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Donatella Quattrone


domenica 28 luglio 2013

BARCONE NAUFRAGATO DAVANTI ALLE COSTE LIBICHE: 31 MORTI

 
Un barcone con migranti a Lampedusa (archivio)



Racconto dei 22 profughi giunti a Lampedusa: a bordo gommone rovesciato in tutto 53 migranti

28 luglio, 13:16

  LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Sarebbero 31, tra cui nove donne, le vittime del naufragio avvenuto venerdì sera davanti alle coste libiche. Lo hanno riferito i 22 superstiti, una volta giunti a Lampedusa. I profughi, provenienti dalla Nigeria, hanno raccontato che sul gommone che si è rovesciato si trovavano complessivamente 53 migranti.
I superstiti, provenienti oltre che dalla Nigeria anche Gambia, Benin e Senegal, hanno raccontato che il gommone si e' capovolto dopo tre giorni dalla partenza dalle coste libiche. Sono apparsi profondamente prostrati dalla lunga permanenza in mare e ancora sotto shock. L'allarme era scattato venerdì pomeriggio quando la Guardia Costiera di Palermo ha ricevuto una telefonata proveniente da un'imbarcazione carica di migranti. La centrale operativa delle Capitanerie a Roma, dopo aver localizzato il satellitare a 29 miglia dalle coste della Libia e aver contattato le autorità di Tripoli, ha dirottato nella zona due navi mercantili, entrambe battenti bandiera panamense. Una di queste, la Gaz United, durante le fasi di ricerca, ha avvistato in mare un gruppo di 20 superstiti, riuscendo a recuperarli. Poco dopo la stessa nave ha rintracciato un relitto di un gommone semiaffondato.
Altri due migranti sono stati invece tratti in salvo dalla seconda nave, la Gaz Sinergy. I profughi sono stati successivamente trasbordati sulla nave Kornati, battente bandiera maltese, e trasferiti a Lampedusa. Le ricerche dei dispersi nella zona del disastro, condotte dalle motovedette della Guardia Costiera e da alcuni mercantili, non hanno dato alcun esito. Oltre ai 22 scampati al naufragio ieri sono approdati a Lampedusa circa 450 migranti soccorsi nel giro di 24 ore. Il centro di prima accoglienza dell'isola è nuovamente al collasso, con circa 1100 presenze a fronte di una capienza massima di 350 posti.
Un altro barcone in difficoltà con 92 migranti a bordo, tra cui 16 donne, è stato soccorso questa mattina nel Canale di Sicilia, a circa 150 miglia da Lampedusa, in acque di competenza maltese. Gli immigrati sono stati raccolti dalla nave panamense Gaz Energy, la stessa che venerdì sera aveva tratto in salvo, insieme con la gemella Gaz United, 22 profughi che avevano fatto naufragio davanti alle coste libiche. I migranti saranno adesso trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera che li trasferira' in mattinata nel porto di Pozzallo (Ragusa), visto che il Centro di prima accoglienza di Lampedusa, che ospita in questo momento oltre un migliaio di persone, è ormai in overbooking.

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IL COMITATO UN CASO BASCO A ROMA FA VISITA A LANDER


lander 

 luglio 26, 2013 16:06

Avevo visto Lander l’ultima volta il 27 aprile, il giorno dell’estradizione. Eravamo in una stanza della questura di Roma. Dopo ore di attesa e trattativa, decisi di scendere un momento per aggiornare i compagn@ in presidio rispetto alle novità in corso. Avevo scelto il momento sbagliato, tutto era saltato, quando sono risalito Lander era già in viaggio verso l’aeroporto. In questi mesi non ci siamo fermati. Il nostro comitato ha continuato a sostenerlo, scrivendogli, denunciando la sua situazione con azioni, continuando a tenere alta l’attenzione con manifesti e concerti. Stretti in una morsa obbligata tra rabbia e ragione, stiamo provando a mantenere uno spazio aperto di discussione a Roma su Lander, sulla condizione dei troppi prigionieri baschi e del conflitto storico che li vede lottare da sempre per la libertà del loro paese. Così, un po’ perché ce lo meritavamo un po’ per orientarci meglio sul lavoro da fare, ci siamo regalati tre giorni euskera. Tra Bilbo e Lekeito, tra martxa eta borroka (lotta e allegria), abbiamo rincontrato e conosciuto tante facce e tante storie, che ci danno animo e convinzione propri solo di chi sta dalla parte giusta. Solo di chi ha avuto la fortuna di conoscere e diventare amico di Irati e Lander.
Poco tempo prima di partire abbiamo dovuto scegliere due nomi da Roma per l’elenco dei visitatori, quelli che potranno entrare presso il carcere dove è detenuto Lander, nei prossimi mesi. Uno di questi sono io, e di questo non ringrazierò mai abbastanza i miei compagn@.  Cosi durante questi giorni baschi sono partito per Madrid con il fratello e un suo amico verso il carcere di Estremera. La poca attenzione del controllo di turno e una buona dose di fortuna hanno fatto il resto. Documento, foto, impronte digitali e tutti dentro. A sentire i baschi un miracolo. L’effetto sorpresa è stato devastante. Lander non ci aspettava tutti insieme e subito l’incontro si è trasformato in una festa. Il vetro che ci divideva è spesso e il citofono certo non restituisce il giusto grado di intensità ad ogni emozione, ma quelle ultime barriere ci sono sembrate poca cosa. In quaranta minuti spesso ci siamo parlati sopra. Io ero l’unico a parlare in romanaccio ma mi sono fatto valere contro il loro euskera, che mai mi è sembrato cosi gentile e intimo. Lander era felicissimo di saperci nella sua Bilbo, nella sua Lekeito, con i suoi compagn@ e la sua famiglia. Sa del lavoro che stiamo portando avanti e che c’ero io solo perché tutti insieme non si può andare. Ringrazia per la solidarietà manifestata nella sua permanenza a Roma, ha un bel ricordo anche di quella maledetta giornata di aprile. Ha il volto pieno e rilassato, è aggiornato su ogni questione che riguarda Roma, il Paese Basco e il suo Athletic. Riceve molta posta e sente spesso i compagn@ nelle chiamate che ha a disposizione. Il suo regime di detenzione normale gli permette la mattina di correre e andare in palestra, partecipare a dei corsi di formazione, in particolare di lingue. Pranza e cena con altri due detenuti politici baschi e questo gli da molta forza. C’è pure una compagna dell’ala femminile che però non possono incontrare. Legge, ascolta la radio e tra poco riceverà anche una televisione. Veste magliette politiche o almeno per il momento gli è permesso. Estremera si trova a settanta kilometri da Madrid, intorno sembra un vero e proprio deserto, senza colori ne profumi. Cosi lontano, anche in questo, dal Paese Basco cosi pieno di foreste, fiumi, mare e montagne. Ho avuto questo pensiero stupido ripartendo dal carcere,  senza sapere nemmeno se Lander ha una finestra o gli permesso guardare fuori. Ma tant’è. L’immagine che mi porto dentro di quei quaranta minuti è il sorriso perenne di Lander. Questo ho provato a trasmettere ai compagni che mi hanno fatto questo regalo, e al nipote piccolo che dopo poche ore mi chiedeva in lacrime perché lo zio a cui vuole tanto bene, non era lì con tutti noi. Quel sorriso l’ho imparato a conoscere quando l’ho incontrato a Regina Coeli,  ce lo ha poi regalato davanti a quel cancello mentre lo scortavo per essere estradato, l’ho rivisto sabato. Sta lì ed è per tutti. So che “Lander sta bene” vuol dire poco e che è ingiusto pensarlo. Bene non può stare un detenuto. Bene non sta chi lotta per la libertà e si trova prigioniero. Bene non sta chi è lontano dal suo paese, dai suoi affetti, dai suoi compagn@. Bene non sta chi ha superato un anno di detenzione senza nemmeno essere stato condannato e senza neppure sapere l’inizio del processo. Lander dice sempre che il conflitto basco è una lotta contro due stati potenti, la Francia e la Spagna. Sarà questo genere di consapevolezza che fa vivere diversamente la repressione che subisce ogni militante basco; sarà che la detenzione in carcere è una condizione che un basco vive in ogni famiglia, quartiere, paese piccolo o grande che sia, da sempre; sarà che in fondo questi baschi so strani. Sarà che in questa condizione non c’è nulla di retorico. Sarà ma a chi mi domanda come sta Lander? Rispondo che sta bene e che per esserne sicuro il 24 agosto, con tutto il comitato, torneremo a trovarlo.
“Fermare l’estradizione non era solo una vittoria, era scrivere un pezzetto di storia. Forse essere stati cosi vicini dal raggiungere l’obiettivo da più rabbia e impotenza”

Davide

Un caso basco a Roma


Fonte:




Per saperne di più sul caso di Lander Fernandez Arrinda visitare il sito 

http://uncasobascoaroma.noblogs.org/