiarazione di Morsi è volta a permettere al presidente, al ministro della Difesa e a quello degli Interni di tenere in scacco la magistratura.

Non solo: nel decreto, Morsi ha previsto il ritorno di fronte ai tribunali di coloro che repressero le rivolte di piazza. Una decisione che potrebbe riaprire anche il processo all'ex presidente Mubarak, condannato all'ergastolo. Nena News