Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


lunedì 29 ottobre 2012

IL MASSACRO DI KAFR QASIM


File:Kafr Quasim Memorial, Israel.jpg

 Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kafr_Quasim_Memorial,_Israel.jpg

 

Il 29 ottobre 1956, alcune unita' delle Guardie di Frontiera israeliane, in giro per il Triangolo di villaggi, giunti a Kafr Qasim, ingiunsero alla popolazione di restare in casa avendo ordinato che il coprifuoco cominciasse un'ora prima del solito. Piu' di 40 lavoratori che coltivavano i campi dei dintorni, giunti in ritardo in citta', furono fatti allineare e sparati alla schiena a bruciapelo. Il governo israeliano, aiutato dalla stampa, fece tutto quanto era possibile affinche' la verita' sulla strage restasse nascosta. Si parlo' di errore e si cercarono i colpevoli, che furono identificati in Lt.Daham e nel Maggiore Melindi: questi, colpevoli dell'omicidio di 43 persone, furono condannati a pene miti, poi ridotte di un terzo, e, alla fine, nel settembre 1960, Daham ebbe l'incarico di Ufficiale per gli Affari Arabi al municipio di Ramle.


 
Kufr Qassem”

un villaggio che sogna
il grano, i fiori della violetta
e lo sposalizio delle colombe.
Mieteteli in un solo colpo
mieteteli … mieteteli.
Un bosco d’ulivi
era sempre verde
era,   amore mio.
Certo, cinquanta vittime
fecero di essa al tramonto
un stagno rosso,
cinquanta vittime.
Amore mio, non rimproverarmi
mi hanno assassinato
mi hanno assassinato.  
Ti dedico ogni cosa
l’ombra e la luce
l’anello dello sposalizio
e tutto cio' che desideri
ti dedico un giardino
di fichi e   ulivi.
Verro' da te come tutte le notti
introducendomi dalla finestra
e nel sogno
ti lancero' un gelsomino.
Non rimproverarmi
se tardero' un poco
loro, mi hanno fermato
o amore mio, non rimproverarmi
mi hanno assassinato
mi hanno assassinato.
“Kufr Qassem”
Sono tornato dalla morte
per vivere … per cantare
  lasciami prendere la mia voce
da una ferita incandescente
e aiutami sul rancore, che
semina spine nel mio cuore.
Sono l’inviato di una ferita
sulla quale non si tratta,
il flagello del boia mi insegno'
a camminare sulla mia ferita,
camminare … camminare
e resistere !

Mahmud Darwish

Fonte:

http://www.arabcomint.com/perchesuona.htm


.
[…] [La] poesia intitolata “L’assassinato n.48 […] parla della vittima numero 48 caduta nel massacro di Kufr Qasim. Gli assassini trovarono nel petto della vittima una lanterna di rose e una luna … e sul corpo una scatola di zolfanelli, un passaporto… e sul morbido braccio dei tatuaggi. Quindi, come si intuisce dalla poesia, la vittima era un giovane, che, come tutti i giovani di nobili sentimenti, pensava ad un futuro migliore e ad una vita colma di bene. Il poeta ci descrive un’ immagine della tragedia che avviluppò questo piccolo villaggio allorché il buio iniziò ad intensificarsi sul cielo della Palestina, sino ad avere il sopravvento sulla luce.



Assassinato n.48


Nel suo petto trovarono
una lanterna di rose
e una luna.

Giaceva morto su una pietra
trovarono … monetine
nella sua tasca,
e sopra di lui
una scatola di zolfanelli
e un passaporto.

Sul morbido braccio, invece,
c’erano dei tatuaggi.
La madre l’aveva baciato,
l’aveva pianto un anno dopo l’altro.

Spini cervini gli crebbero negli occhi
e le tenebre si addensarono.

Anche il fratello, quando crebbe,
e andò per le vie della città
cercandosi un lavoro, lo buttarono in cella.

Lui non possedeva un passaporto,
ma portava per le strade
una cassa di marciume… ed altre casse …

O bambini del mio paese:
cosi morì la luna !
 

Mahmud Darwish

Fonte:

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