Aggiornamento 19h:
mentre si avvicina la prima notte per la Regione Autonoma di Sidi
Bouzid, la tensione è ancora alta nei pressi dell'ANC a Tunisi dove non
cessano i tentativi dei manifestanti di unirsi davanti alla detestata
istituzione della “transizione democratica”. Continuano ad arrivare
anche i rinforzi alla celere con i gruppi speciali dal volto coperto dal
passamontagna o accompagnati dai canilupo. Durante i rastrellamenti
sono stati compiuti diversi arresti che preoccupano non poco le
associazioni per i diritti dell'uomo visti anche i recentissimi episodi
di molestie sessuali contro le militanti trattenute dalla polizia nel
commissariato del centro città. Hamma Hammami, portavoce del Fronte
Popolare, si è rivolto, durante una trasmissione radio, ai celerini
ricordando loro l'instabilità del paese e quindi la possibilità per un
futuro prossimo di venire giudicati da un tribunale per i crimini
commessi anche in queste ore. Contemporaneamente il presidente
dell'Assemblea Nazionale Costituente annunciava l'intenzione di
rivolgersi alla popolazione tramite le televisioni in serata
(realisticamente durante l'iftar) per intervenire su quanto accaduto
durante il giorno. Ansar Achaaria, il partito salafita più consistente
dello scenario dell'islamismo salafita tunisino, dal canto suo si è
dissociato da ogni relazione con l'omicidio Belaid e Brahmi,
dichiarandosi parte offesa in quanto, a loro detta, organizzazione
dedita alla predicazione. Le ore successive all'iftar sarannno dirimenti
per comprendere quale direzione prenderà questa lunga giornata di lotta
che vede: l'ANC ormai prossima al collasso (mancano un pugno di
dimissioni di deputati per essere formalmente sciolta), il governo in
crisi insieme al partito di maggiornanza Ennahdha che a stento riesce a
serrare i ranghi della base e della sua elites, una regione, quella di
Sidi Bouzid, che dichiarandosi autonoma dà il segnale della possibilità
dell'autogoverno e della secessione dalle istituzioni del regime, e la
piazza della capitale che con tenacia non ha ceduto alla repressione per
ore...
Aggiornamento 17h: dopo più di un'ora di scontri la polizia sembrava
essersi ritirata e i manifestanti avevano potuto riprendere posizione
davanti all'ANC, aiutati anche dall'arrivo di quanti erano riusciti a
superare e contrastare le cariche succedute al corteo funebre per Brahmi
fuori dal cimitero Jellaz. Diverse fonti avevano registrato il
movimento dei plotoni dell'esercito, la più parte assiepati dentro il
giardino del palazzo dell'assemblea costituente. Situazione che aveva
fatto pensare all'impiego dell'esercito al posto della polizia. Al
contrario i celerini attendevano rinforzi... In questi minuti la polizia
è tornata a caricare il sit-in con manganelli e lacrimogeni. Diversi
deputati che avevano raggiunto il presidio sono stati pestati e portati
in ospedale e si registrano i primi arresti tra i manifestanti. Ad
aumentare la tensione c'è anche l'ingrossarsi delle file delle
squadracce e dei supporter di Ennahdha a cui la poliziainvita da alcuni minuti di allontanarsi.
Aggiornamento 16h: quanti
stavano raggiungendo il sit-in davanti all'ANC dopo il corteo funebre
per Brahmi, sono stati bloccati da diversi plotoni della celere. I
manifestanti hanno tentato di cambiare strada ma a quel punto diversi
plotoni di poliziotto hanno preso posizione anche alla coda del corteo.
Dopo pochi minuti sono stati caricati brutalmente con manganelli e gas
lacrimogeni. Fonti sul posto ci parlano della tenacissima resistenza
popolare sotto lo scoppio del sole mentre fronteggia le bande di
celerini.
La spinta per l'autonomia territoriale di Sidi Bouzid inizia a contagiare anche altre località e importanti città del paese.
E' il caso di Kairouan, grande città del centro della Tunisia, dove il
sit-in popolare per la caduta del regime ha reso pubblico questo
documento:
In nome del popolo e del sangue dei martiri,
sotto questo governo in disfatta e incapace di ripulire le sue macchie, noi dichiariamo:
-è istallato un sit-in popolare davanti al governatorato
-il rifiuto totale di comunicazione con tutti i poteri locali illegittimi, e in primo luogo il governatore
-la creazione di un consiglio popolare temporaneo per gestire il sit-in e gli affari pubblici dell'intero governatorato.
Aggiornamento
15h: il corteo funebre che ha accompagnato il corpo di Brahmi, deposto
vicino alla salma di Belaid, si è da poco concluso e le decine di
migliaia di manifestanti si stanno dirigendo in corteo verso l'assemblea
nazionale costituente per continuare la lotta. E' di questi minuti la
notizia che la polizia sta attaccando ferocemente il sit-in davanti
all'ANC distruggendo l'accampata, caricando a manganellate i presenti e
lanciando numerosi lacrimogeni contro i manifestanti.
Intanto
anche il fronte Ennahdha inizia a manifestare la crisi da tempo nascosta
dal partito islamista: Sonya Toumaia, deputato per la fazione
islamista, annuncia le dimissioni dall'ANC, e alcune fonti parlano che
altri deputati “nadhoui” dovrebbero seguire l'esempio. Mancano solo
altre 17 dimissioni e l'ANC sarebbe formalmente sciolta. Sembra che
anche il ministro dell'educazione sia sul piede di annunciare le sue
dimissioni dal governo.
Pagina in aggiornamento...
Notte
di ferro e fuoco in Tunisia. Tutto il paese è stato attraversato dalla
furia della popolazione tunisina rivolta contro tutte le istituzioni del
regime guidato dai demo-islamisti di Ennahdha. Durissimi scontri con la
polizia si sono verificati ovunque e a Gafsa, città storica
dell'opposizione rivoluzionaria magrebina, durante gli
incidenti con la polizia un compagno del Fronte Popolare Mohamed Mufti è
stato ammazzato con un colpo di lacrimogeno sparatogli in testa da un
celerino.
Arrivano notizie anche di scontri tra diverse fazioni politiche come a
Susa dove le squadracce di Ennahdha hanno attaccato un presidio dei
nostalgici del regime di Ben Ali, organizzati nel partito, capeggiato da
Beji Caid Essebis, Nidaa Tounes.
L'appello alla rivolta
pacifica contro il regime pronunciato dal portavoce del Fronte Popolare
Hamma Hammami sta facendo tremare le istituzioni
tunisine: blocco dei servizi, del pagamento delle tasse, sciopero ad
oltranza, presidio nei pressi dell'Assemblea Nazionale Costituente, e
manifestazioni ovunque. Numerose le sedi di Ennahdha date alla fiamme.
In
mattinata l'ex segretario di stato agli affari esteri Touhami Abdouli
durante una lunga intervista a radio Mosaique FM ha annunciato che la regione di Sidi Bouzid si dichiara Regione Autonoma e che da oggi rifiuta di riconoscere tutte le istituzioni del potere centrale.
Gli abitanti della regione hanno eletto un loro governatore, un certo
numero di delegati, responsabili amministrativi, un consiglio regionale
di saggi e un proprio senato. L'iniziativa sostenuta dai compagni e
dalle compagne del Fronte Popolare durerà fino almeno allo scioglimento
dell'assemblea nazionale costituente e del governo. La Sidi
Bouzid rivoluzionaria invita tutte le regioni vicine (che ricordiamo
sono parte del grande bacino minerario da sempre terra di lotta, dignità
e rivolta) a seguire il suo esempio.
Il sindacato UGTT
continua a presidiare tutte le proprie sedi, seguendo l'indicazione di
un membro della segreteria centrale che ha dichiarato alla stampa che
“qualsiasi attacco violento contro le nostre sedi o i nostri militanti,
avrà una risposta repentina e organizzata ancora più violenta!”. Forte
della riuscita completa dello sciopero di ieri questa volta l'UGTT
sembra determinato a seguire la rabbia della popolazione, che nel
pomeriggio di ieri è montata ancora di più quando sono iniziate a
circolare le informazione a riguardo dell'uomo che il ministero degli
interni aveva indicato come l'esecutore dell'omicidio Belaid e Brahmi:
Marouen Nelhaj Salah, salafita combattente, è morto a giugno in Siria.
Non pochi commentatori riconoscono nella disinformazione diffusa dalle
conferenza stampa del ministero degli interni un disperato tentativo di
calmare le acque e aggiungere del torbido per allontanare da Ennahdha
l'accusa di mandante politico degli omicidi.
Intanto continuano le
dimissioni dei deputati dell'Assemblea Nazionale Costituente (ad ora
53), mentre da più parti aumentano le accuse contro Ennahdha degli
omicidi politici e di aver svenduto la rivoluzione e il paese
all'America e alle corone del petrolio alleate.
La
tensione resta altissima anche nella capitale: intorno alle 10 di
questa mattina una macchina della polizia è stata fatta saltare nei
pressi del commissariato della Goulette a pochi kilometri da Tunisi. Blindatissimo
dai servizi di sicurezza il corteo funebre di Mohamed Brahmi,
partecipato da migliaia e migliaia di tunisini e tunisine. Il corteo
ancora incorso dovrebbe raggiungere il cimitero Jellaz dove solo 6 mesi
fa è stato interrato il corpo del compagno Belaid.
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