- di DINAMOpress
- Ultima modifica il Giovedì, 13 Febbraio 2014 11:27
La Corte Costituzionale dichiara la Fini-Giovanardi sulle droghe del 2006 incostituzionale. Ora svuotiamo le carceri e apriamo una battaglia per una nuova legge antiproibizionista.
La Corte Costituzionale si è finalmente espressa: la legge
Fini-Giovanardi è incostituzionale. La dichiarazione di illegittimità
della legge si fonda sul fatto che la legge Fini-Giovanardi venne
infatti inserita, nel 2006, nella legge di conversione del decreto sulle
Olimpiadi di Torino, assieme a numerosi altri emendamenti, per
garantirne una rapida approvazione. A sollevare la questione di
costituzionalità era stata, com’è noto, la Corte di Cassazione.
Cosa cambia però in concreto per i consumatori? In primo luogo la
sentenza della Corte Costituzionale abolendo la Fini-Giovanardi riporta
in vigore la precedente legge Jervolino-Vassalli, ristabilendo la
differenza tra droghe “leggere” e “pesanti” Ciò comporta una riduzione
delle pene per il possesso di hashish e marijuana: nella Fini-Giovanardi
la pena prevista andava dai 6 ai 20 anni per il possesso di qualunque
sostanza, con la Iervolino-Vassalli la pena per il possesso di droghe
leggere va dai 2 a 6 anni. In secondo luogo cambia il regime dell’“uso
personale” – depenalizzato dal referendum del ’93 – che non è più
esclusivo ma può essere, in linea teorica, anche di gruppo.
Elia De Caro, avvocato e membro dell’associazione Antigone, in una bella intervista
di ieri fa però notare come la sentenza della Corte porti con sé novità
positive ma anche numerosi problemi, che riguardano, ad esempio,
l’inasprimento delle pene per il possesso di droghe pesanti e la
possibilità di venire condannati due volte per il possesso di due
sostanze diverse – una “leggera” ed una “pesante”.
Altro elemento da prendere in forte considerazione sarà la revisione
delle pene per i reati legati all’ormai defunta Fini - Giovanardi.
L’ammontare delle pene sarà dunque rivalutato a partire dalla normativa
vigente. Se questo da un lato ci solleva, dall’altro ci porta a pensare a
tutte quelle persone che, in questi otto anni, hanno pagato con un
prezzo troppo alto, mesi o addirittura anni di carcere, a causa di una
legge ora definita incostituzionale. Loro non potranno chiedere indietro
il tempo trascorso in qualche disumano penitenziario del paese ed è
anche per loro che, attraverso la campagna “legge illegale”, abbiamo
voluto riportare al centro del dibattito pubblico le tematiche
antiproibizioniste.
Il grande risultato che oggi ci troviamo di fronte, al quale le
mobilitazioni di questi mesi ed anni hanno senza dubbio contribuito,
porta quindi con sé anche forti ambivalenze. Da questo punto di vista la
palla passa di nuovo ai movimenti e alle lotte antiproibizioniste, alla
loro capacità di attivare, a partire da questa sentenza, un processo in
grado di aprire nuovi spazi di libertà. Sappiamo che la sfida che ci si
pone davanti è ambiziosa ma crediamo che, nel corso del cammino che ci
ha portato fin qui, siamo stati in grado di costruire strumenti
collettivi capaci di sostituire la parola “repressione” con tanti altri
vocaboli: uso terapeutico, prevenzione, riduzione del danno, lotta alle
narcomafie, amnistia e indulto ma, sopra a tutte, LIBERTA’.
Una sola importante nota a margine che è bene rilevare: per questo
risultato non dobbiamo certo ringraziare le forze politiche del
sedicente centro-sinistra che hanno provato, in tanti e diversi modi, ad
occultare questa data. I movimenti antiproibizionisti hanno lunga
memoria (a dimostrazione che il consumo di cannabis non determina il
deterioramento delle funzioni cognitive) e sanno che, tra quelle
poltrone, non si sono seduti personaggi “amici” in questi anni. Per
questo motivo, da oggi, ognuno si assuma le proprie responsabilità,
senza finti autocompiacimenti.
La nostra responsabilità ora è quella di rimetterci in moto per
ripensare e riscrivere in maniera complessiva, e dal basso, le politiche
sull’uso e sulla detenzione delle sostanze psicotrope.
CHI SEMINA ANTIPROIBIZIONISMO RACCOGLIE BUONI FRUTTI
Oggi raccogliamo con gioia questo risultato e portiamo avanti la
grande festa iniziata sabato 8 Febbraio per le strade di Roma.
Ricarichiamo energie, pronti a seminare nuovi frutti di libertà.
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