E' il 28 Maggio 1974 quando a Brescia in Piazza della Loggia,in mattinata venne fatta esplodere una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti, mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo
neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista.
L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue.
Dalle
indagini, la prima istruttoria della magistratura portò alla condanna
nel 1979 di alcuni esponenti dell'estrema destra bresciana. Dopo
l'assoluzione; un secondo filone di indagine, sorto nel 1984 a seguito
delle rivelazioni di alcuni pentiti, mise sotto accusa altri
rappresentanti della destra eversiva; nuovamente gli imputati furono
assolti in primo grado nel 1987, per insufficienza di prove, e
prosciolti in appello nel 1989.
Nel
corso di tutte le indagini e i procedimenti giudiziari relativi alla
strage, si è costantemente fatta largo l'ipotesi del coinvolgimento dei
servizi segreti e di apparati dello Stato nella vicenda.
Il
fatto più eclatante scaturito dalle indagini, fu in primo luogo
l'ordine proveniente da ambienti istituzionali, tutt'oggi sconosciuti,
impartito meno di due ore dopo la strage affinché una squadra di
pompieri ripulisse con le autopompe il luogo dell'esplosione, spazzando
via indizi, reperti e tracce di esplosivo prima che alcun magistrato o
perito potesse effettuare alcun sopralluogo o rilievo.
In
seguito,anche la misteriosa scomparsa di reperti prelevati in ospedale
dai corpi dei feriti e dei cadaveri destò sospetti, insieme all'ultima e
recente perizia antropologica in cui si è individuata in una fotografia
di quel giorno la presenza sul luogo di Maurizio Tramonte, militante di
Ordine Nuovo e collaboratore del SID.
Durante
la terza ed ultima istruttoria, il 19 maggio 2005 la Corte di
Cassazione ha confermato la richiesta di arresto per Delfo Zorzi. Oggi
cittadino giapponese, non estradabile, con il nome di Hagen Roi; per il
coinvolgimento nella strage di Piazza della Loggia.
Il
15 maggio 2008 sono stati rinviati a giudizio sei imputati: tre
esponenti e militanti di spicco di Ordine Nuovo, un capitano del Nucleo
investigativo dei Carabinieri di Brescia e un collaboratore del
ministro degli Interni del tempo, Paolo Emilio Taviani.
Il
21 ottobre 2010, dopo cinque giorni e mezzo di ricostruzione delle
accuse, i pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, hanno formulato
l'accusa di concorso in strage per tutti gli imputati, ad eccezione di
Pino Rauti, per il quale è stata invece chiesta l'assoluzione per
insufficienza di prove, pur sottolineando la sua responsabilità morale e
politica per la strage.
Il
16 novembre 2010 la Corte D'Assise ha emesso la sentenza di primo grado
della terza istruttoria, assolvendo tutti gli imputati per
insufficienza di prove.
Il
filone d'indagine è stato quindi modificato svariate volte nel corso
del tempo, ancora una volta senza che si sia trovato un colpevole.
Dopo
l'ultima sentenza si è così espresso il presidente dell'Associazione
familiari caduti della strage di Piazza della Loggia: "I processi
per strage non possono più entrare in un'aula di giustizia. Capisco che
la verità giudiziaria, diversa da quella storica, sia difficile da
trovare ma a questo punto non è facile avere fiducia nelle istituzioni".
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