Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


martedì 8 ottobre 2013

TRA GLI SPONSOR DEL FESTIVAL DELL'ACQUA A L'AQUILA, SODASTREAM E VEOLIA, AZIENDE CHE TRAGGONO PROFITTI DALLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

7 Ottobre 2013

BDS Italia si associa alla denuncia del Forum Italiano Movimenti per l’Acqua contro il Festival dell’Acqua “privatizzata” che si svolge a L’Aquila in questi giorni, organizzato da Federutility, federazione che ha sempre remato contro il referendum per l’acqua pubblica. I movimenti per l’acqua contestano questa operazione di maquillage volta a creare un’immagine positiva di chi punta alla mercificazione del prezioso bene comune.
Uno sguardo agli sponsor del festival rivela anche aziende che sono complici e traggono profitti dalla violazione dei diritti umani e della legalità internazionale: Sodastream e Veolia.
Sodastream è un’azienda israeliana che produce gasatori per l'acqua dal rubinetto, il cui principale stabilimento produttivo si trova nella colonia israeliana di Ma'aleh Adumim nei Territori palestinesi occupati. Le colonie israeliane sono ritenute illegali in quanto violano il diritto internazionale secondo il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Corte Internazionale di Giustizia, la Croce Rossa Internazionale e tutte le istituzioni europee.
Con l’acquisizione nel 2011 della romagnola CEM Industries, oggi Sodastream Professional, la ditta punta alla fornitura di apparecchiature industriali per bar, ristoranti, hotel e perfino per le “case dell’acqua” comunali. Due associate della Federutility, Gruppo Hera e Romagna Acque, entrambe sponsor del festival, utilizzano nelle “case dell’acqua” tecnologia Sodastream, “inquinando” così l’acqua pubblica.
Israele esercita illegalmente un controllo quasi totale sulle risorse idriche palestinesi. Come denunciato da Amnesty International e dall’organizzazione palestinese Al Haq, Israele nega l’accesso all’acqua come un mezzo per espellere i palestinesi dalle loro terre.[4] Sodastream, che trae profitti da questo sistema di occupazione e di Apartheid imposto da Israele, parla del festival a L’Aquila come “un’opportunità per condividere i nostri valori di sostenibilità e di tutela dell’ambiente”.
Anche la multinazionale francese Veolia, la più grande nel settore della privatizzazione dell’acqua e presente in Italia come Veolia Acqua, è complice dell’occupazione israeliana. Veolia Water – Israel gestisce un impianto per il trattamento delle acque reflue nella colonia illegale israeliana di Modi’in Ilit, mentre Veolia Environmental Services - Israel gestisce su terre palestinesi la discarica di Tovlan che serve le colonie israeliane nella Valle del Giordano occupata. Inoltre, Veolia, tramite la consociata Transdev, ha in gestione la ferrovia leggera che collega Gerusalemme ovest con le colonie israeliane nella Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.[5]
Le politiche israeliane rendono praticamente impossibile per i palestinesi ottenere permessi per costruire case, scuole, cisterne o altro sulla propria terra.[6] Invece, mega aziende come la Veolia traggono profitti da nuove infrastrutture per l’uso esclusivo dei cittadini e coloni israeliani.
Sodastream e Veolia non solo traggono profitti da tutto ciò, ma si rendono funzionali al sistema istituzionalizzato di dominio, controllo e oppressione israeliano con lo scopo di forzare il popolo palestinese a lasciare la propria terra. Per questo entrambe le ditte sono oggetto di campagne internazionali di boicottaggio in risposta all’appello della società civile palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti di Israele fino a quando non rispetterà i diritti umani e la legalità internazionale.[7]
In Italia, Legambiente, WWF e Oxfam Italia hanno interrotto i rapporti con Sodastream o con i suoi collaboratori, mentre a livello internazionale chiese, sindacati e associazioni studentesche promuovono campagne di boicottaggio della Sodastream.[8] Grazie a campagne attive in Nord America e Europa, Veolia ha perso contratti per un ammontare di oltre Euro 18 miliardi, portando la ditta a vendere di recente le linee di autobus che aveva in gestione in Israele.[9]
BDS Italia si unisce ai movimenti per l’acqua nel contestare l’operazione d’immagine messa in opera dalla Federutility con il Festival dell’Acqua a L’Aquila. BDS Italia invita tutte e tutti coloro che hanno a cuore il diritto all’acqua pubblica, e più in generale i diritti umani, a vigilare e ad attivarsi per impedire che gli enti locali intraprendano rapporti con aziende che traggono profitto dall’occupazione militare israeliana e dalla violazione della legalità internazionale e dei diritti umani dei palestinesi.


BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale



Fonte:

FANTA, COCA COLA: BEVANDE FATTE COL SANGUE DEGLI OPPRESSI

lunedì 7 ottobre 2013 15:17


 

La Fanta è un prodotto della Coca-Cola Corporation.
  La Fanta è un prodotto della Coca-Cola Corporation. 



di Franco Fracassi

«100% a base di arance italiane». È questo lo slogan con cui la Coca-Cola Corporation promuove in Italia la più nota aranciata al mondo: la Fanta. Ed è vero, le arance vengono effettivamente prodotte in Italia. Quello che i consumatori non sanno, però, è che buona parte di questi agrumi provengono da Rosarno, in Calabria, e sono prodotti grazie allo sfruttamento di immigrati illegali. La stessa Coca-Cola ha confermato l'informazione, aggiungendo, però, «che tutto è in regola e che l'azienda non è a conoscenza di fenomeni di sfruttamento degli immigrati».

I migranti di Rosarno provengono dall'Africa (Ghana, Burkina Faso, Costa d'Avorio). Fuggono dalla fame, e più spesso dalla guerra.

L'Italia è uno dei principali produttori di agrumi del mondo: tre milioni e seicentomila tonnellate di frutta all'anno, che vengono coltivate in 170.000 ettari. La Calabria è la seconda regione per la produzione di arance (dopo la Sicilia) con 870.000 tonnellate l'anno. La maggior parte di queste vengono coltivate nella zona di Rosarno. In particolare, nella cittadina calabrese vengono prodotti i concentrati di succo d'arancia che sono alla base dell'aranciata.

E così, ogni inverno giungono a Rosarno duemila immigrati illegali. Che si vanno ad aggiungere a coloro che vivono stabilmente nella cittadina calabrese. Venticinque euro per ogni giornata di lavoro. Dieci, dodici ore in mezzo ai campi. Soldi da cui vanno decurtati cinque euro per il trasporto (a carico dei caporali).

«Non è tutta colpa solo dei caporali e delle aziende agricole. Diciamo che vengono incoraggiate allo sfruttamento da parte delle grandi aziende produttrici di aranciata, tra cui la Coca-Cola», dichiara Pietro Molinaro, della Coldiretti Calabria. «Gli agricoltori vengono letteralmente schiacciati dalla concorrenza estera: Brasile, Cina, Stati Uniti, Messico, Spagna. A questo vanno aggiunti i bassi prezzi pagati dalle aziende acquirenti. Il prezzo di mercato è sceso sotto al prezzo di produzione. Le arance industriali (quelle utilizzate per i concentrati) vengono pagate 7 centesimi al chilo. Mentre i lavoratori vengono pagati 8 centesimi al chilo». Molinaro tra le righe fa capire che lo sfruttamento è una necessità di sopravvivenza per le aziende agricole.

La Coldiretti Calabria sostiene di aver scritto alle aziende che acquistano i concentrati di succo d'arancia per protestare contro i prezzi sleali pagati agli agricoltori. A oggi non ha ricevuto alcuna risposta.

La Coca-Cola Corporation ha dichiarato che è in possesso di certificati che assicurano la correttezza della produzione e il non utilizzo di immigrati illegali sottopagati per la raccolta di arance. Ammette, però, che la multinazionale statunitense non è in grado di controllare ogni azienda produttrice di arance.



 Fonte:




Leggi pure questo post di qualche mese fa su Coca Cola - che è anche israeliana - e occupazione:

La dottrina Kerry: ai palestinesi Coca-Cola. Le armi a Israele 

link: http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=72309

 

L'aereo militare V-22 Osprey a decollo verticale che gli Usa forniranno a Israele
L'aereo militare V-22 Osprey a decollo verticale che gli Usa forniranno a Israele