Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


martedì 25 giugno 2013

Sfratto selvaggio

Martedì 25 Giugno 2013 08:50 



Polizia e ufficiali giudiziari sfrattano senza preavviso per evitare i picchetti e la resistenza popolare organizzata. E' accaduto a Milano, sta accadendo oggi a Roma.
Ieri a Milano, per la prima volta, in via Sella Nuova, è stato eseguito uno sfratto senza preavviso che la settimana scorsa, di fronte ad un presidio numeroso, era stato rinviato  fino a settembre. A Roma stamattina è in corso uno sfratto senza preavviso in via dei Pioppi 18 a Centocelle dopo che nei giorni scorsi i picchetti antisfratto ne avevano impedito l'esecuzione. Gli attivisti dei movimenti di lotta per la casa stanno convergendo sul posto.

Una modalità simile sta avvenendo anche in altre città come Torino dove gli ufficiali giudiziari e la questura stanno mettendo in essere per eludere i presidi di difesa autorganizzati dai comitati di lotta per il diritto all'abitare e dai sindacati di lotta.
Questo sfratto si inserisce nell'emergenza abitativa che sta dilagando in tutta Italia e che a Milano ha visto nel 2012 4924 sfratti esecutivi.
Il comune di Milano per l' ennesima volta ha voltato le spalle, non inviando né assistenti sociali né un delegato del Comune che desse una sistemazione alternativa anche temporanea alla persona sfrattata, un uomo di 56 anni cardiopatico e con invalidità al 50%.
A partire dagli sgomberi delle case popolari alle migliaia di sfratti e pignoramenti, che vengono eseguiti per morosità incolpevole, Pisapia e la sua giunta è responsabile di questi anni di governo della città, in cui non esiste nessuna volontà politica che vada a risolvere questo emergenza o quantomeno ad arginarla, ad iniziare da un blocco immediato di sgomberi e sfratti .
Ieri mattina oltre a svolgere questo sfratto, hanno voluto fare di più: hanno portato in questura un delegato del sindacato ASIA USB riconosciuto per il suo ruolo di attivista a difesa del diritto alla casa. La scusa era la mancanza di documenti ma il fine era quello intimidatorio, non è accettabile che le istituzioni non riconoscano il ruolo dei sindacati  che difendono diritti essenziali come la casa ma che non sono disposti ad essere concertativi, al servizio  dei poteri forti.
"Evidentemente hanno paura delle forme organizzate di difesa della casa che stanno nascendo in tutta Italia, sfrattati, sgomberati e solidali che si mettono in gioco per difendere il proprio e l'altrui diritto di avere una casa, sindacati metropolitani che si organizzano dal basso per lottare difendere e conquistare diritti" scrivono in un comunicato comune la Usb di Milano, il Comitato Abitanti di San Siro e l'Asia.



Caso Rasman, l’ipotesi del cordino attorno al collo

25 giugno 2013

Riccardo Rasman, il giovane morto nella sua casa di via Grego 38 a Borgo San Sergio nel 2006, per la cui tragica vicenda i tre poliziotti Mauro Miraz, Maurizio Mis e Giovanni De Biasi sono stati condannati in appello a sei mesi per omicidio colposo, sarebbe stato strangolato con un cordino stretto attorno al collo e alla bocca.

Per questa ipotesi - che lascia intravvedere anche l’accusa possibile di omicidio preterintenzionale e che è suffragata da alcune perizie medico legali - ieri il giudice Luigi Dainotti ha disposto un supplemento dell’indagine a carico dei vigili del fuoco Marino Sisti e Vanni Sadocco, che parteciparono all’intervento degli agenti della squadra volante. In pratica il giudice Dainotti, nell’accogliere parzialmente l’opposizione alla richiesta di archiviazione degli avvocati Giovanni Di Lullo e Claudio Defilippi che assistono la famiglia Rasman nella sua battaglia, ha ordinato al pm Pietro Montrone di disporre un accertamento tecnico su un pezzo di corda trovato nella casa di Rasman. Questo per verificare se vi siano tracce del dna dell’uomo. In questo caso sarebbe confermato che Rasman era stato non solo legato ai piedi e alle mani come emerso nel processo a carico dei poliziotti, ma anche da una corda che appunto lo ha stretto mortalmente al collo e al volto impedendogli di respirare.

Le perizie effettuate sulle immagini del cadavere scattate subito dopo il fatto hanno evidenziato un ematoma di forma rettilinea e a livello delle guance una ecchimosi continua e netta che partiva dalle labbra senza interruzione fino a livello dei lobi auricolari. Questo cordino (conservato in una busta di nylon all’ufficio reperti del tribunale) avrebbe insomma contribuito in maniera determinante alla morte di Rasman causando il decesso per asfissia.

Ma c’è di più. Un altro elemento che sarà oggetto degli accertamenti disposti dal giudice potrebbe raccontare altri particolari sull’agonia del giovane. Rasman non solo era stato legato mani e piedi e poi forse al volto con il cordino. Ma per tenerlo fermo sarebbe stata utilizzata una sedia che gli era stata piazzata praticamente sopra allo scopo di ulteriormente immobilizzarlo. Sulla sua schiena infatti - così hanno raccontato le fotografie - sono state trovate alcune ferite da oggetto tondeggiante. E proprio in quella casa era stata segnalata negli atti la mancanza di una sedia. «È evidente che non ci si possa esimere dall’effettuare ulteriori indagini riguardo la responsabilità dei due vigili del fuoco che sicuramente si trovavano sul luogo del delitto ed hanno contribuito pacificamente all’ammanettamento», si legge nell’istanza accolta parzialmente dal giudice Dainotti. E poi ancora: «I vigili spontaneamente hanno preso l’iniziativa di utilizzare un cordino per legare le caviglie ed avrebbero pertanto potuto prendere ogni altra iniziativa esorbitando dalla propria funzione».


fonte: il piccolo