"La rivolta è iniziata con il sangue del popolo, ribelle, e ha
dipinto la liberazione sui volti di ogni essere vivo", mentre "i governi
arabi, e chi li guida, sono tutti, ugualmente, ladri". Ecco la
traduzione del testo del 'poeta della rivoluzione'.
di Anna Toro
Condannato all’ergastolo per “aver insultato il regime, offeso l'emiro al-Thani, e attaccato la Costituzione”, al-Ajami è l'autore della poesia Tunisian Jasmine, che qui potete leggere nella sua traduzione integrale.
Oggi, attivisti e intellettuali si mobilitano per salvarlo.
La sentenza,
per il poeta qatariota Muhammad Ibn al-Dheeb al-Ajami, è arrivata a
fine novembre, dopo un processo a porte chiuse rinviato per ben 5 volte.
Per mesi il poeta è stato sottoposto a un regime di isolamento assoluto, senza nessun contatto con famigliari e amici.
Visto che anche tutte le udienze si sono svolte in segreto, la causa
ufficiale dell'arresto, avvenuto il 16 novembre di un anno fa, è ancora
poco chiara.
In una copia della sentenza che Amnesty International è riuscita a
procurarsi, non si fa infatti alcuna menzione dell'accusa, ma secondo
gli attivisti per i diritti umani il tutto risalirebbe alla poesia,
“Tunisian Jasmine”, scritta dal al-Ajami a sostegno delle rivolte arabe
del 2011.
Ecco la traduzione della poesia:*
Oh signor primo ministro, oh Mohammad al-Ghannoushi
se guardiamo al tuo potere, esso non deriva dalla Costituzione.
Non piangiamo Ben Ali, nè piangiamo la sua epoca, che rappresenta solo un piccolo punto nella linea della storia.
La dittatura è un sistema repressivo e tirannico la Tunisia ha annunciato la sua rivolta popolare.
Se critichiamo, critichiamo solo ciò che è meschino e infimo
se cantiamo lodi, lo facciamo in prima persona.
La rivolta è iniziata con il sangue del popolo, ribelle, e ha dipinto la liberazione sui volti di ogni essere vivo.
Sappiamo che faranno ciò che vogliono e sappiamo che tutte le vittorie portano con sé eventi tragici,
ma povero quel paese che fa dell'ignoranza il suo governante e crede nella forza delle forze americane
e povero quel paese che affama il suo popolo mentre il governo gioisce dei successi economici e povero quel paese i cui cittadini si addormentano con la cittadinanza e si svegliano senza e povero quel sistema che eredita repressione.
ma povero quel paese che fa dell'ignoranza il suo governante e crede nella forza delle forze americane
e povero quel paese che affama il suo popolo mentre il governo gioisce dei successi economici e povero quel paese i cui cittadini si addormentano con la cittadinanza e si svegliano senza e povero quel sistema che eredita repressione.
Fino a quando sarete schiavi di tanto egoismo?
Quando il popolo prenderà coscienza del suo vero valore?
Quel valore che gli viene nascosto e che presto dimentica?
Perché i governi non scelgono mai
il modo per porre fine al sistema del potere tirannico che sa della sua
malattia e insieme avvelena il suo popolo che sa che domani sulla sua
sedia si siederà il suo successore
Non tiene in conto che la patria porta il nome suo, e della sua
famiglia, quella stessa patria che conserva la sua gloria nelle glorie
del popolo, quel popolo che risponde con una voce sola ad un solo
destino: siamo tutti tunisini davanti all'oppressore!
I governi arabi, e chi li guida, tutti, ugualmente, ladri.
Quella domanda che toglie il sonno a chi se la pone, non troverà risposta in chi incarna l'ufficiale.
Se possiamo importare ogni cosa dall'Occidente, perchè non importiamo anche i diritti e la libertà?
“Un potente appello perché si metta fine a delle condizioni
intollerabili, una richiesta che negli ultimi due anni è stata espressa
da milioni di persone in tutto il Nord Africa e il mondo arabo”,
scrivono gli autori della petizione che chiede la liberazione del poeta, già firmata da numerosi intellettuali e artisti di tutto il mondo.
Amnesty International non ha mancato di denunciare le irregolarità
durante il processo: come il fatto che gli osservatori, ma spesso
perfino il suo avvocato, non siano stati autorizzati a entrare nella
sala di udienza, e che al-Ajami era assente alla pronuncia del verdetto.
Per l'organizzazione per i diritti umani, la condanna
all’ergastolo nei confronti del poeta qatariota “è manifestamente una
violazione scandalosa della libertà di espressione”.
“E' deplorevole – continua il direttore per il Medio Oriente e Nord
Africa, Phillip Luther – che il Qatar, che ama dipingersi agli occhi di
tutto il mondo come un Paese promotore della libertà di espressione,
vada avanti in ciò che appare come un flagrante abuso di questo
diritto”.
Intanto l'avvocato del poeta, Nagib al-Naimi, ha già annunciato il ricorso in appello.
*traduzione dall'arabo a cura di Marta Ghezzi
Sotto, il video della poesia recitata in arabo.
28 dicembre 2012
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