Il Belgio ricorda il 56/mo anniversario della tragedia di
Marcinelle, in cui persero la vita 262 minatori di cui 136 italiani.
L'ex miniera di carbone di Bois du Cazier è anche patrimonio mondiale
dell'umanità.
Un flusso di cui fecero parte anche i genitori dell'attuale primo ministro belga, Elio Di Rupo, partiti nel '47 da Valentino, in Abruzzo, allo volta dei pozzi minerari valloni. Nel ricordare Marcinelle, Di Rupo ha sottolineato che la tragedia provocò una «sorta di comunione che ha migliorato l'integrazione degli italiani in Belgio». «In quel momento, il mondo è cambiato», perché «gli italiani avevano pagato con il loro sangue la riuscita dell'economia belga», ha raccontato Di Rupo, che all'epoca dell'incidente al Bois du Cazier era bambino. Allora chi partiva dall'Italia in cerca di lavoro era gente che «non aveva scelta» e si è ritrovata in un «Paese sconosciuto del Nord» a lavorare nelle miniere «un pò come degli schiavi», ricorda il leader socialista che, ultimo di sette fratelli e orfano di padre all'età di un anno, ha portato avanti con onore il percorso dell'emigrante di San Valentino arrivato in Belgio con una valigia di legno.
IN ITALIA
«Vorrei rendere omaggio ai 262 minatori, 136 dei quali erano italiani, che l'8 agosto 1956 persero la loro vita in quella miniera», ha detto il Presidente del Senato, Renato Schifani, in una dichiarazione. «Il sacrificio di questi uomini è stato ed è ancora oggi per tutti noi emblema di una generazione che, spinta ad emigrare alla ricerca di un futuro migliore, si è trovata spesso a confrontarsi con condizioni difficili di vita e di lavoro. È il ricordo - aggiunge il presidente Schifani - di un martirio che si è fatto storia, ma che al contempo rinnova la sua attualità ogni volta che i fatti di cronaca ci danno testimonianza di nuovi incidenti sui luoghi di lavoro».
«Il nostro impegno - sottolinea - per garantire ai lavoratori condizioni ambientali sempre più sicure e rispettose della dignità umana e per evitare il ripetersi delle inaccettabili morti bianche deve fare tesoro di questa memoria storica. È un dovere irrinunciabile che ricade su ciascuno di noi, come dipendenti o imprenditori, cittadini o membri delle istituzioni rappresentative». «Nell'auspicio - conclude il presidente del Senato - che specialmente i giovani sappiano fare tesoro dell'abnegazione dei minatori di Marcinelle, porgo ai familiari delle vittime il mio commosso pensiero».
MOLTI ERANO CALABRESI!!
RispondiEliminaGià. Calabresi come me.
RispondiEliminaI buonisti sinistroidi che accomunano i nostri emigranti di quegli anni con i clandestini che chiedono cibo islamico e wifi nell'albergo, dovrebbero collegare il cervello prima di dire cazzate!
RispondiEliminaSalve, ottimo articolo... mi chiamo Water Basso, sono giornalista editore di Venezia e ho appena pubblicato un volume dal titolo CARNE DA MINIERA - Le storie e la stragi degli italiani invisibili in Belgio dal 1946 al 1963" contenente un romanzo e tutta la storia anno per anno dal 46 al 73 del vergognoso risultato del Protocollo Italo Belga del 46. Nessuna istituzione mi ha aiutato ma io ho recuperato i nomi e altri dat di 610 giovani uomini morti in incidenti, oppure suicidi o impazziti. Ho anche dimostrato che il numero dichiarato ufficialmente dalle ACLI di 867 fino al 63 è errato per difetto in quanto è sbagliata la somma dei caduti per anno che in realtà sono 890. Riporto documenti, foto, articoli mai resi noti che dimostrano che a nessuno nemmeno oggi è interessato a ricordare questi veri eroi che sono stati i nostri padri, nonni o parenti... Io per inciso ho perso mio padre per siulicosi9 (10 anni a Fontaine l'Eveque e mio zio di 33 anni sepolto vivo il 1 febbraio 1957 sempre a Fontaine l'Eveque... Mi aiutate a trovare altri caduti, a fare qualcosa per ricordarli??? Ho anche scritto uno spettacolo teatrale dal titolo "Le rondini dalle ali spezzate" e una mostra fotografica con la ristampa in formato originale del Manifesto rosa.... Se qualcuno vuole scrivermi può farlo in info@edizioniscantabauchi.it... Grazie di cuore. Walter Basso
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