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Donatella Quattrone


domenica 21 ottobre 2012

PALESTINA. FERMATO IL VIAGGIO DI "ESTELLE" VERSO GAZA


Abbordata in acque internazionali la nave "Estelle" della Freedom Flottilla III diretta a Gaza. La Marina militare israeliana la circonda e la costringe a invertire la rotta verso il porto di Ashdod. 

 

 

di Cecilia Dalla Negra 

 

La mattinata era cominciata con una bella immagine: una foto che mostrava persone di spalle sulla costa di Gaza, sguardo verso il mare, in attesa dell’arrivo di Estelle.

Il veliero della Freedom Flottilla III, partito tre mesi fa dal Mare del Nord, era diretto verso la Striscia di Gaza: “Estelle sta navigando verso il sole. Sono le 7 del mattino e tutto sembra calmo”, si leggeva nel primo aggiornamento odierno di Ship to Gaza Svezia, che dalla partenza della nave ha aggiornato minuto per minuto migliaia di utenti sui suoi spostamenti. 

Poi, alle 10,20, le prime notizie rimbalzano sui social network: i passeggeri della nave – 30 persone tra membri del parlamento di Svezia, Grecia, Norvegia e Spagna e attivisti internazionali – fanno sapere che 5, forse 6 navi della marina militare israeliana li stanno circondando.

L’imbarcazione, a quanto risulta dalle informazioni diffuse, si trovava in quel momento a 17 miglia nautiche dalla località egiziana di Arish, in acque internazionali, e a 30 miglia nautiche di distanza dalla sua destinazione finale: la costa di Gaza. 

La notizia fa il giro del web, gli attivisti e le reti solidali si attivano. Dall’italiano Marco Ramazzotti Stockel, della Rete Ebrei contro l’Occupazione, a bordo della nave, arriva il videomessaggio pre-registrato che invita ad attivarsi per dimostrare solidarietà ad Estelle, e soprattutto perché se ne parli sui media.

Lo spettro della Mavi Marmara – l’imbarcazione della prima Flottilla che venne assaltata dall’esercito israeliano e che vide 9 dei suoi passeggeri uccisi dai militari – è un ricordo ancora vivo, un crimine ancora impunito.

Il messaggio è chiaro: non lasciare da sola Estelle. La rete risponde: passano pochi minuti, e vengono annunciate manifestazioni in solidarietà a Barcellona, Madrid, Napoli, Firenze. 

A Roma appuntamento il prossimo 23 ottobre alle 17, davanti a Palazzo Chigi. 

Poi la conferma ufficiale: l’esercito israeliano prima, via Twitter, poi Tel Aviv con un comunicato, confermano l’abbordaggio. E’ circa mezzogiorno quando arriva anche la nota della Farnesina: “Su istruzione del ministro Giulio Terzi – si legge – l’ambasciata italiana a Tel Aviv si è immediatamente attivata e, in raccordo con la Farnesina, segue costantemente l’evolversi della situazione per assicurare ogni assistenza affinché venga garantita l’incolumità del nostro connazionale che risulta imbarcato sulla Flottilla”. 

La nave, da quanto risulta attualmente, sarebbe stata abbordata dalla marina militare israeliana e condotta forzatamente nel porto israeliano di Ashdod.

Nel comunicato, Tel Aviv sottolinea inoltre che il raid “è stato condotto in conformità al diritto internazionale” e solo “dopo che tutti i tentativi di impedire alla nave di raggiungere la Striscia di Gaza erano stati effettuati, sia attraverso contatto diretto che per via diplomatica, senza alcun risultato”. 

I passeggeri sarebbero stati ripetutamente raggiunti telefonicamente, secondo l’esercito, ma non avrebbero dimostrato “volontà di cooperare, ignorando gli inviti a cambiare rotta. La decisione è stata quindi di salire a bordo e condurre la nave nel porto di Ashdod”. 

Un’affermazione falsa, se verrà confermato che la nave, al momento dell’assalto, si trovava in acque internazionali.

E una reazione ampiamente prevista, visti i tentativi da parte israeliana di impedire al veliero di giungere a destinazione. Nei giorni scorsi Israele si era rivolto anche alle Nazioni Unite invitandole ad intervenire per fermare Estelle, e annunciando che altrimenti la reazione sarebbe stata autonoma. 

Una nave partita per portare alla popolazione civile di Gaza, da anni sotto assedio israeliano, strumentazione medica, sedie a rotelle, stampelle e stetoscopi. E ancora, strumenti musicali e palloni da calcio, libri e giocattoli per bambini, 41 tonnellate di cemento per una ricostruzione ancora negata da Israele, dopo la devastazione dell’offensiva “Piombo Fuso” del 2008.

E 2 alberi di ulivo, per portare anche un simbolo di pace nella Striscia. 

La “nave che sembra uscita dalle fiabe”, come l’aveva definita il suo capitano, Dror Feiler, era partita dalla Svezia e aveva toccato i porti di Norvegia, Francia, Spagna e Italia, sempre accolta da manifestazioni di solidarietà. L’ultima a Napoli, per salutare Estelle e il suo equipaggio, augurare buona fortuna, assicurare che l’attenzione sarebbe stata mantenuta alta durante tutto il suo tragitto verso Gaza. 

Un viaggio che si è interrotto stamattina. Forse perché, come si legge tra i tanti tweet inviati in rete, il veliero portava con sé anche “Rachel Corrie, Vittorio Arrigoni, gli attivisti della Mavi Marmara e una speranza di giustizia”.

Che a Gaza, ancora una volta, non doveva arrivare. 

 

Per seguire gli sviluppi su Twitter #Estelle @FreedomFlotIta e @ShiptoGazaSthlm

 

20 ottobre 2012 

Fonte:

http://www.osservatorioiraq.it/palestina-fermato-il-viaggio-di-estelle-verso-gaza

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