di Lorenzo Baldo - 6 febbraio 2014
Un pugno nello stomaco. Eccole le prime immagini del cadavere di Attilio Manca pubblicate sul sito della trasmissione “Chi l’ha visto?”. La domanda è immediata: e questo sarebbe un suicidio?
Le fotografie restituiscono una prospettiva totalmente diversa. Che per altro era saltata subito agli occhi dei familiari e dello stesso avvocato Fabio Repici, recentemente affiancato da Antonio Ingroia. Così come è riportato nel sito dedicato al giovane urologo barcellonese Attilio Manca veniva ritrovato cadavere verso le ore 11 del 12 febbraio 2004. Il suo corpo si trovava riverso trasversalmente sul piumone del letto (che era intatto ed in ordine, come se non fosse andato a dormire), seminudo. Come si vede dalla prima immagine dal naso e dalla bocca era fuoriuscita un’ingente quantità di sangue (che aveva finito per provocare una pozzanghera sul pavimento). Si può notare altresì che il volto di Attilio presentava una vistosa deviazione del setto nasale, mentre sui suoi arti erano visibili macchie ematiche.
L’appartamento
era in perfetto ordine, nella stanza da letto si trovava ripiegato su
una sedia il suo pantalone, mentre incomprensibilmente non furono
rinvenuti i boxer né la camicia; altrettanto inspiegabilmente sullo
scrittoio erano poggiati suoi attrezzi chirurgici (ago con filo
inserito; pinze, forbici), che egli mai aveva tenuto a casa; sul
pavimento, all’ingresso del bagno, si trovava una siringa da insulina,
evidentemente usata, cui era stato riposizionato il tappo salva-ago.
Dalle prime indagini era risultato che in cucina non v’era traccia di
cibo, consumato o residuato; sempre in cucina, nella pattumiera si
trovavano, tra l’altro, un’altra siringa da insulina, indubbiamente
usata, cui erano stati riapposti il tappo salva-ago ed anche quello
proteggi-stantuffo, e due flaconi del sedativo “Tranquirit”, uno dei
quali era completamente vuoto mentre l’altro solo a metà. Il medico del
118, alle ore 11,45 del 12 febbraio (dopo aver effettuato l’accertamento
del decesso), attestava che Attilio Manca era morto circa dodici ore
prima, quindi a cavallo della mezzanotte fra l’11 ed il 12 febbraio.
Dalle prime ricostruzioni veniva accertato che, a partire dalle ore 20
circa del 10 febbraio, Attilio non aveva più avuto contatti, telefonici o
di presenza, con amici e colleghi. Inspiegabilmente la sera del 10
febbraio aveva infatti deciso di non partecipare, contrariamente al
solito, ad una cena fra colleghi. Nei giorni precedenti aveva chiesto e
ottenuto un appuntamento per la sera dell’11 febbraio a Roma con il
prof. Ronzoni, primario di urologia al policlinico Gemelli, reparto nel
quale Attilio si era specializzato e aveva lavorato per anni.
Stranamente - e senza alcuna comunicazione preventiva - il giovane
urologo non si era però presentato a quell’appuntamento. Un vicino di
casa, sentito lo stesso 12 febbraio, aveva dichiarato agli investigatori
che la sera prima, verso le 22,15, aveva sentito il rumore della porta
di casa di Attilio che veniva chiusa. Un dato preciso che attestava che
in quel momento il dott. Manca tornava a casa o, viceversa, che
qualcuno, a tutt’oggi non individuato, usciva da casa sua, in un’ora
molto vicina alla morte di Attilio. Tutte queste “anomalie” avrebbero
dovuto portare immediatamente ad indagini approfondite. Che invece non
sono state fatte. Ecco allora che a distanza di 10 anni si riparte da
zero. Chi è stato l’ultimo a incontrare il giovane urologo nel suo
appartamento? Il setto nasale deviato è evidentemente frutto di una
colluttazione, ad opera di chi? E inoltre: chi avrebbe avuto interesse a
mettere a tacere per sempre Attilio Manca e per quali ragioni? Una mera
questione di droga? O un “favore” richiesto da Cosa Nostra? Queste ed
altre ancora sono le domande che pretendono risposte esaustive e
soprattutto definitive. Il processo che inizierà il prossimo 12 giugno
segna la prima tappa di un viaggio tortuoso. Che in molti hanno cercato
di impedire. Ma la verità, prima o poi, è destinata ad emergere in
superficie. Anche per Attilio Manca. Nel frattempo resta il dolore di
due anziani genitori e di un fratello che, dopo aver visto per la prima
volta queste foto terribili del proprio congiunto, chiedono
espressamente che siano proprio queste stesse immagini a riaccendere
l’attenzione su quello che non è - e non sarà mai - un suicidio.
FOTOGALLERY (visione sconsigliata ad un pubblico sensibile)
FOTOGALLERY (visione sconsigliata ad un pubblico sensibile)
Fonte:
http://www.antimafiaduemila.com/2014020647692/primo-piano/attilio-manca-se-questo-e-un-suicidio.html
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