Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


martedì 15 ottobre 2013

Sorrisi di chi è scappato dalla guerra

Stamattina mia madre ha portato al centro accoglienza per i  migranti a Pellaro delle buste di biancheria intima e di asciugamani e teli che aveva preparato insieme a spazzolini da denti e bagnoschiuma.
Pomeriggio avevo da fare in centro e dopo ho deciso di comprare dei colori e qualche piccolo giocattolo per i bambini. In un negozio ho acquistato una scatola di colori a cera. Ho pensato che siano più pratici da usare rispetto a quelli a matita perchè così non c'è bisogno del temperamatite in caso mancasse. Poi in altri negozi ho scelto un libricino per bimbi sagomato con la forma di una pecorella e un orsetto di peluche. Mentre ero sul treno per tornare a Pellaro ho sistemato tutto in un sacchetto.
Arrivata al Palazzetto, un volontario della protezione civile mi chiede chi fossi: rispondo che ho portato colori e giocattoli per i bambini e gli porgo il sacchetto. Alcuni scout stavano giocando a pallavolo con dei ragazzi mentre qualcuno degli altri giovani migranti chiacchierava con un volontario. Due ragazze e un ragazzo stavano invece appoggiati alle transenne e guardavano la strada.
Mi sono avvicinata a quest'ultimi e ho detto loro: "Hello! How are you?". Tutti e tre sorridevano mentre il ragazzo mi guardava con espressione meravigliata: dapprima ha ripetuto la domanda che gli avevo appena fatto come se non capisse poi ha cominciato a dire qualcosa nella sua lingua. Una delle due ragazze mi ha fatto cenno di avvicinarmi a lei e mi ha detto qualcosa ridendo e  indicando il ragazzo. Questi ha riso e detto qualcos'altro indicando a sua volta le due ragazze. Poi insisteva nel parlarmi come se credesse o forse sperasse che qualcosa avrei capito. Aveva uno sguardo curioso e insieme divertito. Non sapevo cosa dirgli perchè non so una parola di arabo e così ho risposto: "I don't understand". Ho cominciato a salutare porgendo la mano ai tre ragazzi e dicendo loro "Bye bye". Il ragazzo, divertito, ha detto qualcos'altro nella sua lingua prima di rispondere a sua volta "Bye bye".
Per tutto il tempo i tre ragazzi non hanno smesso di sorridere. Ed io mentre tornavo a casa pensavo ai loro sorrisi, a quegli occhi luccicanti, alla voglia di ridere e scherzare, alla gioia di vivere di chi ha affrontato un difficile viaggio in mare per scappare dalla guerra civile nel suo paese.


Donatella Quattrone