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Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


martedì 12 giugno 2012

Niki Aprile Gatti



 QUESTO SONO IO NIKI


Dal 2008 ad oggi Ornella Gemini chiede chiarezza sulla morte del figlio Niki Aprile Gatti.
L’alone di mistero che circonda questa vicenda deve far riflettere. La morte di per sé sconvolge tutti. Ancor di più quando a morire è un giovane 26 anni che amava studiare e cullava il sogno di realizzarsi nel mondo del lavoro per costruire una famiglia e guardare al futuro con ottimismo.
E’ il 19 giugno del 2008 quando Niki Aprile Gatti, viene tratto in arresto con l’accusa di “truffa informatica” nell’ambito dell’inchiesta “Premium” volta a sgominare le truffe degli 899.
Niki lavorava come informatico per il gruppo di aziende oggetto dell'inchiesta del magistrato fiorentino Paolo Canessa che vede incriminate un gruppo di aziende di telefonia sanmarinesi , più altre società con sede a Londra; insieme a lui vengono indagate altre 17 persone della stessa azienda.
Dal giorno dell’arresto per Niki Aprile inizia un calvario che terminerà con un "suicidio" sul quale, ancora oggi, nessuno è riuscito a far luce. Ma andiamo con ordine.
E’ il 19 Giugno 2008. La mamma di uno dei soci maggioritari, quello che viene riconosciuto come il titolare, comunica telefonicamente a Niki se può recarsi dall'avvocato aziendale per informarsi sull'arresto del figlio. Il giovane, presumibilmente ignaro di quello che stava accadendo, da San Marino si reca a Cattolica. Dinanzi al portone di ingresso dello studio dell’avvocato aziendale viene arrestato e portato in un carcere.
A fornire tali informazioni è l’avvocato aziendale alla mamma di Niki il 20 di Giugno 2008. Lo stesso avvocato informa successivamente che il giovane si trova in regime di isolamento. Nel frattempo Ornella Gemini, mamma di Niki, apprende che il carcere dove è rinchiuso il figlio è presumibilmente quello di Rimini che risultava il più vicino a Cattolica. Il 23 Giugno 2008 alle ore 9,00 Niki deve presentarsi al tribunale di Firenze per l'interrogatorio di garanzia. Il ragazzo viene accompagnato con un blindato e fatto scendere in manette. La mamma prova inutilmente ad avvicinarsi al figlio ma le viene intimato di stare almeno a venti metri di distanza. Nel mentre la signora Gemini incrocia l’avvocato, che avrebbe dovuto accompagnare Niki durante l’interrogatorio di garanzia, il quale la informa che era stato ricusato e che il figlio non si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Il giorno seguente (24 Giugno 2008) alle ore 13:15 la signora Ornella Gemini, mamma di Niki, riceve la telefonata dal carcere di massima sicurezza di Sollicciano che la informa della morte, a seguito di suicidio, del suo amato figlio.
Il 10 maggio del 2010 la morte di Niki Aprile viene archiviata come suicidio.
La storia potrebbe sembrare uguale a tante altre ma non lo è. Ed è a tal proposito che è stato composto il comitato Verità e Giustizia per Niki per fare luce su una vicenda che da quel 19 Giugno 2008 si porta dietro tante, troppe domande a cui nessuno, fino ad ora, è riuscito a dare risposta.
La prima: Niki era incensurato. Perché viene portato in un carcere di massima sicurezza? E a tal proposito perché non viene rispettato il protocollo di "primo ingresso" che agevola il contatto con la famiglia?
La seconda: perché, visto il reato imputatogli, non sono stati sequestrati i computers? Mezzi informatici che, è giusto precisarlo, vengono trafugati dalla casa di Niki insieme a tutto il resto delle sue cose. (Una ventina di giorni dopo i familiari di Niki si accorgono del furto in casa quando, nel consegnare le chiavi al proprietario che aveva affittato l’appartamento a Niki la trovano completamente vuota. Così come casuali risultano essere i furti dei computers all’interno dell'azienda in cui Niki lavorava.)
La terza: Niki muore suicidato dopo essersi impiccato. Ma come può un laccio da scarpe sostenere il peso di un ragazzo di 92 kg, alto 1,80 cm? E perché sul laccio non è stato eseguito nessun esame del Dna come richiesto dalla madre?
La quarta: Come può Niki morire alle ore 10 del 24 Giugno 2008 (è quanto risulta dal referto dell'autopsia) e contemporaneamente parlare con un agente penitenziario che, fra l'altro, lo descrive tranquillo (testimonianza agli atti).
La quinta: perché se muore alle ore 10 il soccorso viene chiamato alle ore 11:15? Cosa accade in quell’ora e quindici minuti?
La sesta: Come ha potuto Niki auto-spedirsi il telegramma (che si evince dalla foto allegata) qualche giorno dopo il suo arresto visto che il mittente e il destinatario del telegramma è lui stesso. Non solo, il telegramma parte dalla sua casa di San Marino.
Come ha potuto Niki ricevere il telegramma? il regime d'isolamento non lo consente. http://www.facebook.com/photo.php?fbid=1687586151064&set=a.1131655173137...
Infine due considerazioni. Niki risulta dimissionario da un'azienda londinese nella quale figura come amministratore delegato in data 01.11.2008. Nulla di strano se non fosse per quelle dimissioni che lui stesso avrebbe dato a quattro mesi di distanza dalla sua morte. Come dimostra il link consultabile http://www.indymedia.org.uk/en/2009/02/422284.html.
Da segnalare in conclusione che sulle truffe degli 899 e sulla morte di Niki esistono ben tre interrogazioni parlamentari a cui non è stata mai data risposta (due dell'On. Elio Lannutti e una dell'On. Anna Paola Concia).

Il comitato
Verità e Giustizia per Niki

Fonte: