Fuga in massa dei migranti sbarcati a Reggio Calabria
Molti bloccati alla stazione e sui treni per il Nord
Hanno
cercato di dileguarsi dal palazzetto dello sport di Pellaro dove erano
stati radunati dopo lo sbarco di domenica notte, quando sono arrivati
anche numerosi bambini. Sono stati rintracciati quasi tutti, mentre
cercavano di partire per risalire l'italia
di GIOVANNI VERDUCI
ORMAI
è diventata una prassi, legata al fatto che la Calabria è solo un punto
geografico di passaggio per i migranti. Scappare dei centri di prima
accoglienza, per chi ha rischiato di morire in mare inseguendo la
speranza di lasciare il proprio Paese in fiamme e trovare una nuovo vita
in nord Europa, rischia di non essere più una notizia, così a Crotone
come a Reggio Calabria.
Ieri
sera, infatti, alcuni gruppi di profughi che sono stati accolti presso
la palestra di Pellaro, dopo il loro sbarco sulla banchina del porto di
Reggio Calabria, hanno provato ad abbandonare il centro e tentato una
fuga disperata approfittando della vicinanza della stazione ferroviaria
al palazzetto dello sport di Pellaro che, dopo lo sbarco, era stato
trasformato in un centro di accoglienza temporaneo.
Alcuni
gruppi di immigrati, dopo il riconoscimento e la foto segnalazione,
avevano già lasciato il palazzetto dello sport di Pellaro per essere
destinati ai centri di espulsione.
Ieri
pomeriggio, però, le forze dell’ordine si sono dovute attivare per
rintracciare diversi nuclei familiari che hanno provato a lasciare
Reggio Calabria per risalire lo stivale e ricongiungersi con i parenti
disseminati in diversi Paesi del nord Europa.
Dopo
i primi controlli e le verifiche delle assenze dalla struttura di
accoglienza provvisoria di Pellaro, è scattato il piano di ricerca da
parte delle forze dell’ordine. Numerosi migranti, che stavano cercando
di abbandonare Reggio Calabria a bordo di alcuni treni diretti a nord,
sono stati rintracciati e fermati presso la stazione “Centrale” delle
Ferrovie dello Stato dagli uomini dell’Ufficio di prevenzione generale e
soccorso pubblico della polizia di Stato. Donne, uomini e bambini con
borsoni e giocattoli in bella vista sono stati fatti scendere dai
convogli ferroviari e trasferiti nell’androne dello scalo. Qui sono
stati raggruppati, rifocillati e tenuti sotto controllo dagli uomini
delle forze dell’ordine.
Il
traffico ferroviario ha subito qualche ritardo per i controlli
effettuati a bordo dei treni in partenza da Reggio Calabria dagli uomini
delle forze dell’ordine.
Un
episodio simile si era registrato ad agosto, quando gruppi di immigrati
- dopo il loro sbarco a Reggio Calabria ed il trasferimento presso lo
“Scatolone” - avevano provato a scappare dalla palestra e far perdere le
tracce per le vie della città dello Stretto. Approfittando della
debolezza della cintura di recinzione della struttura sportiva, diversi
migranti avevano provato a rifugiarsi fra le case del viale Messina,
altri erano riusciti ad arrivare sino in centro città. La maggior parte
di loro, però, anche in quell’occasione venne rintracciata e fermata
dagli agenti delle Volanti della Polizia di Stato.
REGGIO CALABRIA - Ormai è diventata una prassi, legata al fatto che la Calabria è solo un punto geografico di passaggio per i migranti. Scappare dai centri di prima accoglienza, per chi ha rischiato di morire in mare inseguendo la speranza di lasciare il proprio Paese in fiamme e trovare una nuova vita in nord Europa, rischia di non essere più una notizia, così a Crotone come a Reggio Calabria. Ieri sera, infatti, alcuni gruppi di profughi che sono stati accolti presso la palestra di Pellaro hanno provato ad abbandonare il centro e tentato una fuga disperata approfittando della vicinanza della stazione ferroviaria al palazzetto dello sport di Pellaro che era stato trasformato in un centro di accoglienza temporaneo. Si tratta dei migranti approdati domenica nel porto di Reggio Calabria in quello che è stato definito l'esodo dei bambini, per il quale è stata poi intercettata la nave madre.
Alcuni gruppi di immigrati, dopo il riconoscimento e la foto segnalazione, avevano già lasciato il palazzetto dello sport di Pellaro per essere destinati ai centri di espulsione.
Ieri pomeriggio, però, le forze dell’ordine si sono dovute attivare per rintracciare diversi nuclei familiari che hanno provato a lasciare Reggio Calabria per risalire lo stivale e ricongiungersi con i parenti disseminati in diversi Paesi del nord Europa. Dopo i primi controlli e le verifiche delle assenze dalla struttura di accoglienza provvisoria di Pellaro, è scattato il piano di ricerca da parte delle forze dell’ordine. Numerosi migranti, che stavano cercando di abbandonare Reggio Calabria a bordo di alcuni treni diretti a nord, sono stati rintracciati e fermati presso la stazione “Centrale” delle Ferrovie dello Stato dagli uomini dell’Ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato. Donne, uomini e bambini con borsoni e giocattoli in bella vista sono stati fatti scendere dai convogli ferroviari e trasferiti nell’androne dello scalo. Qui sono stati raggruppati, rifocillati e tenuti sotto controllo dagli uomini delle forze dell’ordine.
Il traffico ferroviario ha subito qualche ritardo per i controlli effettuati a bordo dei treni in partenza da Reggio Calabria dagli uomini delle forze dell’ordine.Un episodio simile si era registrato ad agosto, quando gruppi di immigrati - dopo il loro sbarco a Reggio Calabria ed il trasferimento presso lo “Scatolone” - avevano provato a scappare dalla palestra e far perdere le tracce per le vie della città dello Stretto. Approfittando della debolezza della cintura di recinzione della struttura sportiva, diversi migranti avevano provato a rifugiarsi fra le case del viale Messina, altri erano riusciti ad arrivare sino in centro città. La maggior parte di loro, però, anche in quell’occasione venne rintracciata e fermata dagli agenti delle Volanti della Polizia di Stato.
giovedì 17 ottobre 2013 11:29
Fonte:
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Il sogno di libertà dei migranti sbarcati domenica sera sulle coste reggine finisce qui, su questa stessa città che li ha aiutati a scampare dal naufragio e aveva subito cominciato una gara di solidarietà perchè ricevessero tutti gli aiuti necessari. Quello che è successo non se lo aspettava nessuno perchè si diceva che
sarebbero stati qui una ventina di giorni e poi sarebbero scappati
all'estero in cerca dei parenti sparsi per il nord Europa. Invece ieri pomeriggio c'è stato il trasferimento di alcuni gruppi di migranti nei centri di espulsione, al quale è seguita la fuga in massa di tutti gli altri, in molti bloccati alla stazione centrale. Sicuramente saranno trasferiti anche loro nei centri di espulsione. Evidentemente sono senza documenti e
quindi le forze dell'ordine hanno dovuto eseguire quanto previsto per legge. Il nodo è sempre lo stesso: finchè esisteranno leggi, come la Bossi-Fini, che (per l'ossessione verso una sicurezza che pone confini inviolabili verso ciò che è il 'nostro' o 'nostrum' - che dir si voglia - mare, stato, continente) trasformano le vittime di guerra e/o povertà in criminali colpevoli di vivere, questo è quel che accade. E in casi come questo salvarsi dalla guerra e dalla morte in mare non cambia la vita di persone che speravano in un futuro migliore.
Donatella Quattrone