Altro attacco israeliano all'alba: nessun ferito. Colpiti centri abitati
e terre agricole. È morto il giovane palestinese ferito ieri alla gamba
al confine Nord.
venerdì 3 gennaio 2014 09:34
AGGIORNAMENTO ore 10.30
È MORTO IL GIOVANE PALESTINESE FERITO IERI
Il 16enne Adnan Abu Khater, ferito ieri alla gamba dai soldati
israeliani a Nord della Striscia di Gaza, a Est di Jabaliya, è morto
oggi per le ferite riportate.
dalla redazione
Gerusalemme, 3 gennaio 2014, Nena News - Gaza si è svegliata
all'alba di questa mattina con il suono degli F16 israeliani:
l'aviazione ha lanciato una serie di bombardamenti dopo il lancio di un
missile dall'enclave palestinese verso lo Stato di Israele, che non ha
provocato danni.
Secondo l'esercito israeliano, le bombe avrebbero colpito "un'infrastruttura terroristica nel centro di Gaza e tre siti di lancio missili a Nord". Non ci sono notizie di feriti o morti nell'attacco.
Secondo fonti palestinesi, i bombardamenti hanno invece colpito un
terreno agricolo vicino al campo profughi di Al-Maghazi, la città di
Beit Hanoun e un altro quartiere a Est della Striscia.
Ieri, un giovane palestinese è stato ferito alla gamba dal fuoco aperto
da un soldato israeliano al confine Nord della Striscia: secondo
l'esercito, stava tentando di danneggiare la rete di divisione. Non è
certo la prima volta che contadini e giovani palestinesi vengono feriti
da cecchini posizionati al confine, dietro l'accusa di danneggiamento
del Muro o della rete di divisione. Molto più spesso si tratta di
residenti nella cosiddetta "buffer zone", zona cuscinetto lungo il
confine tra Gaza e Israele, che si avvicinano per coltivare la terra o utilizzare i propri appezzamenti di terreno, intrappolati tra il muro e la buffer zone.
Violenze che proseguono, dopo l'uccisione la vigilia di Natale di una
bambina di soli 4 anni e di un uomo, in risposta alla morte di un
operaio che lavorava alla rimessa in sesto del muro di separazione,
crollato a causa delle intense piogge. Violenze che si aggiungono allo
stato di grave emergenza in cui versa Gaza da settimane: la mancanza di
carburante - dovuta alla chiusura imposta sia dalle autorità israeliane
che da quelle egiziane - ha ridotto al minimo l'elettricità, disponibile
oggi per solo 4/5 ore al giorno, contro le 8 precedenti la crisi
energetica.
Mancanza di corrente elettrica significa malfunzionamento di
ospedali, sale operatorie e reparti di terapia intensiva, significa
malfunzionamento delle pompe di raccolta dell'acqua nelle strade con
il conseguente allagamento di interi quartieri. A metà dicembre oltre
10mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e
trovare riparo nelle scuole dell'UNRWA e nelle stazioni di polizia. Nena
News
Fonte:
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=94469&typeb=0&Piovono-bombe-su-Gaza