Domenica 01 Dicembre 2013 18:33 
Il
 caso di una nuova vittima del sistema carcerario italiano è stato reso 
pubblico da alcune testate negli ultimi giorni: si tratta di Federico 
Perna, detenuto di 34 anni morto nel carcere di Poggioreale, a Napoli, 
lo scorso 9 novembre.
Perna era in carcere da tre anni a scontare 
una pena cumulativa per reati diversi; fin dall'inizio della sua 
detenzione è stato sottoposto a continui trasferimenti 
(Velletri, Cassino, Viterbo, Secondigliano, Benevento e infine Napoli), 
nonostante fosse affetto da due patologie gravi e diversi medici 
avessero stabilito che la sua condizione di salute era incompatibile con
 la detenzione in carcere e che si dovessero quindi trovate delle 
soluzioni alternative. Nonostante questo, Perna è rimasto prigioniero 
del carcere di Poggioreale dove veniva sovente imbottito di psicofarmaci
 e subiva maltrattamenti e vessazioni continui.
Questa condizione 
viene confermata anche dalla madre di Perna, tramite le lettere che il 
figlio le inviava chiedendo disperatamente di poter essere sottratto 
all'inferno carcerario ma soprattutto dallo stato in cui lo trovava 
quando si recava ai colloqui, riferendo di averlo visto sempre coperto 
da segni di percosse e poco lucido per i farmaci somministratigli.
Una
 settimana prima della sua morte Federico Perna aveva denunciato di 
perdere sangue dalla bocca ormai da diversi giorni ma anche in questo 
caso la sua richiesta di aiuto è rimasta inascoltata fino a quando il 9 
novembre la famiglia è stata informata del suo decesso. Secondo i 
referti la morte sarebbe avvenuta per un ictus ma la madre ha deciso di 
portare alla luce il caso di suo figlio, rendendo pubbliche le lettere 
ricevute negli ultimi tre anni ma soprattutto le foto del cadavere che 
raccontano una storia ben diversa da quella 'ufficiale' e che mostrano 
sul corpo di Perna i segni evidenti di pestaggi brutali.
'L'hanno 
ammazzato di botte' è la denuncia carica di rabbia fatta dalla madre, 
che dopo anni di richieste inascoltate ora pretende chiarezza e 
giustizia sul caso del figlio. Sulla vicenda alcuni deputati hanno 
chiesto un'interrogazione parlamentare, scontrandosi con la secca 
risposta del sottosegretario Giuseppe Berretta che, senza sapere nulla 
del caso, ha ritenuto di dover difendere a spada tratta l'operato del 
personale penitenziario di Poggioreale, affermando che Perna fosse 
sempre adeguatamente seguito ma rifiutasse le cure. Ancora una volta la 
sua famiglia dovrà probabilmente scontrarsi con un muro di menzogne e 
inchieste farsa ma la madre afferma di essere determinata ad andare 
avanti non solo per suo figlio ma anche perché quanto accaduto non si 
ripeta su altri detenuti nella sua stessa condizione.
Il caso di 
Perna riporta infatti alla mente per molti versi quello di Stefano 
Cucchi ma ci parla più in generale della situazione disumana cui sono 
sottoposti tantissimi altri detenuti in tutta Italia e degli abusi e 
delle violenze che tra quelle mura quotidianamente avvengono in totale 
impunità per mano della divisa di turno.
Di seguito l'intervista rilasciata dalla madre di Federico Perna che racconta la vicenda del figlio:
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