ROSA DI RIVOLUZIONE di Fabrizio (Astrofilosofo) Melodia
“Solo estirpando alla radice la consuetudine all’obbedienza e al
servilismo, la classe lavoratrice acquisterà la comprensione di una
nuova forma di disciplina, l’autodisciplina, originata dal libero
consenso” (Rosa Luxemburg, 1918).
Buttata in un fosso, come un rifiuto.
Vera e propria spazzatura della società, andava uccisa, per evitare che ammorbasse l’aria pulita del nazionalismo e dell’economia capitalista sempre più spinta.
Il giorno 15 gennaio 1918 – dopo aver partecipato alla Rivoluzione
Tedesca iniziata nel novembre dello stesso anno dopo la disfatta della
Germania nella Prima Guerra Mondiale, dopo aver contribuito a fondare il
Partito Comunista di Germania fra il dicembre 1918 e il gennaio 1919 – Rozalia Luksenburg, nata a Zamość (oggi in Polonia) il 5 marzo 1871, nota con il nome di battaglia di Rosa Luxemburg,
fu rapita e in seguito assassinata dai soldati dei cosiddetti Freikorps
agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert e di
Gustav Noske, ministro degli Interni.
Fu gettata in un fosso, insieme al suo compagno di lotta, Karl Liebknecht.
Spazzatura rivoluzionaria, recuperata in seguito ma sui cui resti
sorse un “mistero”, in quanto Rosa Luxemburg soffriva di una
malformazione congenita al femore, afflizione che non appariva nello
scheletro recuperato. Solo nel maggio 2009, il settimanale tedesco “Der Spiegel”
ha pubblicato la notizia del ritrovamento da parte del governo dei veri
resti di Rosa Luxemburg, conservati ora presso l’ospedale della Charitè
a Berlino.
Per il suo impegno nella lotta di classe e i contributi teorici alla
filosofia marxista, Rosa Luxemburg ebbe un monumento, come Karl
Liebknecht, a opera dello scultore Ludwig Mies van der Rohe, distrutto
poi dal regime nazista.
Nata da una famiglia ebraica nel Voivodato di Lublino, all’epoca
facente parte dell’ Impero Russo, fuggì in Svizzera e studiò poi
all’Università di Zurigo, dove fece la conoscenza di figure di spicco
del socialismo, come Anatolij Lunačarskij e Leo Jogiches.
Da sempre avversa al nazionalismo del Partito Operaio Unificato
Polacco, fondò nel 1893, assieme a Leo Jogiches e Julian Marchlewski, la
rivista “Sprawa Robotnicza” (La causa dei lavoratori).
Auspicava che l’indipendenza della Polonia sarebbe stata possibile
solo con una rivoluzione globale in Austria, Germania e Russia, negando
sostanzialmente il principio di autodeterminazione delle nazioni, in
quanto origine solo di guerre e disaccordi, contrariamente a quanto
sostenuto da Lenin, il quale, comunque le inviò una copia del suo libro,
“Materialismo ed Empiriocriticismo”, recensito da lei nel 1909.
Nel 1897 ottenne la cittadinanza tedesca, iscrivendosi al Partito
Socialdemocratico Tedesco (SPD), il più forte partito socialista in
Germania fino al 1914, il cui segretario Karl Kautsky era ritenuto il
diretto prosecutore ed erede ortodosso di Marx ed Engels. Rosa Luxemburg
iniziò a scrivere e a contribuire all’ortodossia marxista,
rivoluzionandola alla base, come il buon Marx auspicava dai suoi
compagni.
Al riformismo blando, Rosa Luxemburg contrapponeva sempre la parola
di una concreta “rivoluzione”, ribadita e sottolineata nel libro “Riforma sociale o rivoluzione?” (1899).
Fu una convinta aderente al fronte pacifista all’inizio della prima guerra mondiale.
Assieme a Karl Liebknecht, nel 1915, creò il Gruppo Internazionale,
che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista, parte in un primo
tempo del Partito Socialdemocratico e poi del Partito Socialdemocratico
Indipendente, prima di divenire il nucleo del Partito Comunista di
Germania.
Numerosi i suoi scritti e fondamentali contribuiti a una diversa visione del marxismo, in modo molto più aderente alla realtà
“L’accumulazione del capitale” (1913) rimane il caposaldo della sua visione, fortemente critica rispetto al riformismo.
Vedeva nel capitalismo un mostro che divorava se stesso, un leviatano
che, per produrre, aveva sempre bisogno di qualcosa all’esterno di se
stesso, di cui doveva nutrirsi, fino a scontrarsi con l’inesistenza di
altro da sè, momento in cui, arrivati al tremendo stallo, la scelta dei
popoli sarebbe stata fra socialismo o barbarie.
Era fortemente critica verso le dirigenze di Partito: la rivoluzione
deve necessariamente venire dal basso, dalla libera determinazione delle
masse operaie e proletarie, non da organismi burocratici e
dirigenziali, i quali imbrigliano in assurde camicie di forza la forza
rivoluzionaria.
Avversa al nazionalismo che priva delle più elementari libertà
civili, vedeva nella libertà di stampa, di associazione e di riunione,
la volontà del proletariato di istruirsi e crescere unito nella
consapevolezza di se stesso, per seguire il difficile sentiero di un
mondo nuovo, più giusto e egualitario.
Aveva visto più in là di tanti, Rosa Luxemburg.
Come tanti profeti, non poteva essere una veggente in casa propria.
Tradita molto spesso dai suoi stessi compagni, dimenticata dai più. Era
il tempo di Lenin e della rivoluzione di Ottobre, Rosa Luxemburg aveva
compreso come, a causa dell’arretratezza economica della Russia, il
governo sarebbe stato costretto a prendere provvedimenti che ben poco
avrebbero avuto a che fare con il comunismo e la rivoluzione: da soli
nulla si può fare, la sola speranza era che anche gli altri Paesi
d’Europa insorgessero e rivoluzionassero l’assetto del mondo.
Il messaggio di Rosa Luxemburg risuona prepotente nelle nostre
orecchie come un monito, soprattutto oggi, con una Destra populista e
nazionalista litigiosa ma incattivita e una Sinistra blanda, spaccata
dalle beghe interne e tutt’altro che attenta a una rivoluzione che
provenga realmente dal basso, con una totale disattenzione alla
militanza concreta.
Il libero consenso fondato sull’autodisciplina, purtroppo, non è una
qualità che si possa riscontrare in un’Italia imbarbarita culturalmente e
socialmente arretrata, in cui ognuno pensa per se stesso e tutti sono
nemici l’uno con l’altro, dove il Dio Denaro regna sopra tutto e da
tutti è lodato e glorificato, e parla per mezzo del profeta televisivo.
Rosa Luxemburg continua ad avvisarci che il Dio Denaro è solo un mostro
che divora se stesso, che le crisi periodiche cui va incontro sono le
purghe necessarie per poter continuare a ingurgitare le masse
spropositate di cibo e bevande prodotte dai suoi schiavi agonizzanti.
Fino a quando ci sarà comunque qualcuno che avrà in mano la libertà
di dire un “NO” a questo mostro primordiale, a riunirsi liberamente e
autodeterminare le scelte fra compagni davvero solidali gli uni verso
gli altri, il seme della Rivoluzione potrà scorrere nelle menti di
coloro i quali ancora non sono rassegnati a essere carne da pasto per le
loro stesse budella.
“La libertà è sempre la libertà di dissentire”.
In lingua originale, “dissentire” è andersdenken, pensare diversamente.
E noi diversamente pensiamo.
E ricordiamo il 15 gennaio 1919, assassinio di Rosa Luxemburg.
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