venerdì 16 agosto 2013 10:24
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 20
80 MORTI IN PIAZZA RAMSES, EDIFICI IN FIAMME
Sarebbero 80 i morti solo in Piazza Ramses al Cairo. Lo riferiscono
fonti locali. In gran parte sono attivisti e simpatizzanti dei Fratelli
Musulmani. La polizia avrebbe sparato anche dagli elicotteri. Nella
piazza sono stati dati alle fiamme alcuni edifici. Notizie di numerosi
morti arrivano anche da altre citta', a conferma che quella di oggi e'
stata un'altra giornata di sangue in tutto il Paese.
AGGIORNAMENTO ore 18.30
FRATELLANZA: AL CAIRO ALMENO 45 VITTIME
Secondo il braccio politico dei Fratelli Musulmani, il partito Giustizia
e Libertà, al Cairo le forze di sicurezza avrebbero ucciso almeno 45
persone, oltre 250 i feriti. Per il Ministero della Salute, in tutto il
Paese, le vittime sarebbero 27.
AGGIORNAMENTO ore 16.30
TRE MORTI A FAYOUM. SI DIMETTE PORTAVOCE DEL FRONTE DI SALVEZZA
Tre vittime a Fayoum fanno salire ancora il bilancio delle vittime che
tocca ormai quota 40. A livello politico, dopo le dimissioni del
vicepresidente ad interim El Baradei, giungono anche quelle di Khaled
Dawd, portavoce del Fronte di Salvezza Nazionale, ombrello delle
opposizioni al regime di Morsi e oggi sostenitori dell'esecutivo
provvisorio. Secondo alcuni osservatori, un'ammissione di colpa per aver
avallato e sostenuto un golpe che si sta rivelando incapace di gestire
la crisi egiziana.
AGGIORNAMENTO ORE 16.00
25 MORTI IN PIAZZA RAMSES, FRATELLI MUSULMANI
I Fratelli Musulmani denunciano che ci sarebbero stati 25 morti a Piazza
Ramses, al Cairo, dove si fronteggiano i sostenitori del deposto
presidente, Mohammed Morsi e la polizia. La televisione di Stato
egiziana riferisce che 12 persone hanno perso la vita negli scontri
scoppiati dopo la preghiera di mezzogiorno a nord ed est del Cairo.
AGGIORNAMENO ore 15.30
OTTO MORTI A DAMIETTA, SCONTRI AD ALESSANDRIA
Secondo fonti mediche, sarebbero stati uccisi almeno otto manifestanti a
Damietta, facendo salire il bilancio di oggi a dodici morti. Scontri in
corso ad Alessandria e Tanta.
AGGIORNAMENTO ore 14.30
QUATTRO MORTI A ISMAILIYA, UN POLIZIOTTO UCCISO AL CAIRO
Sono in corso le manifestazioni indette dai sostenitori del presidente
Morsi. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, ad Ismailiya le forze di
sicurezza avrebbero ucciso quattro persone, undici i feriti.
Al Cairo un poliziotto è stato ucciso ad un checkpoint. A Tanta, la
polizia lancia gas lacrimogeni per disperdere la folla, che sta
lanciando pietre in risposta. I manifestanti stanno marciando verso la
sede del governatorato.
AGGIORNAMENTO ore 11.35
L'ESERCITO CIRCONDA TAHRIR SQUARE, TAMAROD A DIFESA DEI COPTI
Le forze armate egiziane hanno chiuso con filo spinato tutte le entrate e
le uscite per Tahrir Square. La piazza simbolo della rivoluzione del 25
gennaio 2011 è circondata da veicoli blindati. Chiusa anche la fermata
della metropolitana in attesa delle manifestazioni di oggi.
Intanto, dopo gli attacchi alle chiese copte, il gruppo Tamarod - la
campagna di raccolta firme che ha avviato le proteste anti-Morsi di
luglio e il successivo intervento dell'esercito - ha detto che difenderà
le chiese e le moschee, in particolare i luoghi di culto cristiani
presi di mira da gruppi islamisti nei giorni scorsi.
dalla redazione
Roma, 16 agosto 2013, Nena News - Il Venerdì della Rabbia attende
oggi l'Egitto, ormai ad un passo dalla guerra civile. Dopo i durissimi
scontri dei giorni scorsi (con un bilancio che oscilla tra le 500 e le
700 vittime), i sostenitori del deposto presidente Morsi hanno indetto
per oggi manifestazioni contro il golpe militare in tutto il Paese.
"Manifestazioni contro il colpo di Stato partiranno dalle moschee del
Cairo e si dirigeranno verso piazza Ramsis - ha annunciato il portavoce
dei Fratelli Musulmani, Gehad Al-Haddad - Dopo gli arresti e le
uccisioni che stiamo subendo, le emozioni sono troppo forti per essere
guidate da qualcuno". Ovvero, difficile prevedere cosa accadrà nelle
piazze, soprattutto dopo l'ordine dato dal Ministero degli Interni a
polizia ed esercito: aprite il fuoco contro chiunque attacchi le forze
di sicurezza o gli edifici governativi.
L'Alleanza per il Sostegno della Legittimità fa altrettanto e chiama
milioni di egiziani a scendere in strada dopo la preghiera del venerdì,
da 28 diverse moschee della capitale: "La nostra rivoluzione è pacifica.
La violenza non è la nostra dottrina e il vandalismo è usato dai leader
del golpe militare per mantenere il controllo del Paese".
A livello internazionale, si muove l'Unione Europea. Oggi l'inviato
speciale di Bruxelles in Medio Oriente, Bernardino Leon, ha fatto sapere
che le forze armate egiziane hanno rifiutato un accordo di pace con la
Fratellanza, qualche ora prima dei sanguinari sgomberi di mercoledì.
L'accordo era stato raggiunto con l'aiuto della UE e degli Stati Uniti:
"Avevamo un piano politico sul tavolo, accettato dalla Fratellanza.
L'esercito avrebbe potuto accettare tale opzione".
I ministri degli Esteri della UE si vedranno nei prossimi giorni, al
massimo martedì come richiesto dall'italiana Emma Bonino, per affrontare
la questione della crisi egiziana. Intanto la Danimarca chiede la
sospensione dei progetti bilaterali con l'Egitto e la Svezia lo stop ai
finanziamenti del Fondo Monetario Internazionale.
Richieste che seguono alla decisione dell'amministrazione statunitense
di interrompere le esercitazioni militari congiunte con l'Egitto,
previste per il prossimo mese, seppur Obama continui ad affermare di non
voler prendere le parti né dell'esercito né degli islamisti. Gli errori
della comunità internazionale stanno venendo a galla, insieme alle loro
atroci conseguenze. L'appoggio incondizionato alla Fratellanza -
previa accettazione di determinati parametri economici e misure
liberiste, così da ottenere i prestiti dell'FMI - hanno trascinato
l'Egitto in una crisi economica peggiore dell'era Mubarak. Una crisi
che si è aggiunta alle politiche antidemocratiche e non inclusive dei
Fratelli Musulmani, provocando la rabbia popolare e il conseguente
intervento militare.
Il risultato è una guerra civile. Nena News
Fonte: