Scheda a
cura di Andrea Barbera
Sono da
qualche tempo sempre più frequenti le azioni della destra eversiva a Roma.
Molti sono firmate dai "NAR" ("Nuclei Armati
Rivoluzionari"). La sigla non sottintende la presenza di un vero gruppo
costituito, vuole piuttosto essere il contenitore per vecchi e nuovi fascisti
più o meno vicini a organizzazioni gravitanti ai margini del MSI (come il
FUAN). Il 19 settembre 1978 si registra l'ennesima "gesta"
squadristica: nel quartiere di Monteverde Nuovo viene ferito un giovane
militante della FGCI, Paolo Lanari. Nove giorni dopo la sigla NAR viene
utilizzata nuovamente per rivendicare un attentato dal tragico epilogo:
E' sera,
poco prima delle dieci. Davanti la sezione ancora aperta del PCI di via Appia
Nuova, al quartiere Alberone, sostano tre ragazzi; stanno leggendo
"L'Unità" che come ogni giorno viene affissa nell'apposita bacheca.
In particolare stanno dando uno sguardo alla programmazione prevista nei cinema
per quella sera. Il popolare e periferico quartiere non offre tante possibilità
e spazi di svago per i giovani, così spesso il cinema rappresenta l'unica
alternativa per trascorrere una serata con gli amici. I tre ragazzi presenti
sono Vincenzo De Blasio, ventotto anni, Luciano Ludovisi, trent'anni e Ivo
Zini, il più giovane, di venticinque anni. All'improvviso si avvicina un
"Vespone" bianco da cui scendono due ragazzotti a volto coperto. Sono
pochi gli istanti per capire quello che sta per accadere; Luciano accortosi che
i due hanno un'arma, non ha neanche il tempo per avvisare gli amici che quelli
esplodono quattro colpi di pistola. Questi rimane fortunatamente illeso ma
Vincenzo e Ivo giacciono a terra. Da subito le condizioni di quest'ultimo,
colpito al torace, sembrano gravissime. Accorre presto un ambulanza chiamata
dai militanti che accorrono fuori dalla sezione; Ivo non ce la farà a
raggiungere neanche l'ospedale S.Giovanni e morirà poco dopo a bordo
dell'autoambulanza. Vincenzo, colpito alla gamba e al polso, è operato
d'urgenza, se la caverà. Alle 23:00 circa i NAR rivendicheranno con una telefonata
al "Messaggero" la paternità dell'attentato.
Ivo si era
da poco laureato in scienze politiche; era come tanti altri in cerca di un
lavoro che gli aprisse una prospettiva di vita migliore. Era simpatizzante del
PCI, ma come tanti ne criticava le scelte.
L'attentato
cade a poco meno di un anno da un altro tragico evento: l'omicidio di Walter
Rossi; probabilmente ciò nelle farneticanti intenzioni dei suoi esecutori non
era un caso. Si voleva ribadire e perpetuare la stessa campagna di odio. Ma la
grande manifestazione con cui Roma rispondeva, ricordando Walter e Ivo,
testimoniava la mobilitazione popolare per rafforzare, vigilare e isolare i
criminali fascisti.
Gli
esecutori materiali di quell'"azione" rimangono tutt'oggi ignoti. In
una delle sue numerose dichiarazioni il "pentito" Cristiano
Fioravanti si è professato totalmente estraneo agli eventi scagionando inoltre
i "fondatori" della sigla NAR (Valerio Fioravanti e Alessandro
Alibrandi su tutti). Secondo Cristiano Fioravanti gli esecutori sono probabilmente
da ricercarsi tra i fascisti che frequentavano a quei tempi la sede del FUAN di
via Siena 8. Durante la sua esistenza in esso sono confluite numerose sezioni
del MSI come quelle della Montagnola, della Balduina, di via Noto e del rione
Prati. Da quest'ultima proviene Mario Corsi detto "Marione"
(attualmente popolare conduttore di una trasmissione radiofonica sulla
A.S.Roma). Egli viene accusato nel 1984 per l'omicidio di Ivo nonché per gli
omicidi di Fausto Tinelli e Lorenzo "Jaio" Jannucci (18 marzo 1978).
Il 2 maggio 1985 Corsi riceve una condanna a nove anni per altri reati minori
ma per il delitto Zini viene prosciolto per non aver commesso il fatto. Il 19
aprile c'è il secondo grado. In appello Corsi viene condannato a ventitre anni
di carcere. Il 9 aprile 1987, la Cassazione dispone un nuovo processo che si
conclude con la sua assoluzione. Nel 1989 la Cassazione ratifica e Corsi viene
prosciolto in via definitiva. Da allora dei due esecutori di quel delitto non
si saprà più nulla.
***
BIBLIOGRAFIA
*
"Lotta Continua", "L'Unità", "L'Avanti!" dei
giorni immediatamente successivi l'omicidio.
* V. Borracetti, (a cura di), "Eversione di destra terrorismo e stragi. I fatti e l'intervento giudiziario", Franco Angeli, Milano 1986. In particolare il saggio di G. Capaldo, L. D'Ambrosio, "L'eversione di destra a Roma dal 1977 al 1983".
* G. Bianconi (a cura di), "A mano armata. Vita violenta di Giusva Fioravanti", Baldini&Castoldi, Roma 1996.
* Baldoni, S. Provvisionato, "A che punto è la notte?", Vallecchi, Firenze 2003.
* V. Borracetti, (a cura di), "Eversione di destra terrorismo e stragi. I fatti e l'intervento giudiziario", Franco Angeli, Milano 1986. In particolare il saggio di G. Capaldo, L. D'Ambrosio, "L'eversione di destra a Roma dal 1977 al 1983".
* G. Bianconi (a cura di), "A mano armata. Vita violenta di Giusva Fioravanti", Baldini&Castoldi, Roma 1996.
* Baldoni, S. Provvisionato, "A che punto è la notte?", Vallecchi, Firenze 2003.
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