Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


mercoledì 3 luglio 2013

IL 3 LUGLIO 2011, I SUOI 4357 LACRIMOGENI SPARATI E LA TORTURA SU UN RAGAZZO

Dal blog baruda.net di Valentina Perniciaro:

3 luglio 2013

Due anni fa a quest’ora il cielo azzurro sopra quelle montagne non aveva nulla di minaccioso,
anzi ci aveva accolti a migliaia da tutta Italia, così come i paeselli inerpicati, i tetti di lavagna, l’odore del pane fresco e poi quello dei boschi, sempre più fitto.



 
Due anni fa eravamo in tanti a resistere alla violenza di Stato, ad una militarizzazione di un territorio inaccettabile e stupratrice, a migliaia e migliaia di lacrimogeni lanciati a colpirci in faccia o comunque sul corpo.
Quel giorno non cercavano il morto, cercavano i nostri occhi, cercavano di mutilarci e soffocarci. Di farci capire che quelle montagne ormai son proprietà del filo spinato e degli anfibi, degli alberi tirati giù, dei cantieri fantasma, dei loro appalti milionari, del saccheggio della terra:
volevano farci capire che dobbiamo sparire, ridurci a pulviscolo nell’aria, permettere ai loro cingoli e alle trivelle di mangiare la nostra terra e il futuro dei nostri figli:
4357 lacrimogeni lanciati.
Se penso a metterli tutti in fila, visto che bel candelotto hanno questi Cs, si costruirebbe un lungo percorso tossico, di rappresaglia collettiva.
Non ce li dimentichiamo quei quattromila lacrimogeni ad appestare quei boschi, a limitare la respirazione, a farci sputare a terra l’odio per voi e la gioia infinita di essere tutti insieme:
tutti insieme contro la devastazione e il saccheggio che cercate di portare avanti impunemente nei territori, nelle nostre vite, nei posti di lavoro, nelle scuole.
Una sola cosa avete capito chiara, e da prima di quel giorno: “A sarà düra”


Fonte:



Qui http://baruda.net/2011/07/06/val-susa-ma-quali-black-bloc/ il racconto di Valentina su quella giornata di due anni fa che potete leggere anche in quest'altro link del mio vecchio sito, non più attivo, che esiste solo come archivio elettronico: http://parolenude.iobloggo.com/233/val-susa-ma-quali-black-block/&cid=286736


  Foto di Valentina Perniciaro _tonnellati di CS a frammentazione nei boschi_




Foto di Valentina Perniciaro _Lacrimogeni sparati addosso_




Foto di Valentina Perniciaro _il cavalcavia da dove lanciavano sassi e lacrimogeni_

Foto di Valentina Perniciaro _l'assedio nel bosco_ Foto di Valentina Perniciaro _l'assedio nel bosco_




Qui il video della conferenza stampa di Fabiano, un ragazzo torturato dalle forze dell'ordine in Val di Susa il 3 luglio 2011:





Qui invece avevo riportato l'articolo dal sito dei No Tav dove si parla per la prima volta della quantità di lacrimogeni usati lanciati quel giorno:

ISTANBUL: I GIUDICI SALVANO GEZI PARK. PER ORA






Istanbul: i giudici salvano Gezi Park. Per ora 


Primo stop per i progetti faraonici del premier Erdogan e dell’Akp: un tribunale di Istanbul blocca i lavori a Gezi Park, anche se la decisione finale arriverà entro due mesi. Il vicepremier Atalay accusa la ‘diaspora ebraica’ di manovrare le proteste.


La Sesta Corte amministrativa di Istanbul ha respinto oggi un ricorso presentato dal governo dell’Akp (Partito per la Giustizia  e lo Sviluppo), in particolare dal Ministero della Cultura, contro la sospensione provvisoria dei lavori a Gezi Park decisa a fine maggio dai magistrati. La corte si é limitata a non accogliere la richiesta di revoca della sospensiva ed entro due mesi ha annunciato una decisione sul merito della distruzione di Gezi Park. Se il tribunale di Istanbul dirà no al governo di Recep Tayyip Erdogan il piccolo parco adiacente alla enorme Piazza Taksim resterà un parco e non verrà distrutto per far posto a una moschea, ad un centro commerciale e alla ‘ricostruzione’ di alcune moschee ottomane. Un progetto fortemente voluto dal sindaco della città e dal premier Erdogan e contro il quale a fine maggio erano scesi in campo alcuni collettivi e gruppi di artisti, intellettuali e attivisti che si erano accampati nel parco per bloccare le ruspe che già avevano iniziato i lavori di sbancamento nonostante la sospensiva del Tribunale Amministrativo. Il feroce intervento della Polizia contro le poche centinaia di manifestanti che si erano mobilitati a difesa del Gezi Parki aveva scatenato una vasta e trasversale protesta popolare sfociata in enormi manifestazioni represse altrettanto selvaggiamente dalla Polizia e dalla Gendarmeria, il cui saldo finora è di almeno 5 morti, migliaia di feriti e arrestati.

Stando a quanto riporta il quotidiano Hurriyet, la decisione è stata votata a maggioranza dai membri della Corte, trovando contrario il presidente. Il coordinamento di realtà sociali riunite in ‘Taksim Solidarietà’ ha salutato il pronunciamento del tribunale amministrativo come una grandissima vittoria, frutto della grande mobilitazione popolare contro la gentrificazione del centro di Istanbul e i piani speculativi dell’Akp a cui si sono legate le proteste di vasti settori sociali contro le difficoltà economiche, il tentativo di imporre una legislazione improntata alla moralità islamista, la mancanza di libertà di espressione, stampa e manifestazione, la destabilizzazione della vicina Siria.

Il no, seppur momentaneo, alle pretese del governo di Ankara, costituisce un primo importante stop alle mire politico-economiche del premier Erdogan, che nonostante la vasta e trasversale contestazione continua a puntare sull’asse con alcune potenti lobby economiche per ottenere l’appoggio necessario a cambiare la costituzione, trasformando la Turchia in una Repubblica Presidenziale, e farsi quindi eleggere il prossimo anno capo dello Stato con pieni poteri.

Anche oggi un esponente di punta dell’esecutivo è tornato ad accusare ‘forze straniere’ di essere dietro le proteste contro l’Akp. A esternare quanto Erdogan ha ripetuto più volte in queste settimane è stato oggi il vicepremier, Besir Atalay. “Gli incidenti di Gezi Park sono stati orchestrati dalla diaspora ebraica, che ha avuto un ruolo attivo in questi eventi" ha detto Atalay, citato dal quotidiano Hurriyet. Il vicepremier ha anche rilanciato le accuse contro le "forze straniere", senza dettagliare ulteriormente, come pure contro i media internazionali. Tutti attori di una "cospirazione" che ha funzionato "bene", ma che non riuscirà nel "tentativo di bloccare il cammino verso la Grande Turchia".  

 

Fonte: