26/6/2013
Al-Khalil (Hebron) – InfoPal.
“Israele pratica la tortura sistematicamente e deliberatamente contro i
prigionieri palestinesi, e con il benestare della magistratura. Qui non
si tratta di comportamenti individuali, come invece dichiarano i leader
israeliani”. Lo rende noto il Centro di studi Asra Filastin
(Prigionieri della Palestina), in un comunicato diramato in occasione
della Giornata internazionale contro la tortura, che cade oggi, 26
giugno.
Il
centro ha sostenuto le sue accuse citando le relazioni del Comitato
pubblico contro la Tortura, che a loro volta, confermano che più di 900
denunce sono state mosse da ex detenuti palestinesi, liberati negli
ultimi anni, che affermano di aver subito torture durante la detenzione.
Il centro ha aggiunto che nessun caso è stato indagato e i responsabili
sono tuttora liberi, il che prova la complicità delle istituzione
giudiziarie con gli apparati di sicurezza, con il via libera, dato ai
responsabili degli interrogatori, all’uso di metodi proibiti di tortura
contro i palestinesi, per ottenere informazioni.
Il
rapporto ha affermato che Israele legittima la tortura in nome della
legge, “permettendo ai criminali della sicurezza interna, lo Shabak, di
seviziare i prigionieri, senza alcun rispetto per la dignità umana, il
tutto con la copertura dei tribunali israeliani, che garantiscono
l’immunità ai responsabili degli interrogatori, nel caso venissero
denunciati”. “Ciò rappresenta un esplicito invito a perpetrare l’uso
delle torture, vietate a livello internazionale, contro i prigionieri
palestinesi nelle carceri israeliane”, ha aggiunto il centro. Il
rapporto si è concluso affermando che la politica in questione ha
portato alla morte di 71 prigionieri, l’ultimo dei quali è stato Arafat Jaradat, da Hebron, la cui principale causa di morte è stata la tortura.
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