Foto tratte da:
http://www.infopal.it/1948-2012-il-popolo-palestinese-e-aumentato-di-8-volte/
Da 64 anni, dal 1948, il 15 Maggio di ogni anno il
popolo palestinese tutto commemora, ovunque si trovi, dalla Palestina ai
luoghi della Diaspora, l’anniversario della Nakba palestinese.
Tragedia e pulizia etnica sistematiche iniziano nel 1948
per mano delle milizie terroriste sioniste, da quella data confluite
ufficialmente nell’esercito dello Stato di Israele, fondato sulla terra
di Palestina. La Nakba è la pulizia etnica con l’espulsione e la
cacciata di 900mila palestinesi, da allora entrati nello status di
rifugiati fuori dalla loro terra, massacrati ovunque in Palestina, dove
532 villaggi e 9 città palestinesi furono cancellati.
La continuazione delle pratiche coloniali sioniste:
Apartheid, prigionia e tortura, bombardamenti indiscriminati,
demolizioni di case, furto della terra, sono tutti crimini contro
l’umanità compiuti da Israele ai danni del popolo palestinese, che poi
non si sono mai arrestati, grazie anche alla complicità e al silenzio
della comunità internazionale sulla conduzione della pulizia etnica e
sulla costruzione delle colonie sulle terre della Palestina.
LA TERRA E’ AL CENTRO DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE DELLA TERRA DI PALESTINA
Questo è lo sfondo nel quale collocare l’incerta sorte
degli oltre 10milioni di palestinesi che abitano nei Territori
palestinesi occupati nel ’48 (oggi Israele), nella Palestina occupata
nel 1967 da Israele (Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme) e a
coloro che vivono in Diaspora, nell’esilio, lontani dalla patria
d’origine.
Al 64° anniversario della Nakba e di fronte all’attualità palestinese, affermiamo quanto segue:
1.
E’ necessaria la condanna dell’occupazione sionista e del regime
d’Apartheid che Israele ha instaurato in Palestina. Tale politica deve
avere un termine. Chiediamo che si realizzi giustizia sociale, dignità e
pace genuina per il popolo palestinese, per mezzo di provvedimenti e
sanzioni di legge, boicottaggio nei confronti dei responsabili
israeliani di tali crimini praticati contro il popolo palestinese..
2.
Il Diritto al Ritorno degli oltre 7milioni di rifugiati palestinesi che
dal 1948 attendono di tornare nelle loro case d’origine in Palestina e
il risarcimento per i danni causati loro.
3. Diritto di autodeterminazione del popolo palestinese sulla sua terra, la Palestina Storica.
un diritto legittimo e umano e principio di autodeterminazione dei popoli previsto dal diritto internazionale.
4. La
libertà di migliaia di prigionieri politici palestinesi nelle disumane
prigioni dell’occupazione israeliana, in questi giorni impegnati nel più
generale degli scioperi della fame, alcuni anche della sete, ad
oltranza. La lora è una forma di protesta contro le violazioni dei
propri diritti fondamentali. Essi protestano contro le detenzioni in
isolamento, la detenzione amministrativa (senz’accusa e prorogabile a
oltranza, ndr), per il ripristino del diritto allo studio, quello a
ricevere le visite, contro le irruzioni nelle celle.
5.Porre
fine al vergognoso silenzio della comunità internazionale durato 64
anni fino ai giorni nostri. Silenzio complice e responsabile della
negazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese
TU NON FARTI COMPLICE DELLA NEGAZIONE DELL’ESISTENZA DI UN INTERO POPOLO!
6.Fermare
la cooperazione politica, economica e militare tra la Repubblica
Italiana e il regime d’Apartheid di Israele, fermare le forme di
copertura internazionale ai crimini che Israele continua a commettere,
violando per mezzo di tale collaborazione la Costituzione della
Repubblica, nella quale si vieta allo Stato italiano di sostenere o
cooperare pratiche di persecuzione e pulizia etnica nei confronti di
persone inermi.
Giovani palestinesi in Italia
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